La fellata è l’immancabile antipasto di salumi, formaggi e uova, tipico della Santa Pasqua campana. Il piatto viene portato in tavola poco prima della benedizione e per questo viene anche chiamato piatto benedetto. È l’unica portata del pranzo pasquale che accompagna il momento della benedizione e di preghiera intonata, come da tradizione, dal capofamiglia.
Dai quaranta giorni di penitenza ai festeggiamenti della Pasqua
La fellata è il piatto d’apertura del banchetto pasquale in cui si festeggia la resurrezione di Gesù, ma anche la rinascita non a caso la Pasqua si celebra durante la primavera quando la vita inizia di nuovo a fiorire. Durante i quaranta giorni che precedono la festività, è abitudine dei credenti sacrificare determinati alimenti dalla propria dieta come: carne, salumi in alcuni casi anche formaggi. Si segue in questo periodo un fioretto, unendosi a Gesù nel ricordo dei suoi quaranta giorni di rinuncia e preghiera trascorsi nel deserto.
La fellata è un piatto che simboleggia la fine di questo periodo di privazione, spesso servito in tavola in un grande vassoio da cui tutti prenderanno la propria porzione, diventando un bel momento di condivisione familiare. Gli alimenti che compongono questo piatto sono: salumi, formaggi, arricchito con ricotta salata e uova sode; tutto rigorosamente fatto a fette ed è proprio a’ fella che da il nome al vassoio che strabocca di pietanze tipiche pasquali.
A quest’ultime è assegnato un simbolo e un significato ben preciso: al salame viene associato alla ricchezza e fertilità; la ricotta salata simbolo di compattezza e unione della famiglia; le uova rappresentano il simbolo della resurrezione e della rinascita.
Il piatto Santo: la fellata
Per tradizione nelle case napoletane il capofamiglia apre il banchetto benedicendo i presenti con acqua benedetta. Per la benedizione si utilizza il rametto di palma conservata dalla domenica delle palme, proprio per poter aspergere i familiari.
Durante questo momento di preghiera l’unico piatto presente in tavola è proprio la fellata, che non a caso prende il nome di ‘o piatto beneditto o anche piatto santo.
Alla fellata seguiranno: ‘a menesta maritata, il capretto al forno, carciofi al pinzimonio, tortano e castiello e per concludere sua maestà la Pastiera. Tutto ciò che resterà del banchetto pasquale sarà riciclato come da tradizione il giorno successivo, quello della scampagnata del lunedì di Pasquetta.
Bibliografia
Amedeo Colella, Mille paraustielli di cucina napoletana, Cultura Nova, 2019
Yvonne Carbonaro, Il cibo racconta Napoli, Kairos edizioni serie oro, 2018
Leave a Reply