Piazza Vanvitelli è il cuore del Vomero, ogni giorno percorsa da centinaia di persone negli ultimi 130 anni. Un punto di riferimento fondamentale, nonchè lo snodo principale per raggiungere qualsiasi altra parte del quartiere.
Nonostante i suoi antichi, inconfondibili, quattro palazzi siano un’immagine indelebile nella mente di ogni assiduo frequentatore del Vomero, essendo rimasti pressochè invariati, la piazza ha subito importanti cambiamenti negli anni, che agli occhi dei vomeresi non sono passati inosservati.
La fondazione del “Nuovo rione Vomero“
Era il 1885, il centro storico di Napoli stava venendo sconvolto dai piani del Risanamento mentre i primi assi viari del nuovo quartiere Vomero erano appena stati tracciati sulle antiche strade di campagna che solcavano le colline, ai piedi dell’antico Castel Sant’Elmo.
Le strade, infatti, rimasero contrassegnate esclusivamente da un numero fino al 1890, in cui fu stabilito dalla “Commissione permanente per la denominazione delle vie” del Comune di Napoli che il quartiere collinare sarebbe stato dedicato a celebri artisti campani ed anche provenienti resto della ancora giovane Nazione Italiana.
I primi nomi selezionati furono quelli del napoletano Gian Lorenzo Bernini, del palermitano Alessandro Scarlatti (che, tuttavia, a Napoli visse e morì) e del celebre architetto, anch’egli napoletano, Luigi Vanvitelli.
Le prime costruzioni, tra cui le funicolari di Chiaia e Montesanto, furono realizzate dalla Banca Tiberina, che fu coinvolta in un grande scandalo nel 1899, motivo per cui dovette cedere le proprietà ed i suoli edificabili alla Banca d’Italia. Una delle poche aree completamente edificate era proprio Piazza Vanvitelli.
Durante la gestione dei terreni da parte della Banca d’Italia, non vi fu una vera e propria coordinazione degli interventi edilizi, bensì solo una semplice lottizzazione che comportò, negli anni a seguire, la costruzione di palazzi di dimensioni molto variabili e talvolta eterogenei tra loro.
Piazza Vanvitelli e la famosa palma
La piazza, di forma ottagonale, molto spaziosa, è rimasta pressochè immutata nel tempo per quanto riguarda i quattro edifici che vi fanno capo, analogamente alla piazza Nicola Amore, che ha storia e conformazione simili. Nel 1900, all’indomani della cessata attività speculativa della Banca Tiberina, piazza Vanvitelli appariva tuttavia diversa rispetto ad oggi:
I marciapiedi erano molto più stretti rispetto a quelli odierni, a livello della strada non vi era ampia scelta di locali commerciali, come oggi, bensì ulteriori appartamenti. Per non parlare del traffico, all’epoca costituito prevalentemente di (poche) carrozze trainate da cavalli. Ma la differenza fondamentale sta nel centro della piazza: c’era una fontana.
Ci fu una grande novità per piazza Vanvitelli nel 1912: terminò l’impresa di conquista da parte del Regno d’Italia della Libia. Per celebrare la vittoria, furono importate in Italia alcune piante tipiche del luogo, come una sorta di trofeo. A piazza Vanvitelli toccò una palma, che sostituì la fontana, definitivamente.
In quegli anni, gli edifici ospitarono, oltre alle residenze degli storici abitanti del quartiere e vari studi professionali e istituti, di cui alcuni ancora oggi presenti, anche lo studio del musicista Florestano Rossomandi, che oggi ha una via dedicata proprio al Vomero, nonchè il consolato di San Marino.
I lavori della metropolitana
Nel 1976, alla presenza del sindaco Valenzi, incominciò la costruzione della Linea 1 della metropolitana di Napoli, che sarebbe stata terminata solo nel 1990. Questi imponenti lavori comportarono la completa apertura del manto stradale di tutto il tratto tra piazza Vanvitelli e piazza Medaglie d’oro. Fu il più importante restyling della storia della piazza. La palma, ovviamente, fu spostata.
I marciapiedi furono allargati, con l’aggiunta delle scale per raggiungere la sottostante stazione della metropolitana e furono disposte delle nuove aiuole, con vari alberi, tra cui alcune palme, tutt’ora visibili.
Piazza Vanvitelli oggi
Nel 2009, un’epidemia di punteruolo rosso ha portato alla morte di molte piante nel quartiere, tra cui la palma che per quasi un secolo ha fatto da spettatrice a generazioni di napoletani che hanno reso viva piazza Vanvitelli ogni giorno.
Dopo una lunga e dibattuta selezione, fu scelto un albero di canfora come nuovo “protagonista” della piazza, al tempo piuttosto esile, ma che oggi cresce rigoglioso.
-Leonardo Quagliuolo
Per approfondire:
“Napoli millenovecento” dei prof. Giancarlo Alisio e Alfredo Buccaro
“Vomero” di Italo Ferraro
“Le strade di Napoli” di Romualdo Marrone
“Le strade del Vomero” di Antonio La Gala
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