Quanti di voi sanno che a Napoli è custodita un’opera di Michelangelo Buonarroti? Ebbene sì: oltre Caravaggio e Tiziano le mura partenopee custodiscono un marmo del più grande scultore di tutti i tempi, o almeno così sembrerebbe!

Sant’Anna dei Lombardi: Firenze a Napoli

Prima di concentrarci su Michelangelo bisogna fare una doverosa promessa sul luogo che accoglie il protagonista della nostra storia: il complesso monumentale di Sant’Anna dei Lombardi.

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L’interno della chiesa di Sant’Anna dei Lombardi a Napoli

Fu fondato nel 1411 con il nome di Santa Maria degli Olivetani, perchè affidata ai Padri dell’ordine omonimo. Successivamente prese il nome di Sant’Anna dei Lombardi perchè fu ceduta nel 1801 alla preesistente Arciconfraternita dei Lombardi, che non distante dall’attuale complesso era proprietaria di una chiesa dedicata proprio a Sant’Anna.

All’interno di questo edificio sacro, oltre a Michelangelo, sono conservati numerosi capolavori della storia dell’arte. Tra tutti il “Compianto sul Cristo Morto“, meraviglioso gruppo scultoreo in terracotta di Guido Mazzoni, tra i conservati meglio al mondo.

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Il “Compianto sul Cristo morto” di Guido Mazzoni, un autentico capolavoro: un gruppo scultoreo in terracotta

L’unicità di questo complesso sta anche nel suo apparato decorativo, tipicamente rinascimentale. Si tratta di una vera e propria rarità nella città di Napoli, fortemente caratterizzata da chiese e palazzi barocchi e neoclassici.

Oltre che nell’impianto architettonico regolare e ben studiato, il Rinascimento si può chiaramente percepire ammirando la spettacolare “Sacrestia Vecchia” affrescata dal fiorentino Giorgio Vasari. Insomma, un piccolo angolo di Firenze a Napoli!

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Un’altra meraviglia di Sant’Anna dei Lombardi: la “Sacrestia Vecchia” decorata da Giorgio Vasari

L’opera attribuita a Michelangelo Buonarroti

Entrando nella chiesa di Sant’Anna dei Lombardi si rimane stupiti dalla sua bellezza. A destra si trova la Cappella Correale di Terranova: è qui che si custodisce l’angioletto di Michelangelo.

La sua attribuzione è ancora argomento di dibattito, sebbene molti studiosi di fama mondiale si siano sbilanciati positivamente.

La Cappella Correale fu costruita a fine ‘400 e decorata dallo scultore fiorentino Benedetto da Maiano, tra i più noti marmisti del suo tempo.

Con molta probabilità fu per un breve periodo maestro di un giovane (o per meglio dire “adolescente”) Michelangelo: un altro aspetto che corrobora ulteriormente l’attribuzione napoletana.

Nella Cappella Correale Benedetto da Maiano realizzò una pala di marmo con l’Annunciazione: un’opera straordinaria che da sola vale il prezzo del biglietto.

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L’altare dell’Annunciazione di Benedetto da Maiano. In alto, alla destra dell’oculo, si trova l’angioletto reggifestone attribuito al giovane Michelangelo.

In alto si trovano degli angioletti/spiritelli reggifestone. Quello a destra, in particolare, presenta delle caratteristiche uniche, che lo differenziano dal resto della composizione.

Torsione accentuata del corpo, braccio destro alzato (e purtroppo spezzato), sorriso ironico e modellato delicato: sono tutti elementi che denotano una nuova sensibilità scultorea, tratti peculiari della scultura di Michelangelo.

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Il putto michelangiolesco in una visione più ravvicinata che permette anche il confronto con lo stesso soggetto, realizzato però da Benedetto da Maiano.

Gli studiosi favorevoli a questa attribuzione, infatti, propongono dei parallelismi con opere più mature di Michelangelo come il Tondo Doni, i Prigioni della Galleria dell’Accademia o il Cristo del Giudizio Universale.

Sebbene l’attribuzione a Michelangelo non sia ancora certa, ciò che è certo è che la città di Napoli conserva sempre sorprese in ogni angolo. E di certo una visita a questo meraviglioso complesso è più che consigliata.

Un luogo unico nel panorama partenopeo, dove si può respirare un po’ di Rinascimento, lontano dal caos della vita moderna.

Fonti

  • F. CAGLIOTI, Su Michelangelo scultore, allievo di Benedetto da Maiano, in A. NOVA – V. ZANCHETTIN (a cura di), Michelangelo. Arte, materia, lavoro. Atti del convegno, 9-11 ottobre 2014, Marsilio Editore, Venezia 2019.

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