Quando si pensa a Napoli, oltre ai luoghi comuni della pizza, del sole e del mare, non può non venire in mente l’importanza della squadra di calcio che da quasi cent’anni ha segnato la storia della città.
L’Associazione Calcio Napoli, dal 1^ agosto 1926 ad oggi, ha unito il popolo napoletano, offrendogli speranze, gioie e momenti indimenticabili. Ha permesso ai Napoletani di credere in qualcosa e di vivere di passione, arrivando a considerare il calcio non solo un semplice sport, ma una vera e propria storia di emozioni.
La prima volta del calcio a Napoli
Mentre al Nord si organizzavano già i primi campionati regolari, agli inizi del ‘900, a Napoli nasceva la squadra del “Naples Cricket and Football Club”. Era il 1905 quando si disputò la prima partita: il Naples batté per tre a zero una squadra britannica formata da marinai.
Solo però nel 1911 una parte dei soci della Naples diede vita all’”Unione Sportiva Internazionale”, la seconda squadra della città. A causa della prima guerra mondiale (1914-1918), la società non debuttò mai veramente, fino al 1921, quando vi fu la fusione fra il Naples Cricket and Football Club e l’Unione Sportiva Internazionale: ne nacque l’Internaples, con Giorgio Ascarelli a presiederla.
Il Napoli fra le due guerre
Il 1^ agosto 1926 l’Internaples muta nome in “Associazione Calcio Napoli”, con a capo il presidente Ascarelli. Fra il 1930 e il 1935 gli Azzurri si classificano in buone posizioni nel campionato di serie A. I nomi dei calciatori che segnarono la storia di quegli anni furono Attila Sallustro e Antonio Vojak, guidati in panchina dall’inglese William Garbutt.
Le cose cambiano quando, nel 1935, il ruolo di presidente del Calcio Napoli viene assunto da Achille Lauro, un armatore che manterrà le redini della squadra per i successivi trent’anni. Fra il 1935 e il 1942, la squadra offre pessimi risultati, retrocedendo, infine, in serie B. Poi, l’Italia entra in guerra e come tante altre attività, anche il calcio, sollievo e divertimento per il popolo dell’intera Nazione, deve sospendersi.
Dal secondo dopoguerra all’avvento di Ferlaino: più dispiaceri che successi
La gioia per la possibilità di ripartire dalla serie A, appena ripreso il campionato con la fine della Seconda Guerra Mondiale, viene smorzata a causa dell’accusa di corruzione mossa alla società, costretta, per penalizzazione, a retrocedere nuovamente in serie B.
Nel 1950 il Calcio Napoli torna in A e, insieme alla serie A, torna anche Achille Lauro alla presidenza. Purtroppo, però, i risultati sperati, nonostante l’arrivo di bravi calciatori come Hasse Jeppson e Luis Vinicio, non arrivano. Il Napoli raccoglie, in questi anni, solo un quarto posto come miglior risultato, retrocedendo, poi, nel 1961 in serie B. Nel 1962, partendo dunque dalla B, il Napoli riesce sorprendentemente a realizzare un record, tutt’ora rimasto imbattuto: vince la Coppa Italia. Questa fu l’unica grande gioia dei tifosi partenopei che dovranno aspettare il 1966 per festeggiare una nuova coppa.
Il 25 giugno 1965 l’Associazione Calcio Napoli assume una nuova denominazione: “Società Sportiva Calcio Napoli”, con la presidenza di Roberto Fiore. Grazie a giocatori come Altafini e Sivori, nel 1966, vince la Coppa delle Alpi, un torneo fra squadre italiane e svizzere. In quegli anni, il Napoli conquista un terzo e un secondo posto, lottando per uno scudetto che non arriva, nonostante la potente rosa formata da Juliano, Montefusco, Canè, Zoff e Barison.
Nel 1969, una nuova svolta: un giovane ingegnere, Corrado Ferlaino, approda alla presidenza della società. Fino a prima dello scudetto dell’ ’87, Ferlaino vedrà la squadra vincere solo la Coppa Italia del 1975.
