La Chiesa di Santa Luciella ai Librai è un luogo di culto molto piccolo e antico. È situata nel Vico Santa Luciella, in una zona che collega San Biagio dei Librai a San Gregorio Armeno, nel cuore di Napoli, e che veniva chiamato nell’antica Roma “vicus Cornelianus“. Una meta molto preziosa per gli abitanti della zona e per i turisti.
Chiesa di Santa Luciella ai Librai: le origini e la storia
La chiesa è stata costruita intorno al 1327, mentre gli affreschi e le decorazioni risalgono al Seicento. Venne fondata da Bartolomeo da Capua, consigliere politico di Carlo II d’Angiò e di Roberto I.
Dopo il terremoto del 1980, venne chiusa al pubblico, lasciandola sola a se stessa e abbandonata. Diventò una discarica abusiva ma non venne del tutto distrutta grazie ad un abitante del vicolo che iniziò ad usarla come posto auto personale.
Nel 2013 un’associazione di giovani laureati napoletani, “Respiriamo arte“, riuscì ad ottenere la concessione della chiesetta per poterla rimettere a nuovo. Ripulirono l’edificio al fine di poterlo riaprire.
Nella pianta della città di Baratta del 1929, la chiesa viene indicata come Cappella dell’Arte dei Molinari (capostipiti mugnai o lavoranti presso un mulino). Nel Settecento è stata presa in custodia dai pipernieri, antichi artigiani che scolpivano il piperno, una roccia vulcanica. I pipernieri lavoravano con scalpello e martello e prima di lavorare, dato che le schegge della roccia avrebbero potuto danneggiare i loro occhi, rivolgevano una preghiera a Santa Lucia, protettrice degli occhi. In suo onore, dunque, dedicarono la chiesetta alla santa, chiamandola Santa Luciella per le sue ridotte dimensioni.
Chiesa di Santa Luciella ai Librai: le anime “pezzentelle”
La cappella della chiesa presenta una navata rettangolare con una pavimentazione maiolicata,un altare restaurato, gratuitamente, dalla famiglia Sorrentino, ed uno spazio sotterraneo chiamato “Ipogeo“, adibito a cimitero. Quando un piperniere moriva, infatti, la salma veniva portato lì sotto e veniva messo in una delle Terresante, quattro vasche nelle quali veniva praticata la scolatura: il corpo veniva bucato in vari punti così da poter drenare i liquidi che ne uscivano, finendo nel terreno. Una volta seccato, veniva messo nell’ossario, una fosse comune.
La testa di questi corpi veniva conservata su alcune mensole di questo cimitero perché si credeva che l’anima di quella persona risiedesse proprio nel teschio. Da questa credenza, nel 1656, durante la diffusione della peste a Napoli, nacque la pratica delle “anime pezzentelle” termine che si riferisce al verbo “chiedere per ottenere” in latino (petere): l’anima chiede al fedele di pregare per lei in quanto, trovandosi nel Purgatorio, potrebbe ascendere più rapidamente al Paradiso.
Il fedele chiedeva all’anima di portare un messaggio (come grazie e voti) ai propri defunti una volta raggiunti e coloro che si dedicavano a queste preghiere potevano scegliere anche una “capuzzella” di cui prendersi cura. In caso questa non avesse realizzato la richiesta, la testa veniva capovolta.
Chiesa di Santa Luciella ai Librai: un cranio che ascoltava
Tra tutti i crani, uno è diventato particolarmente famoso per le sue “orecchie“, anche se in realtà sono delle sporgenze laterali dovute all’apertura della calotta cranica avvenuta col tempo. Dicevano che era un cranio che ascoltava più degli altri, quindi i messaggi arrivavano in Paradiso più rapidamente, ed infatti non è stato più toccato da generazioni. Nell’Ipogeo troviamo tanti “ex voto” che raffigurano varie parti del corpo messi dai fedeli del quartiere.
La chiesa oggi
L’Associazione “Respiriamo Arte” ha avviato i lavori di recupero nel 2016, dopo trent’anni di chiusura, tramite una campagna di crowdfunding. I lavori furono molto faticosi in quanto l’interno era quasi del tutto ricoperto di amianto. Intorno alla navata si trovano due altari più piccoli ed uno di questi appunto dedicato a Santa Lucia (infatti troviamo una serie di ex voto raffiguranti gli occhi). Nella sagrestia troviamo anche una serie di oggetti che sono stati recuperati durante i lavori.
Fonti
Programma televisivo: “Stanotte a Napoli” (Rai 1) condotto da Alberto Angela ed andato in onda il 21/12/2021
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