Napoli e Genova condividono un santo speciale: San Giorgio l’ammazzadraghi.
La leggenda
Giorgio era un cavaliere della Cappadocia che viaggiava con uno scudo biancocrociato e che si recò nel IV Sec. D.C. in una città chiamata Salem, in Libia.
In questa città abitava un drago che riposava in un lago (un po’ come il famoso dragone Tarantasio di Milano) e che spesso si recava ad uccidere i cittadini con il suo fiato infuocato.
Per tenerlo a bada, i cittadini della città offrirono al drago tutte le pecore dei loro pascoli. Una volta finite le pecore, fu deciso di offrirgli un sacrificio umano ogni anno, fino al giorno in cui i popolani decisero di sacrificare Silene, la bellissima figlia del re di Libia.
Fu qui che intervenne San Giorgio: venuto a sapere del sacrificio della bellissima ragazza, il cavaliere si recò in città annunciando che aveva parlato addirittura con il Signore in persona: “se vi convertirete tutti alla Parola di Dio, sarete battezzati e salvati dall’ira del drago“.
Il re, disperato, esortò il popolo a tentare quest’ultima via spirituale, con una preghiera collettiva. Arrivato il mostro in città, San Giorgio sguainò la spada, tagliò la testa al drago e liberò la popolazione dalla maledizione.
Una fanciulla, il cavaliere, il re, il mostro, Dio ed il lieto fine. La trama perfetta per una storia medievale.
Genova e Napoli
La conclusione che a noi interessa, però, è un’altra: le gesta così prodigiose di Giorgio diventarono leggenda durante le Crociate, durante le quali i Templari raccontavano le sue numerose gesta, attribuendogli le più fantasiose e varie avventure: vere e proprie fan fiction made in Terra Santa. Giorgio fu soprannominato così “il Cavaliere Santo, il Santo protettore dei Cavalieri“.
Ed ecco la Superba, Genova: la città ligure era una roccaforte proprio dei cavalieri Templari ed ancor prima il porto più importante dell’impero Bizantino, il culto del santo fu introdotto nel 500 D.C. e, successivamente, fu raccontata dal Vescovo di Genova nel 13° secolo, durante le crociate alle quali i cavalieri genovesi parteciparono.
Lo stesso simbolo della città riprende il suo scudo crociato e, soprattutto, nel gonfalone è disegnata la scena dell’uccisione del drago.
E che c’entra Napoli?
La città napoletana ha da sempre avuto strettissimi contatti con la popolazione genovese, che aveva una loggia e una chiesa a loro dedicata, “San Giorgio dei Genovesi”.
C’è però anche la più grande e famosa Basilica di San Giorgio Maggiore, a Via Duomo. Si tratta di un edificio costruito inglobando un antico tempio dell’ottavo secolo D.C.: dietro un quadro, infatti, si nasconde un affresco originale nel quale è ritratta la scena presente nel gonfalone del Comune di Genova.
Come mai per Napoli è così importante San Giorgio, tanto da diventare un santo protettore della città?
Ce lo spiegano i Borbone-Due Sicilie: il casato reale è proprio a capo dell’Ordine Costantiniano di San Giorgio.
-Federico Quagliuolo
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