È difficile distinguere un quadro di Oswald Achenbach da un’immagine che ci siamo creati per ricordare un momento straordinario e senza tempo.
Innamorato dei tramonti, delle luci delicate e dei colori caldi, il pittore tedesco fu uno dei più importanti esponenti della scuola tedesca, decorato con ogni sorta di onorificenza tedesca e straniera, oltre ad aver collezionato premi in tutte le mostre d’arte più famose dei suoi tempi. Era innamorato dell’Italia, un po’ come tutti i suoi colleghi dell’epoca, e nel corso della sua attivissima vita artistica viaggiò per ben due volte in Campania in cerca di nuove ispirazioni artistiche.
Possiamo essere certi che l’ispirazione la trovò: ci ha regalato quadri dalle atmosfere incantevoli che restituiscono, perfette, le stesse emozioni che avremmo potuto provare anche noi nel vivere in prima persona quei momenti.
Il figlio di un mastro birraio che diventò pittore
Nulla lasciava presagire del futuro da artista di Oswald Achenbach: nacque in una ordinaria famiglia di Düsseldorf nel 1827. Era il quinto di 10 figli e il padre era un commerciante che pensò a “sistemare” con una carriera accademica solamente i fratelli più grandi, mentre gli altri furono destinati a lavori manuali.
Hermann Achenbach, il padre, era uno stimatissimo mastro birraio, che poi aprì una locanda e infine cominciò a lavorare come imprenditore. Il ragazzo invece, intorno agli 8 anni, convinse il padre ad iscriverlo all’Accademia d’arte di Düsseldorf proprio come il fratello maggiore Andreas, di 12 anni più grande, che già stava cominciando ad esordire nel mondo della pittura proprio come paesaggista. Paradossalmente, anche se il fratello più grande probabilmente fu di grande ispirazione per il giovanissimo Oswald, fra i due correva pessimo sangue: erano in eterna competizione e si odiarono per tutta la vita.
Era di carattere sempre allegro, di bella presenza e dai modi molto modesti e semplici. Non amava i formalismi e si dice avesse molti amici, ma quando il fratello Andreas era nei dintorni l’umore di entrambi si rabbuiava. Si racconta che un giorno, durante una cena, i partecipanti brindarono per un successo di Andreas e Oswald si rifiutò di alzare il bicchiere. Disse: “Magari quando avrò 70 anni!“.
Per questa ragione i due talenti furono soprannominati “l’alfa e l’omega della pittura tedesca“, alludendo anche scherzosamente ai nomi che iniziano per A ed O.
Poco dopo questo episodio Oswald decise di lasciare l’Accademia, dove era stimatissimo, per intraprendere il suo primo viaggio artistico a 19 anni, tutto nel Nord Italia. Oltre alla tecnica migliorata dai rigidissimi insegnamenti dei suoi maestri, portò nel suo viaggio anche il pittore Albert Flamm, che diventò il suo migliore amico e lo accompagnò per tutta la vita: assieme affrontarono avventure, viaggi ed esperienze artistiche in giro per l’intera Europa, specialmente in Italia.
La loro amicizia addirittura si trasformò in parentela: Achenbach sposò Julie Arnz, figlia di un editore, e Flamm poco dopo sposò la sorella, Anna.
Il viaggio in Campania
Oswald Achenbach giunse in Campania quando aveva circa 50 anni. Era il 1871 ed era già da diversi anni professore della prestigiosissima cattedra di paesaggio della Accademia di Düsseldorf. Il suo animo, nonostante l’età adulta, era ancora inquieto.
Le storie ci raccontano di decine di artisti stranieri che, intorno ai trent’anni, intrapresero viaggi in giro per l’Italia. La Campania fu in particolare una meta privilegiata e sognata da un’intera generazione di pittori paesaggisti, a partire dall’olandese Pitloo ad inizio ‘800, passando per la scuola di pittura russa ed anche quella austriaca. Tutti, irrimediabilmente, incantati dai colori che riuscivano a regalare le prospettive del sole che cala su Sorrento e Amalfi, dei pescatori che tiravano le reti sull’antica spiaggia di Chiaia o sulle austere rovine di Pompei ed Ercolano, che furono una delle scoperte storiche e scientifiche più clamorose del secolo precedente.
Achenbach lasciò quindi la cattedra al suo storico e fidatissimo amico, Albert Flamm, che poi visitò Napoli proprio su consiglio di Oswald. Era il tempo di trovare nuove ispirazioni e, per 9 mesi, si aggirò fra le città della provincia di Napoli.
I quadri che produsse Oswald Achenbach nel primo viaggio in Campania furono legati per lo più alla provincia di Napoli: scelse come base Sorrento e, da lì, si aggirò fra Castellammare di Stabia e la costiera Amalfitana. Poi decise di affrontare un viaggio per esplorare le isole napoletane che ci ha regalato paesaggi indimenticabili di Capri ed Ischia.
La sua tecnica pittorica era particolarissima: tracciava uno schizzo di ciò che vedeva e poi lo completava in studio, seguendo il suo cuore e la sua memoria. A volte, preso da periodi di aridità artistica, accantonava i suoi schizzi per poi riprenderli anche diversi anni dopo la prima realizzazione. Per questa ragione, anche in assenza di fotografie sulle quali basarsi, spesso molti dettagli dei panorami rappresentati sono imprecisi o del tutto falsi.
A lui, che era un fantasioso ribelle di natura che addirittura aveva abbandonato la cattedra di uno degli istituti d’arte più importanti del mondo, questo non importava affatto. Ripeteva sempre ai suoi alunni questa frase:
“il colore è l’emozione più importante“.
Non si può dire che non abbia avuto ragione.
Il secondo viaggio in Campania
Il secondo viaggio di Oswald Achenbach in Campania, fatto nel 1882, fu ancora più lungo: ormai conosceva bene il territorio e, alla ricerca di. La cattedra di paesaggistica l’aveva lasciata nel 1872. Nell’occasione visitò Napoli, Torre del Greco e Sorrento.
Si stima che i quadri di Oswald Achenbach sparsi per il mondo siano circa 2000, ma non è mai stato fatto un censimento preciso di tele originali e di falsi attribuiti all’autore. Allo stesso modo, di quadri della Campania ne sono noti poco più di una trentina, ma è molto probabile che ne siano molti di più. Ad oggi quelli che possiamo ammirare si trovano sparsi fra i musei di San Pietroburgo, Dusseldorf e Berlino, ma tanti altri sono in collezioni private.
Quel che è certo è che, ovunque si trovino, i quadri di Achenbach regalano scene di una bellezza tanto pura e intensa che, proprio come diceva lui, i dettagli fotografici non sono necessari per essere travolti dalla meraviglia.
-Federico Quagliuolo
Riferimenti
Giuseppe Zingone, Libero Ricercatore
Oswald Achenbach (in tedesco)