Pozzuoli è celebre fin dall’antichità per essere il porto più importante dell’impero romano, fino alla costruzione di quello di Ostia. Tutt’oggi la cittadina resta legata al passato, conservando la propria funzione commerciale, basato per lo più su prodotti ittici.
La Darsena e la chiesa della Madonna Assunta
La Darsena è un luogo molto suggestivo da visitare, in quanto guardando in prospettiva siamo ai piedi del Rione Terra e la sua posizione sul mare regala dei tramonti spettacolari. Contingente al porto è un luogo da sempre appartenuto ai pescatori, che ormeggiavano e ormeggiano lì le piccole imbarcazioni.
Non è un caso che proprio in questo luogo, a strapiombo sul mare, fu costruita una chiesa nel 1621, per volere della confraternita della Purificazione di Maria, in onore dei pescatori puteolani, che aveva la funzione di ospitare le loro preghiere prima di affrontare i continui viaggi in mare.
La chiesa della Purificazione di Maria o Purificazione a Mare o anche della Madonna Assunta, così conosciuta in onore della Santa a cui i pescatori erano estremamente devoti, non ha avuto vita semplice in quanto per la sua vicinanza al mare era soggetta a frequenti mareggiate che riportavano danni gravi alla struttura. Fu per questo che i confratelli decisero di spostare la sede per le funzioni invernali in uno spazio donato dal comune di Pozzuoli.
I pescatori puteolani erano talmente considerati dai cittadini del borgo marinaro, da avere ben due chiese da dedicare alle proprie abilità, quella dell’Assunta aperta in estate e quella in via G. Marconi per le celebrazioni invernali.
Nacquero dei dissidi tra i confratelli e i pescatori che portarono a una definitiva rottura tra i due gruppi: a prendersi cura e a frequentare la chiesa sulla darsena se ne occuparono soltanto i pescatori. Nel 1872 una violenta mareggiata distrusse completamente la chiesa, che venne poi interamente ricostruita a spese dei pescatori in posizione più arretrata rispetto a prima.
Il pennone o valione o palo di sapone: la festa laica di Pozzuoli
Il pennone o valione o palo di sapone, questi sono i nomi che vengono associati a forse l’unica festività laica sopravvissuta negli anni a Pozzuoli, si festeggia il 15 agosto, giorno in cui si celebra l’assunzione di Maria.
La festa popolare è un vero evento per i cittadini puteolani che, riunendosi in prossimità della darsena e al largo del porto con le barchette, sostengono i pescatori devoti alla Madonna Assunta, che partecipano alla gara.
Questa festività prende il nome dall’albero delle navi, che in dialetto viene appunto chiamato pennone, in legno è di solito lungo 15 metri e viene posizionato con un angolatura di 45° rispetto alla banchina. Viene ricoperto di grasso animale, rendendolo scivoloso: all’estremità vengono poste tre bandierine.
La sfida consiste nel restare in equilibrio sul palo e cercare di prendere una delle bandierine posizionate alla sua estremità. Esilarante è vedere i pescatori in gara cadere in mare, scivolando maldestramente dal palo in legno.
Santo Mamozio, un santo tutto puteolano
A Pozzuoli c’è un santo protettore dei commercianti di frutta e verdura, ma che in realtà non è santo. Santo Mamozio è nato un pò dall’ignoranza dei mercanti e un pò dalle stranezze che hanno reso tanto celebre questa statua. La storia parte da un equivoco, la statua da tutti associati a santo Mamozio, raffigura invece quella del vescovo Martín de León Cárdenas, un uomo che fece grandi opere per l’architettura della cittadina, tanto che i puteolani gli dedicarono una statua.
La statua del vescovo venne posizionata di fronte ad un’altra statua quella del console Marvozio, di cui i puteolani ne storpiarono il nome in Mamozio, trovata senza testa durante gli scavi delle fondamenta della chiesa di San Giuseppe. Alla statua del console romano venne posta con un intervento di restaurazione grossolano, una testa troppo sproporzionata rispetto alle dimensioni del corpo, tanto piccola da far ridere l’intera popolazione.
Queste due statue si trovavano nell’attuale piazza della Repubblica, in cui si teneva anche il mercato della frutta ed è in uno dei giorni di mercato che un commerciante devoto al “santo”, gli donò un intera cassetta di fichi e, lanciandoli contro la statua egli notò che quelli più maturi restavano su di essa, mentre quelli meno maturi cadevano a terra. Il commerciante allora disse: “Santo Mamozio, quelli buoni te li mangi e quelli duri me li rimandi indietro!“.
Da quel giorno alla statua venivano rivolte preghiere e omaggi, essendo venerato come un vero santo dai fruttivendoli puteolani. La statua del console Marvozio è conservata al Museo Archeologico dei Campi Flegrei e lascia far gli onori di casa a quella del vescovo.
Bibliografia
http://www.santamariapozzuoli.it/Assunta.html
Napoli e Dintorni, Touring Club Italiano 1948
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