La storia di Beatrice Vitoldi, attrice nota per la sua drammatica interpretazione nella Corazzata Potëmkin, parte dalla Campania, per la precisione da Salerno. Fu lì che la donna con la carrozzina del film di Ėjzenštejn nacque nel 1895. Oltre alla sua esperienza cinematografica, si interessò molto all’arte e alla politica. Fu inoltre ambasciatrice sovietica in Italia.
La vita di Beatrice
Beatrice Vitoldi all’epoca della Corazzata Potëmkin aveva 30 anni. Emigrò presto da Salerno, trasferendosi a Riga a soli 5 anni, seguendo il padre ingegnere dell’industria Russisch-Baltischen Waggonfabrik. La sua famiglia si sarebbe spostata in seguito a San Pietroburgo. Lì la futura attrice entrò in contatto con gli ideali bolscevichi e arrivò a partecipare attivamente alla rivoluzione d’ottobre del 1917. Lavorò anche per il Proletkult, organismo sovietico che aveva come obiettivo lo sviluppo dell’arte proletaria al di fuori della cultura borghese.
A San Pietroburgo Beatrice incontrò il regista Sergej Michajlovič Ėjzenštejn, che nel 1925 la volle come interprete della madre con la carrozzina nella scena della Scalinata di Odessa, uno dei momenti salienti della pellicola. Nonostante il piccolo ruolo, Beatrice raggiunse così la notorietà in Unione Sovietica.
La sua fama fu sfruttata anche in campo politico. Venne infatti nominata, nel 1931, prima ambasciatrice dell’Unione Sovietica in Italia. Sarebbe poi stata richiamata a Mosca nel 1937, dove venne processata e condannata in un gulag, duranti le grandi purghe staliniane. Morì nel 1939, in circostanze non ancora chiarite.
La scena della carrozzina
La Corazzata Potëmkin racconta la vera storia della rivolta al potere zarista nata a partire da un gruppo di marinai e diffusasi nella città di Odessa. I cosacchi dello zar intervennero per reprimere il movimento, sparando sulla popolazione. Ėjzenštejn volle collocare la scena del massacro sulla Scalinata di Odessa, oggi nota come Scalinata Potëmkin, tra l’altro progettata dall’italiano Francesco Boffo. Fu proprio la scalinata a suggerire la rappresentazione della scena. Il momento topico dello sterminio fu proprio la lenta discesa sulle scale di una carrozzella abbandonata a se stessa, persa da una madre fucilata.
Beatrice Vitoldi interpreta, per pochi fotogrammi, la donna protagonista della scena della carrozzina. Seppur di breve durata, la sua drammatica interpretazione contribuì al successo della pellicola. L’enfasi mimica di Beatrice, volta a esprimere tutto il dramma vissuto dalla madre, era in realtà una delle caratteristiche della recitazione nel cinema muto. Il film sarebbe divenuto, nel tempo, una delle opere più influenti di sempre.
Le celebri citazioni
Alla fama del film in Italia contribuì non poco la celebre parodia di Fantozzi, dove viene ribattezzato La Corazzata Kotiomkin, la cui proiezione impedisce al ragioniere e ai suoi colleghi di vedere la partita dell’Italia. La pellicola fu per l’occasione girata nuovamente nella scena della scalinata, per l’impossibilità di utilizzare le scene originali, con Beatrice Vitoldi reinterpretata da Alba Maiolini. Gli impiegati sarebbero poi stati condannati a recitare la stessa scena, per volere del loro superiore, con Ugo Fantozzi designato nella parte del bambino nella carrozzina. Una curiosità: ne Il secondo tragico Fantozzi la pellicola viene presentata come un’opera esasperante, in quanto eccessivamente lunga, quando in realtà dura solo 75 minuti.
In campo internazionale la scena della carrozzina è stata ripresa anche ne Gli Intoccabili di Brian De Palma e nella versione parodistica di Una pallottola spuntata 33⅓ – L’insulto finale.
Il ricordo di Beatrice Vitoldi
La storia di Beatrice Vitoldi venne scoperta in Italia soltanto molto tempo dopo. Il regista e produttore salernitano Vincenzo De Sio ha voluto ricordarla attraverso il cortometraggio Beatrice, dove l’attrice viene rappresentata attraverso delle tavole animate in cui la si vede, per la prima volta, sorridere.
Seppur a Salerno non ci sia una strada o una piazza a lei dedicata, le è stato intitolato il premio Miglior Recitazione all’interno del Festival “Salerno in CORTOcircuito“, rassegna cinematografica indipendente organizzata dal 2010 dall’Associazione Rete dei Giovani per Salerno. Nel corso dell’edizione del festival del 2021, svoltasi presso il Teatro Santa Margherita di Salerno, Beatrice è stata ricordata anche attraverso il cortometraggio di Vincenzo De Sio.
Riferimenti:
Maurizio Del Ministro; Sergej M. Ejzenštejn La corazzata Potëmkin; 2015
https://www.daviddidonatello.it/concorso/schedaunicacorto.php?idfilm=11834
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