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Lo Schiacchetiello è uno di quei luoghi in cui sembra di essere fuori dalla città, catapultati nelle meraviglie dei Campi Flegrei. Non stupisce che proprio Bacoli, ove si trova la spiaggetta, fosse la residenza estiva dei più grandi imperatori e dei personaggi più illustri della Roma antica.

L’ origine del nome Schiacchetiello e il mito omerico

Lo Schiacchetiello è una spiaggia tufacea, situata a Bacoli, e il suo curioso nome deriva dal suono onomatopeico ”schiac”, prodotto dall’urto degli zoccoli sui ripidi gradini in tufo che conducevano alla spiaggetta. Scendendoli è possibile intravedere da subito un panorama senza precedenti, sembra quasi di essere inghiottiti dal mare limpido e dalla macchia mediterranea presente sull’isola di Punta Pennata, di fronte alla spiaggetta.

Paesaggio che colpì anche l’eroe omerico Ulisse, come raccontato nell’Eneide, tanto che vi seppellì il suo compagno Baios, dando poi il nome alla cittadina flegrea.

Lo Schiacchetiello prima era conosciuto solo dagli abitanti del posto, ora è sempre più popolato dai turisti, il luogo può essere raggiunto sia via terra che via mare. Via terra percorrendo i famosi gradini che danno il nome al luogo che costeggiano la Piscina Mirabilis ma, nel caso in cui ci si trovi al porto di Baia, è possibile prendere una barchetta per raggiungere la spiaggia.

Il maremoto del 1966 e l’isola della Pennata 

L’insenatura dello Schiacchetiello si è andata a formare a seguito di un violento maremoto il 4 novembre del 1966, che provocò il distacco della spiaggia dall’isolotto della Pennata. La costa è perlopiù inabissata e sono presenti lembi di spiaggia tufacea e sabbiosa che si alternano alle varie grotte che scavano l’insenatura, dalle quali fuoriesce calda acqua termale.

Il maremoto del 1966 provocò una frattura della penisola che collegava la spiaggia dello Schiacchetiello alla Pennata. Questo luogo era conosciuto anche dall’imperatore Costantino che in un documento risalente al IV d.C elogia la preziosità dell’oasi. 

Sull’isola della Pennata la rigogliosa vegetazione ha ricoperto i resti di una villa patrizia appartenente a Lucio Lucullo: questi sono stati ritrovati a diversi livelli di altezza, si pensa infatti che la villa si estendeva su tutta l’isola in un grande complesso residenziale. 

Ciò che resta della villa riguarda gli ambienti di medie dimensioni scavati nel tufo e alcuni ambienti sommersi. Resti di terme, ninfei, peschiere in opera reticolata, opera laterizia e vittata, in alcuni ambienti inoltre è presente ancora il pavimento in cocciopesto. 

Nel 1921 tra la Pennata e lo Schiacchetiello, all’epoca in cui i due lembi di terra erano collegati, vennero rinvenuti ventidue pezzi e frammenti di sculture in una vecchia discarica, che era stata raggiunta dai lavori della cava di pozzolana allora esistente, nell’area definita dagli abitanti del posto “il Vallone”. 

Tra i ventidue frammenti furono ritrovate sette statue attentamente restaurate e oggi esposte al Museo Archeologico di Napoli.

 Le attività dello Schiacchetiello tra cultura e divertimento

Le acque limpide e la natura florida del Parco dei Campi Flegrei fanno sì che questo posto sia un vero e proprio angolo di paradiso, in cui la biodiversità prolifera grazie alla posizione frontale della Pennata, che protegge l’insenatura dagli scarichi delle numerose navi presenti nel golfo e salvaguardia le specie marine

Non è possibile praticare la pesca, ma sono numerose le attività che possono essere svolte in questo luogo: è possibile fare delle escursioni in canoa, visitando alcune delle grotte dell’insenatura, per i più coraggiosi è possibile raggiungere a nuoto l’isolotto di Punta Pennata che riserva una passeggiata all’insegna della natura e dell’arte romana

Lo Schiacchetiello è un angolo di Paradiso a cui tutti possono accedere in quanto l’ingresso è gratuito e sulla spiaggetta vi è anche un ristorantino dove gustare i piatti tipici della cucina napoletana e una frittura di pesce locale. 

La stagione estiva è ideale per vivere a pieno lo Schiacchetiello, ma è in primavera che si può ammirare la vera bellezza del luogo, essendo poco frequentato da turisti e bagnanti.

Bibliografia

https://www.parcodeicampiflegrei.it

Napoli e Dintorni, Touring Club Italiano 1948

Campi Flegrei. Storia, archeologia e miti della terra ardente, Attilio Wanderlingh 2018

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