C’è il volto del diavolo in un dipinto all’interno della chiesa di Santa Maria del Parto a Mergellina. Letteralmente.
Attorno alla figura del “diavolo di Mergellina” sono nate tantissime leggende e dicerie, dato che suscita sempre stupore la presenza del volto del demonio all’interno di un edificio religioso.
Si riferisce ad una storia d’amore non corrisposto del vescovo Diomede Carafa.
In realtà l’intera chiesa è molto strana: c’è anche la tomba di Jacopo Sannazaro, ricca di elementi esoterici.
La leggenda del Diavolo di Mergellina
La storia riguarda Diomede Carafa, uno dei nomi ricorrenti nella Storia di Napoli: non va confuso con il suo omonimo, che era l’uomo più potente del Regno sotto gli Aragona. In questo caso parliamo del vescovo di Ariano Irpino, che apparteneva comunque ad un ramo della stessa famiglia.
Era un uomo di Chiesa che volle rinunciare agli amori carnali. Racconta Benedetto Croce che, essendo un bell’uomo, fece innamorare una ragazza che provò con insistenza a tentarlo con le sue doti fisiche. Lui rifiutò più volte e, per celebrare la vittoria degli obblighi di castità sull’amore carnale, fece dipingere il quadro con San Michele che scaccia il demonio.
Sulla base del dipinto si legge una frase che non ha bisogno di spiegazioni:
Et fecit victoriam, halleluia! 1542 Carafa
Bella come il Diavolo di Mergellina: un amore non corrisposto
Matilde Serao, nel suo libro “Storie e Leggende napoletane” ha raccontato una sua versione. Bisogna spesso prendere con le pinze l’attendibilità storica del testo di Serao, dato che più volte la scrittrice ha dimostrato di avere una certa fantasia.
Secondo la giornalista napoletana, il buon Diomede si innamorò di una bellissima nobildonna napoletana chiamata “Isabella“, identificata nell’affascinante Vittoria d’Avalos. Dopo un anno di sguardi e parole non dette, donna Isabella si dichiarò al potente vescovo e nacque una passione carnale che durò pochissimo: la giovane dopo poco tempo interruppe la relazione clandestina con il vescovo e si sposò con un nobiluomo napoletano.
Diomede, col cuore affranto, fu affetto da tutti i malesseri che colgono gli innamorati delusi. E quindi decise di rivolgersi al pittore Leonardo da Pistoia per fargli dipingere un quadro che raffigura San Michele nell’atto di schiacciare un mostro orribile con il viso angelico. Non ci sorprenderà scoprire che quel demone aveva proprio i tratti del viso di donna Isabella.
Da qui, secondo Serao, sarebbe nato un modo di dire napoletano che si attribuisce a tutte le donne tentatrici:
“Sei bella e infame come il diavolo di Mergellina”
-Federico Quagliuolo e Roberta Montesano
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Matilde Serao, Storie e Leggende Napoletane