Le ore a Montepulciano sono annunciate da un napoletano. La Torre di Pulcinella di Piazza Michelozzo, infatti, è davvero una particolarità della bella città toscana del Vino Nobile: c’è infatti, in cima alla torre campanaria del paese, un gigantesco pulcinella di legno e metallo che batte le ore colpendo un tamburo.
Sul perché si trovi lì, in realtà, si sono fatte tante congetture con poche certezze: probabilmente si tratta di un personaggio toscano che, per volontà o per errore, fu trasformato nella maschera più famosa del teatro napoletano.
Nostalgia di casa
La leggenda più famosa legata alla Torre di Pulcinella risale ad un anno imprecisato del XVII secolo, quando fu effettivamente restaurata la torre che invece risale al 1524. Secondo molti, compresa la targa ufficiale che racconta la storia dell’insolita torre campanaria, il monaco reggente della chiesa di Sant’Agostino era di origine napoletana e, quando furono decisi i lavori di restauro nel ‘600, ordinò la sostituzione dell’automa del campanile con un pulcinella napoletano.
Altri, invece, credono che a finanziare il restauro sia stato un benefattore napoletano, con la condizione di inserire un omaggio alla propria terra d’origine.
In realtà, con una buona dose di certezza, l’originale personaggio che doveva caratterizzare la torre non conteneva alcun riferimento a Napoli e, nei secoli seguenti, fu “cannibalizzato” dalla cultura napoletana.
Il “Mangia” di Siena
Nel sud della Toscana c’è la tradizione del “Mangia” dell’orologio, nata da una storia legata proprio alla torre campanaria di Piazza del Campo a Siena: nel ‘300 c’era infatti un tale Giovanni Di Balduccio che batteva a mano le ore, finché non fu sostituito da un meccanismo automatico nel 1360.
Continuò a vivere nel campanile, stipendiato e senza più campane da suonare, e per questa ragione fu soprannominato dai concittadini “Mangiaguadagni“. Anzi, la sua fama a Siena era tale che lo stesso campanile e il relativo automa ereditarono il soprannome, anche perché i costi per la manutenzione dell’orologio erano elevatissimi.
D’altro canto, l’orologio è stato caricato ogni singolo giorno a mano da un maestro orologiaio, fino a pochi decenni fa. Era un’operazione estremamente complicata, che richiedeva anche una notevole forza fisica. Oggi è stato sostituito da un più efficiente, ma meno romantico, congegno elettronico.
Da Mangia alla Torre di Pulcinella
Ci manca solo un passaggio: come passiamo dal Mangia di Siena alla Torre di Pulcinella di Montepulciano?
L’automa originale, ispirato al Mangia di Siena o ad altre figure del teatro popolare rinascimentale, fu sostituito in uno dei vari rifacimenti del campanile, presumibilmente intorno al 1680.
Questa teoria sarebbe anche compatibile con la storia di Silvio Fiorillo, che fu il primo ad esportare e rendere famosa la maschera del pulcinella napoletano in tutto il resto d’Italia: prima di allora esistevano figure analoghe a quella napoletana nelle commedie dell’arte, ma in ogni luogo conservavano un’identità diversa e probabilmente fu così anche per Siena e la sua provincia. D’altronde, con il teatro che si trova a pochi passi dal campanile, è probabile che presto sia nata la confusione con Pulcinella, quando la maschera napoletana cominciò a spopolare in tutta Italia.
L’unica certezza è che, fra le belle e suggestive colline della toscana meridionale, c’è un’insolita faccia familiare che ci racconta come l’Italia intera non abbia mai conosciuto regioni, confini e barriere nel nome di una cultura comune.
-Federico Quagliuolo
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