Gennaro Abbatemaggio

La figura del collaboratore di giustizia è fondamentale per le indagini sulle organizzazioni criminali, parlando dunque del primo processo per camorra è necessario citare Gennaro Abbatemaggio, il primo pentito.

Per contestualizzare la vicenda è bene partire dall’inizio del processo che ha portato poi alla testimonianza di Abbatemaggio: il processo Cuocolo.

Il caso Cuocolo e il processo

Il 6 giugno 1906 sulla spiaggia Cupa Calastro a Torre del Greco viene trovato il corpo di Gennaro Cuocolo, basista della camorra, con circa 40 coltellate.

Nella stessa giornata Maria Cutinelli, moglie e socia in affari di Cuocolo, è rinvenuta morta nuda sul letto della loro casa a Napoli.

Il caso viene affidato alla Questura che per mancanza di prove non prosegue nelle indagini.

Anche in questo caso è necessario fare un passo indietro.

La camorra, come riportano anche gli atti giuridici del tempo, è un’organizzazione presente nel tessuto meridionale non dall’Unità d’Italia, bensì da circa due secoli prima, ovviamente con vari nomi e sfaccettature.

Nel caso dell’inizio ‘900, la “Bella Società” aveva esponenti che frequentavano tranquillamente i salotti culturali dove spesso vi erano presenti esponenti industriali e della nobiltà.

È in uno di questi salotti che Enrico Alfani, detto “Erricone“, il capo operativo della malavita in quegli anni, tenta di sedurre la moglie del Duca d’Aosta che risiedeva a Capodimonte.

Spinto quindi dall’aristocrazia e per porre fine ai pettegolezzi e sopratutto alla crescita del fenomeno camorristico in città il Duca d’Aosta affida ai carabinieri la riapertura delle indagini.

Uno dei protagonisti più importanti della vicenda è appunto il capitano Fabroni, che avviò l’operazione “I Cosacchi” con il solo scopo di stanare i malviventi.

Il “metodo Fabroni” fu oggetto di dibattito dell’opinione pubblica garantista dell’epoca, che trovava tra i suoi maggiori esponenti la figura di Matilde Serao, moglie di Edoardo Scarfoglio fondatore de Il Mattino.

Il processo si svolse a Viterbo per “legittima suspicione“, ovvero l’impossibilità di avere la certezza circa la regolarità del procedimento se questo si fosse svolto a Napoli.

I coniugi Cuocolo, dal loro omicidio partì il primo maxiprocesso alla Camorra

Il ruolo di Gennaro Abbatemaggio

Gennaro Abbatemaggio era il cocchiere della camorra, un personaggio di poco conto nel contesto criminale nonostante alcune testimonianze riportassero la sua vanità, la quale lo spingeva a autodefinirsi “camorrista“, come se fosse una qualità.

Abbatemaggio decise durante gli anni del processo di collaborare con la giustizia e con il capitano Fabroni fornendo testimonianze in merito al processo, venendo spinto a suo dire dalla volontà di redimersi prima di andarsene con la sua compagna per iniziare una nuova vita lontana dalle dinamiche della “Bella Società“.

Le versioni però fornite dal cocchiere non coincidono, infatti se in un primo momento attribuì la colpa dell’omicidio a tali esponenti malavitosi in quanto Gennaro Cuocolo fu responsabile di aver fatto arrestare e portare a Lampedusa Luigi Arena (suo complice in dei furti), in un secondo caso conferì il ruolo di mandante a Giovanni Rapi, gestore di una bisca clandestina che competeva con Cuocolo sul mercato della ricettazione.

Fino al 9 maggio 1927 Gennaro Abbatemaggio dichiarò ad un avvocato:

“Per quanto tardiva, ma sempre a tempo, sento il dovere coscienzioso di fare la seguente dichiarazione affinché non si prolunga uno stato di fatto che costituisce il più grave errore giudiziario degli annali giudiziarii del mondo. Dico che i condannati del processo Cuocolo sono innocenti.”

Smentendo dunque tutte le sue versioni citate in precedenza.

La vita di Gennaro Abbatemaggio

Dai pochi riscontri che si hanno crca la vita di Gennaro Abbatemaggio si può ricostruire che: sia nato a Napoli nel 1854 e che abbia vissuto di furti sia prima che durante la sua esperienza da cocchiere della camorra.

Si attestano numerosi arresti a suo carico e scontò una pena anche alla fine del processo Cuocolo ma riuscì ad uscire e a partire volontario con gli “Arditi” nella Grande Guerra, presso i quali divenne sergente e quando tornò scoprì che la sua compagna lo aveva tradito con il carabiniere incaricato di proteggerlo da un’eventuale regolamento dei conti della criminalità.

Dopo aver tentato il suicidio si unì al fascismo aprendo un nuovo capitolo della sua vita, fatto anche questo da omicidi e saccheggi.

Fonti:

Alfonso .Paolella, Le origini della camorra. L’onorata società tra storia e letteratura fino al processo Cuocolo, Napoli, Tullio Pironti, 2008

Dickie J., Onorate Società, Roma-Bari, Editori Laterza, 2012

Legittima suspicione

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