Il re Ferdinando IV di Borbone volle alla sua corte una serie di illutri artisti, architetti e perfino botanici (come il tedesco Friedrich Dehnhardt), anche provenienti dall’estero, perchè questa fosse elegante e sfarzosa non meno di quella delle altre grandi monarchie europee.

Tra questi, c’era un pittore germanico, autore di moltissime opere e che vantava numerosi clienti in tutta Europa, che impressionò a tal punto Ferdinando IV con i suoi suggestivi paesaggi, da essere nominato suo pittore personale, eppure oggi non più così noto.

Un instancabile viaggiatore

Jakob Phillip Hackert nacque in Prussia, nella prima metà del ‘700. Era figlio di un ritrattista, che gli fornì le basi del mestiere. Nel 1755 frequentò l’Accademia di Berlino, dopo la quale si avviò alla libera professione, incominciando a viaggiare per l’Europa, soprattutto il nord, tra i territori della futura Germania e la Svezia.

Jakob Philipp Hackert. Da: Sanleucionline

Il suo primo incarico di rilievo lo ebbe dal barone Von Olthof, che gli fece da mecenate. Non molto tempo dopo, fu notato dal re di Svezia in persona, che lo volle con portare con sè a Stoccolma per realizzare una serie di dipinti su commissione, tra ritratti della famiglia reale e paesaggi, in cui Hackert era particolarmente ferrato.

Terminato il soggiorno in Svezia, nel 1765 si rimise in viaggio, passando del tempo ad Amburgo e poi a Parigi. Proprio lì, conobbe l’incisore Johan Georg Wille, con cui strinse amicizia e che gli fece da mentore nel corso del suo soggiorno francese.

Nel 1768, Hackert mise piede per la prima volta in Italia, esperienza che lo segnò profondamente. Dopo aver girato per la Toscana, si stabilì a Roma, non rinunciando, tuttavia, ad altri viaggi, nei dintorni dell’Urbe (soprattutto a Tivoli), o anche altrove, come in Sicilia ed in Svizzera, negli anni successivi della sua vita, mantenendosi in costante movimento.

A Roma, entrò in contatto con la comunità di pittori tedeschi lì stanziati e fu anche il luogo dove ricevette alcune delle sue più importanti commissioni, sia dal pontefice Pio VI, i Borghese e la zarina di Russia Caterina la grande.

Tra gli anni ’70 e ’80 del XVIII secolo, viaggiò spesso anche a Napoli e suoi dintorni, dove ebbe vari incarichi, insieme a suo fratello Georg. Tra i suoi committenti, c’era l’ambasciatore inglese nel Regno, Sir Hamilton.

Hackert e Ferdinando IV

Dato l’apprezzamento da parte della zarina verso i suoi dipinti, Hackert fu presentato al re Ferdinando IV dall’ambasciatore russo Razumovskij.

Il sovrano, all’epoca trentacinquenne, rimase particolarmente colpito dalle opere del pittore tedesco, al punto da volerlo assumere come proprio pittore personale, nel 1786.

Hackert Ferdinando IV
Ferdinando IV a caccia di folaghe sul lago di Fusaro“. Conservato al Museo di Capodimonte, Napoli.

Ottenuto un incarico fisso a Napoli, si stabilì con i suoi fratelli in palazzo Cellamare, nel quartiere Chiaia, ma ebbe anche delle stanze a sua disposizione nel palazzo di Caserta.

L’anno dopo, Hackert strinse amicizia con Johann Wolfgang Goethe, in quegli anni residente in Napoli, nell’antico rione che sorgeva dove ora è possibile ammirare l’imponente Galleria Umberto I.

Quest’ultimo si rivelò importantissimo ai fini dell’accrescimento della notorietà del pittore, inoltre vi rimase così legato da citarlo nella sua celebre opera “Viaggio in Italia” e da volergli dedicare una biografia, pubblicata molti anni dopo, nel 1811, che è tutt’oggi la fonte principale di informazioni sulla vita e sul carattere di Hackert.

Hackert caserta
Veduta di Caserta, di Hackert. Conservato nella certosa di San Martino, Napoli. Da: Beniculturali

Gli anni trascorsi al servizio di Ferdinando IV furono tra i più produttivi di tutta la vita di Hackert. Tra le sue opere, ci giungono incantevoli panorami dei dintorni di Napoli, che ispirarono tanti altri pittori dell’epoca, ed anche vedute della Reggia di Caserta, così come di Capri, Ischia, Castellammare di Stabia e anche altre aree del Regno delle Due Sicilie in cui ebbe occasione di soggiornare. La maggior parte dei suoi quadri a tema campano sono conservati presso Caserta o la reggia di Capodimonte.

Hackert tempio di venere a baia 1
Tempio di Venere a Baia 1″, uno degli ultimi quadri realizzati alla corte di Ferdinando IV. Conservato presso la Galleria Nazionale di Berlino. Foto di Leonardo Quagliuolo

Nel 1799, con l’avvento della Rivoluzione, Ferdinando IV lasciò Napoli e con lui Hackert. Tuttavia, le loro strade si separarono: il pittore decise di acquistare una proprietà nelle campagne di un altro luogo che gli era rimasto nel cuore tanto quanto la Campania: la Toscana.

Morì in un paese nei pressi di Firenze, nel 1807.

-Leonardo Quagliuolo

Per approfondire:

Jacob Philipp Hackert, paesaggi del Regno“, di Thomas Weidner

Museo e Real bosco di Capodimonte

Alte Nationalgallerie Berlin

Museo Thyssen

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