Castelvenere, località del Sannio sita in provincia di Benevento, è nota per essere il Comune più vitato della Campania, nonché uno tra i più vitati in Italia. Popolato da 2500 abitanti, il centro è posto a 119 metri sul livello del mare. L’economia del paese si basa quasi esclusivamente sulla produzione di vino, in cui eccelle sia per quantità che per qualità.
Castelvenere: il paese più “vitato”
Si deve al professor Ettore Varricchio, dell’Università degli Studi del Sannio, lo studio del particolare primato di Castelvenere. Il paese ha una superficie totale di circa 14 kmq e su questi ben 11 sono ricoperti da vigneti coltivati. La percentuale di suolo “vitato” è pari dunque al 78%, rendendo Castelvenere un luogo unico per gli appassionati di enoturismo, oltre che per gli amanti della natura, potendo contare su una notevole estensione di suoli coltivati, notevoli anche dal punto di vista paesaggistico. I vigneti spaziano infatti, insieme agli olivi, in un territorio pianeggiante ma disomogeneo, dove si intervallano poggi e valli in uno scenografico contrasto.
Il paradosso di Castelvenere è che il centro urbano diventa una sorta di periferia, in senso economico, rispetto al vero cuore pulsante del paese: la produzione vinicola. Sono ben 18 le realtà aziendali dedite all’imbottigliamento. I vigneti costituiscono una grande corona del centro, che si presenta invece minuto e tranquillo nelle sue stradine, percorribili in poco tempo a piedi. Un breve percorso circolare permette di visitare questa piccolo conglomerato di case nel cuore della campagna.
Nel territorio comunale si trova anche il Parco Rascolagatti, ricco dal punto di vista floreale e faunistico. Qui vi cresce un particolare mirto, utilizzato per la produzione di liquore.
Il centro del borgo
Castelvenere si erge su tufi e proprio scavando in essi si sono sviluppate nei secoli delle cantine tufacee, utilizzate nelle epoche più recenti come rifugio durante la Seconda Guerra Mondiale, ma anche per la conservazioni di vini fino agli anni Settanta. Grazie alla temperatura e all’umidità sempre costanti al loro interno erano infatti un luogo di conservazione ideale. Un vero e proprio patrimonio archeologico. Si contano circa 30 cantine tufacee nel cuore del borgo, situate a partire da Via del Mulino. La leggenda è solita poi identificare le cantine come luogo di incontro delle streghe.
Proseguendo la visita del centro si incontra Torre Venere, risalente al X-XI secolo, presente sul set de La Bella Mugnaia, film del 1955 con Sophia Loren, Marcello Mastrioianni e Vittorio De Sica. Segue un pittoresco anfiteatro comunale, posto in mezzo alle case del borgo che fanno da naturale cornice. Nel 2021 è stato poi inaugurato un murale dedicato a Ebe, realizzato dall’artista Leticia Mandragora, nell’ambito del progetto “Sannio Falanghina Street Art Festival“. Ebe è la dea della giovinezza che sul Monte Olimpo serviva il nettare, identificata come la prima donna sommelier nella mitologia greca. L’anima vinicola del borgo viene quindi essere fieramente rappresentata con l’artistico murale. Si trova sulle parete dell’Istituto Alberghiero di Castelvenere.
Una mitologica quotidianità
Tra le terre della Falanghina è possibile quindi sostare nell’accogliente e tranquilla Castelvenere. Il paesaggio dedito alla produzione vinicola è ospitale non solo nella sua conformazione geografica. Non sono rare infatti le aziende che permettono di visitare le coltivazioni, che tra metodi antichi e moderni possono raccontare molto dell’evoluzione della produzione in campo enologico. Degustare poi i vini nella stessa cornice di Castelvenere permette di vivere appieno l’esperienza di visita del borgo, dove monumenti, palazzi e strade sembrano quasi essere le stesse coltivazioni. Le viti creano architetture sconfinate sui tanti poggi che si alzano nel paesaggio, curvandolo a più riprese dolcemente, mentre i viticoltori sono intenti a sistemare con amore e maestria i campi. In mezzo alle campagne spunta poi l’elegante centro storico, che in pochi metri racchiude cantine tufacee, un’antica torre, un anfiteatro e un murale, il quale maestosamente ritrae il carattere mitologico della speciale quotidianità di Castelvenere.
Riferimenti:
- Comune di Castelvenere
- Vincenzo Cuccaro; Storia di Castelvenere; 2015
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