La tradizione narra che nel XVI secolo delle galline, razzolando il terreno l’ottavo giorno dopo Pasqua, riportarono alla luce un quadro della Madonna del Monte Carmelo. Questa è la storia unanimemente riconosciuta che si cela dietro la Madonna delle galline venerata a Pagani, in provincia di Salerno.

Ma più che un culto si tratta di un vero e proprio evento che stupisce per la sua ricchezza culturale e che attira ogni anno in questo paese centinaia di migliaia di fedeli e amanti del folklore popolare provenienti da tutto il mondo. Immergiamoci con entusiasmo nell’incredibile mondo della “mamma ‘e tutt’ ‘e mamme“.

madonna delle galline pagani

Le sette Madonne campane

La Madonna delle galline è una delle cosiddette “Sette Sorelle“, Madonne venerate in altrettanti santuari sparsi sul territorio campano con una partecipazione popolare e un culto davvero caratteristici. Oltre alla protagonista della nostra storia vi sono: Madonna dell’Arco di Sant’Anastasia, Madonna dei Bagni di Scafati, Madonna dell’Avvocata di Maiori, Madonna Pacchiana di Castello di Somma Vesuviana, Madonna di Materdomini di Nocera Superiore e Madonna di Montevergine a Mercogliano.

E tra le “Sette Sorelle” la Madonna delle galline è di certo tra le più venerate. Sulla sua spettacolare festa ci sarebbe talmente tanto da dire che è impossibile racchiudere tutto in un articolo. Ma è doveroso quantomeno descriverne le sue tappe fondamentali.

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Venerdì: l’apertura del santuario

La festa della Madonna delle galline inizia il venerdì in albis. La sua caratteristica, infatti, è che non è celebrata ogni anno alla stessa data ma viene spostata a seconda della Pasqua.

L’attuale Santuario venne costruito a partire dal 1610. Fino a quella data la sacra effige era stata custodita nell’oratorio dell’Annunziatella, chiamato anche “Spogliaturo“. In questo luogo, infatti, i membri dell’antica “Confraternita della Nunciata in Pagani” (l’attuale “Arciconfraternita della Madonna delle Galline“) si svestivano dei loro abiti per indossare i sacchi prescritti dal rito per accompagnare i fedeli alla sepoltura.

La fama dell’icona crebbe sempre più anche in virtù dei numerosi miracoli a essa attribuiti. Fu così che si decise di costruire l’attuale chiesa, inizialmente conosciuta come “Santa Maria del Carmine alla piazza“. L’immagine sacra fu poi riprodotta su tela probabilmente dal celeberrimo pittore Andrea da Salerno, per evitare che venisse persa per sempre. Nel 1954 la chiesa fu infine elevata a Santuario Mariano.

Dal lunedì di Pasqua al venerdì il Santuario è chiuso ai fedeli. Tutto intorno la città freme per i preparativi della festa che inizia ufficialmente proprio il venerdì in albis. In questo giorno si compie infatti il “rito dell’apertura del Santuario“.

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Già dalle prime ore del pomeriggio i fedeli si radunano davanti al sagrato. Alle ore 18:00 vengono aperte le porte della chiesa tra l’incontenibile tripudio della folla, lo svolazzare di colombe bianche, le voci stridule dei cantori e il martellare incessante delle nacchere e delle tammorre, tipici strumenti musicali del folklore. È così che la festa ha inizio! E da questo momento in poi la città di Pagani si trasforma.

La processione domenicale

La statua della Madonna delle galline, addobbata a festa e attorniata da volatili di ogni sorta portati in dono dai fedeli, viene omaggiata da una fiumana incessante di persone che per tre giorni si riversano nel Santuario per porle una preghiera e adorarla.

La domenica la statua esce dalla chiesa e diviene protagonista di una lunghissima processione che ricopre tutte le strade cittadine. Si ritira solo in tardissima serata, come ricorda uno dei più celebri canti della tradizione popolare:

“…‘a Maronna jesc’ ‘e nnove
…e s’arretira ‘a calata ‘e ‘ll’ ora”

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Durante la sua solenne parata la statua della Madonna delle galline viene accolta da una moltitudine di paganesi (e non!) che si ammassa sui balconi. Si lanciano petali di fiori e coriandoli e si susseguono a ritmo incalzante danze forsennate. Un tripudio di elementi folkloristici che si intreccia indissolubilmente con le litanie e le preghiere dei fedeli in processione. Perchè la Madonna delle galline è questo: un intreccio inestricabile di sacro e profano, fede e tradizione popolare.

I toselli: il cuore profano della festa

L’altro centro gravitazionale della festa della Madonna delle galline sono i cosiddetti “toselli“. Nei cortili storici della città vengono infatti allestiti degli altari profani che ostentano, tra le altre cose, l’effige sacra della Vergine adornata con drappi, merletti, fiori e strumenti contadini. In prossimità di questi allestimenti si riunisce il popolo per danzare, brindare e mangiare nel pieno rispetto della tradizione. I canti si susseguono senza soluzione di continuità in un fluire di braccia alzate, “tammurriate”, passi di danza e succulenti bontà eno-gastronomiche.

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Il termine “tosello” deriverebbe dallo spagnolo dosel” che sta per “baldacchino”. A sua volta il termine spagnolo pare rifarsi a una tipologia di grano (“tosello”, per l’appunto) con il quale veniva allestito l’altare pagano. Ecco come in un solo termine si racchiude tutta la complessa storia di un territorio: l’origine romana antica, la tradizione popolare, l’influenza spagnola.

E nelle case?! Tra le mura domestiche si consumano senza riserva i prodotti gastronomici tipici: tagliolini al ragù, carciofi alla brace, salami, vino paesano e chi più ne ha più ne metta. Non c’è un solo angolo di Pagani che in questi giorni non trasudi aria di festa.

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La deposizione delle tammorre

Con la celebrazione eucaristica della domenica sera si conclude la festa sacra. Quella profana si prolunga ancora qualche ora. Alle sei del mattino del lunedì, infatti, tutti i “tammorrari” si ritrovano davanti al Santuario per consumare il rito finale. Qui avviene la simbolica deposizione delle tammorre“, gesto che segna definitivamente la fine della festività.

Ci sarebbero tante altre cose da raccontare, tutte frutto di un bacino storico, artistico, folkloristico e religioso di dimensioni uniche. Per cui l’unico suggerimento che si può dare ai curiosi è quello di vivere in prima persona questo evento. Perché non puoi dire di conoscere veramente Pagani se non hai preso parte ai festeggiamenti della Madonna delle galline!

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Fonti

  • G. Sinatore, Storia della Festa della Madonna delle Galline. Avvenimenti, testimonianze ed inferenze, Edizioni SeT, 2008.
  • S. Russo, Tra fede e folklore: riti e rituali di ieri e di oggi nell’Agro nocerino-sarnese, Edizioni Nord-Sud, Scafati 2001.
  • F. Belsito – C. De Pascale, Storia in breve di Pagani. Monumenti, personaggi, tradizioni, Editrice Gaia, Angri 2014.
  • G. Sinatore, Madonna de’ Pagani detta de’ Galline, Pagani: Nuova Pro-Loco Pagani 2014.

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