Si può dire che Nola esiste da sempre. O almeno esiste da quando è nata la civiltà umana.
La città principessa dell’Agro Nolano si trova infatti in un territorio già abitato in epoca preistorica e sono numerosissimi i reperti trovati che ci riportano alle origini della Storia. Proprio per questa ragione la ricostruzione della Storia di Nola è difficilissima, ma sappiamo con certezza che i nostri primi antenati si stabilirono qui nell’età del bronzo, intorno al 1700 a.C. e forse anche prima.
La “Pompei preistorica”
La genesi di Nola è antichissima è recentissima allo stesso tempo: solo nel 2001 è infatti stato scoperto un intero villaggio preistorico completamente sepolto dalle ceneri, proprio come Pompei. Si tratta del più antico villaggio preistorico (e soprattutto meglio conservato) in Italia: era un piccolo paese nell’attuale località Croce del Papa di Nola composto da capanne, recinti e piccoli edifici. Fu distrutto dall’Eruzione di Avellino intorno al 1900 a.C., ma molto probabilmente gli abitanti si salvarono fuggendo con i propri oggetti personali: ci sono infatti anche pochi reperti storici, questo ci fa pensare che molte cose siano state portate via durante la fuga di un evento drammatico che si realizzò circa 4000 anni fa.
Questo ritrovamento, oltre ad avere un valore inestimabile, ci permette di definire come mai prima d’oggi i modi di vita e le organizzazioni umane durante l’età del bronzo. Si tratta anche di uno dei più antichi insediamenti in Italia.
Hyria, la città svanita
Tutto cominciò con Hyria, da non confondere con l’omonima città pugliese, che si chiamava Oria: la nostra si leggeva “Uria“ o “Urina“.
Non esistono quasi tracce di edifici dell’antica città che sorgeva prima di Nola intorno al VI secolo a.C.: ne siamo a conoscenza solo per la presenza di alcune monete, vasi ed altri ritrovamenti minori. Andrea De Stefano, il canonico che si occupò di realizzare il maggiore studio sulle origini antiche della città, stabilì che l’antica Hyria era l’attuale Borgo di Casamarciano, che ancora oggi esiste. Proprio De Stefano spiega che la presenza di numerose città in Italia dal nome “Oria“, “Irina” e simili testimonia che Nola ha un’origine comune con queste ultime, quasi sicuramente etrusca. Si spinge ancora di più: a suo avviso una antica strada, che si chiamava fino agli inizi del ‘900 “Contrada Vriana“, potrebbe essere un indizio per individuare la strada che portava all’antica Uria. Guardacaso collegava Nola a Casamarciano. La strada opposta si chiamava Contrada Ogliaro che, dopo una lunga ricostruzione etimologica, De Stefano fa risalire al verbo greco “ollumi“, che significa morire. Era infatti il luogo dell’antica necropoli dei primi uriani.
Invasioni e guerre in tempi antichi
Hyria e Nola erano alleate assieme ad Avella, Napoli e Pompei: il territorio della Campania Felix era infatti conteso da numerose popolazioni italiche: i primi a conquistare la città furono gli Etruschi dalle pianure per creare l’”Etruria Campana” fondando 12 città (arrivando fino a Vietri), poi arrivarono i Sanniti e infine i Greci. Ci troviamo nel IV secolo a.C. e la storia dell’antica Hyria era nel periodo di massimo splendore: la città era molto ricca, aveva uno strettissimo rapporto con Avella e dominava l’intero agro nolano fino a Neapolis.
Non sappiamo cosa portò alla distruzione di Uria: ci viene raccontato dalle fonti che, accanto alla città antica di origine Osca, nel periodo etrusco nacque Novla, che è diventata la nostra Nola. Insomma, una storia molto simile a quella di Palepoli e Napoli. Nel caso di Hyria, però, probabilmente fu un’invasione Sannita a distruggere la città facendo scappare gli abitanti nella vicina Novla.
