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Nella “piana del dragone”, secondo la leggenda, un drago si nascondeva in una caverna, e terrorizzava gli abitanti dello sfortunato paese vicino, a pochi chilometri da Avellino: Volturara Irpina.

Inoltre, c’è un particolare fenomeno che caratterizza questa piana nel cuore dell’Irpinia, che è correlato alla leggenda: periodicamente, riemerge dall’acqua il terreno che nel resto del tempo è sommerso, consentendo ai passanti di attraversare la valle.

Piana del dragone
La piana del dragone. Si notano delle lingue di terra emerse. Foto di: Sistema Irpinia

Il drago di Volturara Irpina

Come narra la credenza popolare, in una caverna situata nella valle, poi nota come “Bocca del dragone”, risiedeva un mostruoso drago a tre teste e con un occhio solo, che sarebbe giunto fin lì da territori molto lontani, assieme ad un gruppo di Visigoti, alcuni dei barbari che, dopo la caduta dell’Impero Romano d’occidente, terrorizzavano la penisola italiana. Pare, inoltre, che facesse da custode a delle inestimabili ricchezze, accumulate dagli invasori durante le loro feroci razzie e che né persone, né bestiame erano sufficienti a soddisfare la sua fame.

Soltanto un uomo ebbe il coraggio di sfidare quella creatura: il misterioso cavaliere ricordato con il nome di Gesio. Quest’ultimo prima cacciò i Visigoti dal paese, dopodichè ingaggiò un duello con il drago, armato solo della sua spada. Dopo un estenuante combattimento, riuscì a trafiggere e uccidere il suo nemico, perforandogli il cuore e ponendo fine alle sofferenze degli abitanti di Volturara Irpina.

La valle avrebbe assunto il nome di “Piana del dragone” poichè le cavità sotterranee, che consentono il drenaggio dell’acqua, si sarebbero originate grazie al drago che ci si stabilì.

L’origine del fenomeno

Durante il rigido inverno irpino, tra le piogge, le nevicate abbondanti e il conseguente scioglimento del ghiaccio accumulato, questa valle, situata a 685 metri sul livello del mare e circondata dai monti Costa, Chiarini, Foresta, Valle dei Lupi e Calcara d’Alessio, viene inondata dall’acqua, fino a diventare simile ad un lago e, un tempo, questa particolarità risultava estremamente fastidiosa e problematica per i cittadini della vicina Voturara Irpina, per via delle frequenti inondazioni che il paese subiva.

L’origine della leggenda risale, probabilmente, agli anni successivi al devastante terremoto del 1456, un sisma che aveva l’epicentro al confine tra le attuali Campania e Puglia e che ha mietuto moltissime vittime nel Regno di Napoli, a tal punto da essere ricordato come uno degli disastri naturali più tremendi che abbiano colpito la penisola italiana.

La scossa fu tanto forte da aprire una voragine larga e profonda all’interno della valle, somigliante ad una grotta. Proprio grazie a quest’ultima, che prosegue in un lungo complesso di cunicoli sotterranei, in estate il livello dell’acqua scende, determinando un sorprendente mutamentod del modo in cui la valle si presenta agli occhi di chi la visita.

Da quel momento, infatti, con l’alternarsi dell’estate e dell’inverno, in quella piccola valle è possibile ammirare due paesaggi completamente diversi: il laghetto circondato da ghiaccio e neve in inverno, in estate vede abbassarsi di molto il livello dell’acqua, scoprendo terreno che diventa un ampio prato verde e, tra gli spazi ancora pieni d’acqua, una striscia di terra consente di attraversare la valle da parte a parte, interamente a piedi.

Piana del dragone inverno
Una foto della piana del dragone in inverno. Foto da Sistema Irpinia

Nel corso dei secoli, la valle è stata sottoposta a più lavori di bonifica, nonchè di perfezionamento degli impianti per drenare l’acqua che si accumula. Nella prima metà del ‘900, durante il Regime fascista, la piana del dragone è stata perfino usata come pista dall’Aeronautica Militare del Regno d’Italia.

Ad oggi, la Piana del dragone ha conservato intatta e incontaminata la sua bellezza naturale e consente ai suoi visitatori di immergersi in uno scenario dall’aria incantata, che sarebbe degno di fare da sfondo ad una storia fantasy.

Curiosità: c’è anche un’altra leggenda che parla di un drago in Irpinia, ma a Montefusco!

Sitografia

Sistema Irpinia, https://sistemairpinia.provincia.avellino.it/it/luoghi/piana-del-dragone

FAI, https://fondoambiente.it/luoghi/bocca-del-dragone

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