La bellissima chiesa di Santa Maria Novella di Firenze ha un’origine salernitana. Fu infatti realizzata nel XIII secolo dopo l’arrivo di un frate domenicano, Giovanni da Salerno, che decise di stabilirsi a Firenze su indicazione di San Domenico in persona.
Chi era Giovanni da Salerno?
Su di lui si sa molto poco. Nacque nel 1190 a Salerno da una famiglia benestante di origine normanna e visse in città per tutta la sua adolescenza, fra agi e onori che competevano ad un giovane rampollo.
La Salerno del giovane Giovanni era una città molto ricca che viveva ancora sulle antiche glorie del periodo del Principato, anche se ormai era già da cinquant’anni diventata una provincia del regno creato da Ruggiero il Normanno. La scuola medica della città rappresentava ancora un’eccellenza europea, ma il destino sul secondo golfo della Campania si prospettava difficile: presto sarebbero arrivati gli Angioini e Napoli avrebbe preso il monopolio politico, economico e culturale su tutte le città della Campania.
In quest’ambiente in piena evoluzione, Giovanni da Salerno fu mandato dalla famiglia a Bologna, per studiare le scienze naturali all’Università (quella di Napoli sarebbe nata appena 10 anni dopo la partenza di Giovanni!). E fu proprio durante il suo periodo universitario bolognese che avvenne l’incontro della vita: il salernitano conobbe un predicatore spagnolo di poco più grande di lui, Domenico di Guzman, che proprio in quegli anni stava per fondare l’ordine che un giorno sarebbe diventato uno dei più potenti d’Italia.
Si racconta che il giovane Giovanni, scosso nel profondo dalla fede dimostrata dal suo amico e predicatore, il futuro San Domenico, un giorno si gettò ai suoi piedi piangendo e chiedendogli di poter entrare nell’ordine.
Predicatore o inquisitore?
Il percorso di Giovanni da Salerno all’interno dell’ordine dei Predicatori, che un giorno sarà conosciuto come ordine Domenicano, fu rapidissimo. Dopo il noviziato, come tutti i giovani fu lanciato subito nella mischia: assieme ad altri 11 frati fu infatti inviato nella Firenze divisa nella guerra civile fra guelfi e ghibellini. Era il 1219 e, nelle sue opere di predicazione, riuscì presto a conoscere tutti i notabili della città, fra cui il vescovo Giovanni da Velletri, che lo prese in grande simpatia, e soprattutto strinse una forte amicizia con il cardinale Ugolino di Segni, che un giorno sarà Papa Gregorio IX.
Il buon frate Giovanni attirava le simpatie della Chiesa anche grazie ai suoi metodi di contrasto dei ghibellini che furono evidentemente molto efficaci, dato che dai posteri fu soprannominato “il martello degli eretici“.
Così, dopo aver ricevuto tanti suoi servigi efficaci e puntuali (Giovanni da Salerno diventò anche capo dell’Inquisizione fiorentina proprio per mano di Gregorio IX), il Papa fu contentissimo di aiutare il frate salernitano a trovare la futura sede per il suo ordine, anche perché i frati predicatori stavano assumendo sempre più forza e proseliti in tutta Italia.
Così Giovanni, dopo vent’anni di passaggio in varie chiese nei pressi di Firenze, riuscì ad ottenere una piccola chiesetta al di fuori delle mura cittadine.
La struttura si chiamava “Santa Maria delle Vigne”, proprio perché immediatamente al di fuori dell’antica Firenze già si estendevano i filari dei vigneti toscani, ed era un luogo molto tranquillo. Chi l’avrebbe mai potuto prevedere che un giorno sarebbe diventata il centro della città con tanto di stazione!
Nasce Santa Maria Novella
Dopo aver scoperto l’antefatto, il nome della chiesa fiorentina ci diventa chiarissimo: Santa Maria Novella è la vecchia “Santa Maria” rinnovata. Giovanni da Salerno, però, non riuscì a vedere la “sua” chiesa completata, come la conosciamo noi: i lavori di demolizione cominciarono nel 1246, probabilmente proprio quando morì il protagonista della nostra storia, e la costruzione cominciò nel 1279, molti anni dopo.
I Domenicani, però, non dimenticarono il padre dell’ordine fiorentino e proprio nella chiesa di Santa Maria Novella c’è la tomba di a Giovanni da Salerno, il domenicano che, partito dalla Campania, fu alle origini di una delle più belle opere d’arte di Firenze. Per la beatificazione dovremo aspettare molto più tempo: avverrà infatti solo nel 1784, circa 550 anni dopo la sua morte. Ed è proprio la sua agiografia pubblicata in quell’anno che ci regala le informazioni sul personaggio che, altrimenti, sarebbe stato solo un nome e un volto muto, raffigurato nei dipinti della chiesa fiorentina con tanto di Santa Maria Novella fra le mani.
-Federico Quagliuolo
Riferimenti:
Vita del beato Giovanni da Salerno, Stamperia Antonio Benucci e Compagni, Firenze, 1784