Lauro è un suggestivo borgo della Bassa Irpinia, in provincia di Avellino. Si trova in una valle circondata da montagne e confina con l’area nolana. Il centro abitato gode di un’altezza tra i 150 e i 250 metri sul livello del mare. Piccolo e accogliente, Lauro è caratterizzato dall’imponente Castello Lancellotti, che incanta i visitatori con le sue mura merlate ed è oggi sede di numerosi eventi culturali, e da una sorprendente passione per la pittura naif, protagonista delle strade cittadine.

Ingresso del Castello Lancellotti; Ph. Gerardo Russo.

Storia di Lauro

Secondo la tradizione, il nome Lauro deriverebbe dall’arrivo di Ercole. L’eroe sarebbe giunto a Fregonia, antico toponimo dell’odierna Lauro, dove sarebbe stato accolto da rami sventolanti alloro. Gli abitanti, i lauretani, sono soprannominati “puzinelli”, ossia impiegati in camicia e polsini.

L’agglomerato di Lauro viene fatto risalire già all’età romana. Fu largamente conteso dal Medioevo all’età napoleonica per la sua posizione strategica. Fu dominio, tra gli altri, dei Normanni, dei Sanseverino e degli Svevi. Nel 1632 fu acquisita dai marchesi Lancellotti, che rimasero fino all’abolizione della feudalità nel 1806. Si ricorda un famoso incendio appiccato nel 1799 dalle truppe francesi, che giunsero nel Vallo di Lauro per punire la rivolta della popolazione locale a favore della Repubblica Partneopea.

Il borgo è inoltre noto per essere paese natale di Umberto Nobile, professore d’Ingegneria Aeronautica alla Federico II e generale dell’Aeronautica Italiana, che fu autore di due storiche imprese aeronautiche al Polo Nord, realizzate viaggiando con dirigibili di sua creazione. Nobile lasciò Lauro quando aveva solo un anno, tuttavia rimase sempre legato al borgo.

Castello Lancellotti

Il Castello Lancellotti fu edificato su una roccia rivolta a mezzogiorno, denominata “primo sasso”, dove vi era, presumibilmente, già stata una preesistente costruzione in epoca romana. È citato per la prima volta in un documento del 976, in cui si parla di un certo Raimundo, signore del Castel Lauri.

Nel 1278 ci fu il passaggio alla famiglia Del Balzo, seguiti poi dagli Orsini e dai Pignatelli. Nel 1632 avvenne invece l’acquisizione della famiglia Lancellotti. Il Castello Lancellotti fu in gran parte distrutto in seguito all’incendio del 30 aprile 1799 appiccato dai militari francesi, nel tentativo di sedare la citata rivolta della popolazione locale.

La fortificazione, ricostruita nel 1872 dal principe Filippo Massimo Lancellotti, mostra uno stile architettonico composito, tra gotico, rinascimentale, neoclassico e barocco. Un elegante incrocio di architetture di diverse epoche. Presenta una pianta trapezoidale con circuito di mura merlate, con accesso mediante un portale ad arco che conduce in un ampio cortile. Troviamo al suo interno due torri quadrate, di cui la Torre principale supera i sedici metri in altezza e presenta diversi elementi architettonici particolari: finestre barocche, feritoie, archi, merli e caditoie. La torre era usata come ultimo baluardo difensivo in caso di attacco.

Nel Castello Lancellotti fu girato “Il maestro di Don Giovanni” del 1953, pellicola americana di cappa e spada con protagonista Gina Lollobrigida.

.Torri del Castello Lancellotti; Ph. Gerardo Russo.

I murales del borgo

Lauro fa parte dell’Associazione Italiana Paesi Dipinti e tra questi è l’unico a essere completamente a vocazione naif.

L’arte naif, basata sulla spontaneità e il distacco dalle regole stilistiche, si legò facilmente alla vita e alla storia di Lauro. Già nella seconda metà degli anni Settanta vennero realizzati i primi murales, che sarebbero poi diventati sempre più frequenti tra le strade del paese. Pittori italiani e stranieri sarebbero poi stati tradizionalmente ospitati a Lauro per realizzare i propri capolavori. Sono presenti circa sessanta murales nel borgo.

Tra gli artisti che hanno scelto Lauro come sede delle proprie opere ci sono Franco Mora, Carlo Moretti, Dino Fiorini e Carmen Crisafulli. Si tratta di una vera e propria tradizione per Lauro quella di fare da cornice alle opere naif. L’amministrazione comunale ha manifestato la volontà di salvaguardarla, con l’evento “Estate Naif”.

Lauro è nel mio cuore e nel cuore di molti miei colleghi. Da qui siamo partiti nel lontano 1976, un’esperienza che ci ha ispirato e che abbiamo ripetuto ognuno nella propria zona. Lauro è stato il nostro trampolino in questo settore. Ogni volta che venivamo ospitati in tv ricordavamo con affetto la prima originale esperienza lauretana.

Carmen Crisafulli
Centro di Lauro; Ph. Gerardo Russo.

Un paese naif

Nelle piazzette di Lauro, tra cui quella sita nei pressi della casa comunale di Palazzo della Mastrodattia, troviamo un singolare arredo urbano. Le panchine sono tante e sparse secondo uno schema più simile a quello dei tavolini di un bar che a quello di un parco pubblico. Tante panche singole, poste talvolta le une di fronte alle altre, o in leggera pendenza, sovvertendo qualsiasi schema urbanistico di arredo.

Le panchine, così come l’arte naif, volta a trasformare gli aspetti comuni della vita quotidiana in una visione poetica e magica, sembrano rappresentare con semplicità la tranquillità di un pomeriggio passato nell’accogliente cittadina, seguendo lo stile inaugurato dai murales che caratterizzano il borgo.

Non è forse naif anche l’approccio seguito nel restauro del Cancello Lancellotti? Risorto dalle ceneri, la fortezza non ha saputo rinunciare a nessuno degli schemi architettonici che hanno contrassegnato la storia, unendo gli stili in modo elegante e creativo. Seguendo forse, anche qui, un approccio poetico privo di schemi, nel reinterpretare la realtà e la storia del castello.

Le rocche merlate del Castello Lancellotti raccontano fiabe forse mai davvero esistite, se non nella fantasia di chi osserva. Come un genuino quadro naif dai colori semplici. La storia incuriosisce e conduce in spontanee ricostruzioni della realtà, seguendo le forme eclettiche che sembrano antiche ma che sono in realtà ottocentesche, successive all’incendio appiccato dai francesi e al restauro. Così oggi il castello continua a ispirare storie vecchie e nuove, rievocando favole contemporanee con la stessa facilità di un racconto del terrore di Edgar Allan Poe. La semplicità dell’arte si muove liberamente a Lauro, terra fertile dove lasciar germogliare l’ispirazione.

Bibliografia:

Maria Barbara Guerrieri Borsoi; Il sistema delle arti nel territorio delle ville tuscolane; 2016

Sitografia:

https://comune.lauro.av.it/contenuti/572767/storia#descrizione

TG2 – Sì viaggiare

https://lauroturismo.it/

https://www.dimorestoricheitaliane.it/dimora/castello-lancellotti/?lan=it

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