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Si chiama “Fontana degli Incanti” o “della Coccovaja” e compare al centro della piazza Salvatore di Giacomo, a Posillipo.

Oggi è mortificata, riempita di graffiti e la sua vasca è usata come raccolta di spazzatura. I bambini giocano intorno e gli anziani siedono sulle panchine del parco circostante senza immaginare che, un tempo, i cittadini avevano paura di avvicinarsi e anche solo di guardare questa fontana.

Fontana degli incanti
La fontana degli incanti. Foto di Valerio Iovane
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Una fontana delle streghe che si trovava altrove

Secondo una leggenda, le streghe più potenti della città si radunavano nel cuore della notte per utilizzare l’acqua della fontana per creare potenti pozioni magiche e filtri d’amore. Per questo motivo i cittadini la soprannominarono

Realizzata nel XVI secolo in piazza di Porto per volere del viceré Pedro Álvarez de Toledo, fu fortemente danneggiata durante la “Rivoluzione di Masaniello” del 1647 così come accadde a molti altri importanti monumenti.

Restaurata più volte, l’ultimo ritocco toccò allo svizzero Pietro Bianchi.
Non ci inganni la posizione: la fontana non si è sempre trovata a Posillipo. Era stata costruita in zona Mercato e, un po’ per caso, un po’ per fortuna, riuscì a scampare alle demolizioni del Risanamento.

A fine ‘800 fu smontata e, agli inizi del XX secolo, fu ricostruita nell’attuale piazza Salvatore di Giacomo. Differente destino capitò alla fontana della Sellaria, ad esempio, che invece fu spostata solo di pochi metri.

Carlo V aquila
Carlo V e la sua aquila bicipite

Fontana degli incanti o Coccovaja?

Non tutti, però, la chiamano “Fontana degli incanti”. Ancora prima era conosciuta con l’appellativo di “Cöccövàja” poiché lo stemma del viceré scolpito sulla fontana (l’aquila con le armi di Carlo V), appariva agli occhi del popolo come la sagoma di una civetta (l’etimologia della parola napoletana deriva dal latino Cocovàja) che, di conseguenza, ha conquistato anche il nome della fontana.

Senza più acqua, ormai decadente, la fontana ancora continua a vivacchiare all’ombra degli alberi di Piazza Di Giacomo, sperando sempre di ritornare agli splendori di un tempo.

-Chiara Sarracino

Riferimenti:
Aurelio De Rose, Le fontane di Napoli, Newton Compton, Roma, 1994

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