Alle spalle del colossale Acquedotto Carolino si nasconde il fratellino del Maschio Angioino di Napoli. Stiamo parlando del Castello di Durazzano, una fortezza medievale che spunta orgogliosa ancora oggi fra le case, i campi coltivati e le stradine strette di un antico borgo rurale in provincia di Benevento, ma che in realtà è vicinissimo a Caserta.
La sua architettura fu infatti ispirata a quella dell’originale Castel Nuovo di Napoli e ne ha conservato le forme, dato che non ha mai conosciuto la ristrutturazione aragonese di quest’ultimo.
La storia di Durazzano
Durazzano probabilmente prende il suo nome da Oraczanum: compare questo termine nel 1311 ed è quasi sicuramente la storpiatura di Horatianum. Ci troviamo insomma dinanzi ad un classico toponimo prediale della Campania, come Marano, Pomigliano, Gragnano e tanti altri.
Altri invece ritengono che il nome sia stato storpiato in “Durazzano” per la presenza fondamentale di Carlo III di Durazzo, il re di Napoli che proprio qui fece costruire il nostro castello durante le sanguinose battaglie che lo coinvolsero per la conquista del trono di Napoli.
Scese infatti in Italia per vendicare la morte di Andrea d’Ungheria per mano -forse- della stessa Regina Giovanna.
Il Castello di Durazzano
Ed eccoci davanti all’ingresso del Castello di Durazzano. Nascosto dalle casette e dalle strade strettissime, si comincia a vedere il primo torrione solamente quando si è vicini alla struttura: è circondato ancora oggi da un fossato, che un tempo veniva riempito con le acque del vicino fiume ed aveva due scopi: forniva acqua agli abitanti del paese e difendeva gli abitanti in caso di assedio nemico.
Guardiamolo con attenzione: ci troviamo dinanzi a un castello costruito sul modello dell’allora giovanissimo Maschio Angioino di Napoli che, a dire il vero, era particolarmente comune in quei tempi: una fortificazione di forma quadrata con quattro torri ai lati. Un tempo conservava affreschi e fregi di famiglie nobiliari, ma nei secoli è andato perduto quasi tutto. Ancora oggi è abitato dai discendenti degli antichi feudatari di Durazzano.
Re e grandi ospiti
La piccola Durazzano vide nella sua Storia diversi ospiti d’onore. Il primo fu proprio Carlo I d’Angiò che, durante la guerra di conquista del trono di Sicilia ai danni di Manfredi, si stanziò da queste parti con le sue truppe in attesa di invadere Napoli. Troveremo cent’anni dopo Carlo III di Durazzo anche lui impegnato nell’ennesima battaglia per la conquista della capitale del Regno.
Per secoli poi troveremo feudatari delle più importanti famiglie di Napoli: dai d’Aquino ai Carafa, senza dimenticare i Caracciolo e i Gargano. Questi ultimi saranno ricordati per la loro gestione dispotica del territorio e per l’unico assedio del castello: in occasione della rivolta di Masaniello, infatti, i cittadini assaltarono la fortezza per cacciare i padroni.
Ma andiamo in tempi nuovi e moderni: una volta individuata l’inedita somiglianza fra il Maschio Angioino originale e il Castello di Durazzano, venne di persona qui Alexandre Dumas padre. Era il 1828, sotto il regno di Francesco I di Borbone, e lo scrittore francese cercava ispirazione per le ambientazioni del suo romanzo “Giovanna di Napoli”, dedicato agli intrighi e ai delitti di una delle prime regine d’Europa che visse proprio nel Maschio Angioino.
Trovò proprio nel Castello di Durazzano la sua risposta: lontano dagli sconvolgimenti del mondo, infatti, la fortezza non conobbe mai la ristrutturazione aragonese del Castel Nuovo e, come una vecchia zia che si rincontra dopo una vita intera, gli permise di conoscere memorie e visioni del passato che avremmo altrimenti dimenticato.
-Federico Quagliuolo
Riferimenti:
Pro Loco DURAZZANO – L’Associazione (tiscalinet.it)
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