Alle spalle del Centro Direzionale, subito dopo la brusca interruzione delle piattaforme di cemento che lo mantengono sopraelevato, si fa spazio, non molto lontano, un’area dimenticata della periferia est di Napoli, che solo di recente ha avuto un po’ di notorietà, al seguito di quasi un secolo di anonimato: si tratta del Rione Luzzatti.
Le origini del Rione Luzzatti
Il Rione Luzzatti è un agglomerato di case popolari, il cui nucleo principale fu edificato per conto dell’Istituto Autonomo Case Popolari, meglio noto come IACP, tra l’inizio del ’900 e gli anni ’50.
La zona, fino a pochi anni prima, era perlopiù un’area paludosa, pressoché disabitata, come buona parte dei quartieri che oggi costeggiano l’area della ferrovia e che, al giorno d’oggi, sono diventati densamente abitati.
Il momento di maggiore urbanizzazione è arrivato negli anni ’50 a causa della necessità di cittadini di Napoli e dintorni di avere un’abitazione, dopo la devastazione portata dalla guerra. Quasi tutti i terreni furono rapidamente occupati da nuove costruzioni, intervallate da poche strade rettilinee: via Taddeo da Sessa e via Emanuele Gianturco, fondamentali connessioni del Rione con il resto della città.
Il nucleo originario, però, ha almeno cinquant’anni in più: le prime pietre furono posate nel lontano 1914, per poi vedere un’intensificazione dei lavori solamente nel Ventennio, sotto la guida dell’ Alto Commissario per Napoli, Michele Castelli: fu tracciata un’area di circa 42.000 metri quadri, con una piazza centrale e diverse strade dai percorsi regolari che vi convergono. In quest’area sorgevano numerosi alloggi popolari e spazi per piccole attività commerciali.
Tuttavia, già all’epoca quel piccolo agglomerato di case del Rione Luzzatti risultava molto isolato, rispetto a molti altri rioni costruiti in quegli anni, che invece avevano una posizione decisamente più centrale e accessibile dal resto della città. Vedasi il vicino rione Vittorio Emanuele III, non distante dal Carcere di Poggioreale, oppure il successivo Rione Miraglia, nel nascente quartiere di Fuorigrotta.
Al termine della costruzione, il rione fu dedicato al giurista e noto politico Luigi Luzzatti, che nel 1903 fondò l’Istituto Autonomo Case Popolari.
Danneggiato dai bombardamenti degli Alleati, il Rione Luzzatti fu interessato da una parziale ricostruzione e dall’aggiunta di diversi edifici tra l’immediato dopoguerra e gli anni ’60, anni in cui furono tracciati prolungamenti stradali decisamente meno ordinati rispetto al nucleo originario, fino a renderlo come lo vediamo oggi.
Lo stadio Ascarelli
Alle porte del Rione Luzzatti, nel 1930, fu inaugurato il primo stadio in cui giocò la Società Sportiva Calcio Napoli, costruito da Giorgio Ascarelli, imprenditore napoletano di origine ebraica, che purtroppo ebbe poco tempo per apprezzare la sua proprietà, dato che morì giovanissimo per una malattia.
Sotto i riflettori
Il Rione Luzzatti, dalla fine del 2018, ha destato l’ attenzione del pubblico della serie tv ”L’amica geniale”, tratta dalla serie di romanzi di Elena Ferrante ed ambientata proprio in quella piccola ed isolata realtà periferica di Napoli, a partire dagli anni ’50 e che mostra una fedele ricostruzione dell’aspetto della zona in quegli anni.
A distanza di un secolo, nonostante gli enormi cambiamenti vissuti dalla città di Napoli, il Rione Luzzatti rimane un’isola entro i confini cittadini.
Leonardo Quagliuolo
Per approfondire:
“Napoli millenovecento” del prof. G. Alisio
Leave a Reply