L’ultimo a visitare Nola da nemico fu il leggendario Annibale: proprio in quell’occasione Nola decise di allearsi con Roma, pur di non cadere vittima dei cartaginesi, e da quel momento entrò nell’orbita romana, diventando a tutti gli effetti una città federata.
Ci sarà un’ultima guerra proprio contro i romani nell’80 a.C., perché i nolani non accettavano la riduzione di sovranità imposta dalla futura capitale del mondo: ci pensò Silla con un esercito e un assedio durato ben 10 anni per prendere il controllo della città.
La città dei grandi uomini
Nola fu la città d’inizio e fine di uomini che cambiarono il corso della Storia: da Ottaviano Augusto, che morì “apud Nolam” secondo Tacito (ma molti studiosi pensano che la sua casa si trovasse a Somma Vesuviana), a Giordano Bruno, che vide la luce proprio in questa città nel suo periodo di massimo splendore.
Non dimentichiamo anche lo storiografo Ambrogio Leone, contemporaneo di Giordano bruno. E poi ricordiamoci nel campo della scultura l’eccellenza di Giovanni da Nola, più conosciuto come Giovanni Merliani. Fra le tantissime sue opere straordinarie, pensiamo al sepolcro monumentale di Pedro de Toledo.
Gli Orsini di Nola: la città nobile
Nola tornerà una città nobilissima sotto la guida di Orso Orsini, esponente della famiglia nobiliare di origine romana che gestì la città per ben 250 anni, dal 1290 al 1533.
Fu però sotto il governo di Ferrante d’Aragona che la città diventò ricca e sfarzosa come uno dei comuni rinascimentali d’Italia: Orso Orsini nel 1461 giurò fedeltà al figlio di Alfonso d’Aragona e, grazie alla sua intelligenza, saggezza e fedeltà, diventò addirittura consigliere personale del re. Nel suo periodo di massimo potere nel solo palazzo Orsini di Nola il Conte assunse “ottanta boche et persone de casa“. Frequentavano la cittadina avvocati, notai, giuristi, poeti e notabili della Corona, tutti ospiti della nobilissima famiglia che, stranamente, non diede il proprio stemma alla città.
Una fedeltà pagata a caro prezzo
Il resto della Storia di Nola fu un misto di splendore e drammi. Dopo l’arrivo degli Spagnoli e l’inizio del Viceregno, cominciò un fermento culturale che non si è mai fermato, misto ad eventi drammatici: dal rogo di Giordano Bruno alla rivolta di Masaniello: la città non si ribellò (e fu risparmiata dalle purghe dell’esercito), ma non si salvò dalle vendette di Ferdinando I di Borbone dopo le rivolte del 1820. I nolani presero botte anche dall’altro schieramento: nel 1860 la città rimase fedelissima alla monarchia di Francesco II e il generale Pinelli fece fucilare in pubblica piazza 232 nolani. E infine nel 1943 i tedeschi fecero qui la prima strage di civili in Italia, uccidendo 18 innocenti per rappresaglia.
Oggi c’è un filo rosso che collega Nola al suo passato, con una storia cominciata quattro millenni fa: anche se la città non è nemmeno più a capo di una provincia o di un circondario,
D’altronde, tutto a Nola ha un legame con l’antico: pensiamo che la festa dei Gigli, che ancora oggi è celebrata con grandissime feste, è una tradizione nata 1600 anni fa che dà ancora oggi lustro alla Storia di questa città agli occhi del mondo.
-Federico Quagliuolo
Riferimenti:
Andrea De Stefano, Hyria od Hyrina, Istituto Grafico Editoriale Italiano, Napoli, 2002
Figliuolo, Di Meglio, Ambrosio, Ingenita Curiositas, Lavegliacarlone, Battipaglia, 2018
The early and Middle Bronze Age (1/2) in South and central Tyrrhenian Italy and their connections with the Avellino eruption: An overview – ScienceDirect
Cenni_Storici.pdf (nola.na.it)
Gli Orsini – Corteo storico degli Orsini (corteodegliorsini.altervista.org)
Villaggio Preistorico (nola.na.it)
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