Arriva Maradona: si realizza il sogno scudetto
E’ il luglio 1984: il Napoli mette alle strette il Barcellona e riesce a comprare il calciatore desiderato da tutto il popolo partenopeo, Diego Armando Maradona.
Dopo una prima stagione un po’ deludente (il Napoli si posiziona a metà classifica), arriva il terzo posto nella stagione 1985-1986, guidato dall’allenatore Ottavio Bianchi.
Il sogno scudetto si realizza nella stagione 1986/87, i cui protagonisti maggiori, oltre a Maradona, sono i neoacquisti Carnevale, De Napoli e Romano. Fin dalle prime giornate, la squadra si posiziona stabilmente nei piani alti della classifica, concludendo in prima posizione il girone d’andata, con due punti di vantaggio sull’Inter.
Durante il girone di ritorno, il Napoli vince le prime sette partite consecutive, perdendo poi con l’Inter che spera ancora nel titolo. Gli Azzurri, però, non si lasciano scoraggiare e, la domenica successiva, battono la Juventus, portando i Napoletani a credere ora più che mai alla conquista del “coso” (così Ferlaino chiamava per scaramanzia lo Scudetto, non nominandolo mai apertamente).
Il 10 maggio 1987 si gioca la penultima giornata di campionato: al Napoli basta un pareggio per aggiudicarsi lo Scudetto. Al gol di Carnevale risponde quello della Fiorentina con Baggio, concludendo la partita 1-1. E così, finalmente, Il Napoli vince per la prima volta il tanto desiderato Scudetto (nella stessa stagione vince anche la Coppa Italia).
Il secondo scudetto, stagione 1989-90
Dopo aver vinto Scudetto, Coppa Uefa (1989), Coppa Italia, due secondi posti e un terzo posto, Ottavio Bianchi lascia la panchina ad Albertino Bigon per la stagione 89-90.
Nonostante l’inizio non sia dei migliori, il Napoli si laurea campione d’inverno, dovendosela vedere, però, con i Rossoneri più pericolosi che mai nel girone di ritorno. Infatti, il Milan è in testa alla classifica alla venticinquesima giornata. Il Napoli torna nuovamente prima solo alla trentunesima giornata e arriva a giocarsi l’ultima di campionato contro la Lazio, mentre si trova a soli due punti di vantaggio dal Milan. La vittoria arriva: per la sua seconda volta, il Napoli è campione d’Italia.
Dal 1990 al 2023: “Ricomincio da tre”
I quindici anni successivi alla vittoria del secondo scudetto sono molto difficili a causa dei problemi economico-societari che condizionano fortemente i risultati sportivi, fino al fallimento del 2004. Il nuovo Napoli di Aurelio De Laurentiis è costretto a ripartire dalla serie C. Dopo un lungo percorso, dopo ben 33 anni (anni di delusioni, sconfitte, retrocessioni, ma anche, poi, di vittorie e trofei di minore importanza rispetto allo Scudetto), il Calcio Napoli riconquista il tricolore il 4 maggio 2023.
Il Napoli di Spalletti, con cinque giornate di anticipo e con sedici punti di vantaggio sulla seconda, porta il popolo partenopeo a festeggiare la conquista di un obiettivo quasi dimenticato, considerato negli anni troppo astratto e irraggiungibile: il terzo Scudetto.
Il campionato 2022-2023, sembra quasi non aver mai avuto storia: il Napoli a cui noi tutti abbiamo avuto l’onore di assistere, mostra una superiorità inequivocabile rispetto ad ogni altra squadra.
Osimhen, Kvaratskhelia, Di Lorenzo, Kim: solo alcuni dei protagonisti di una stagione che ha portato la città a una vittoria non solo sul campo. Il terzo Scudetto rappresenta un riscatto per una città troppe volte criticata, colpita dal razzismo, dalle derisioni e battute volgari.
Il Napoli unisce il popolo e porta luce sulla città rendendola ancora più meritevole di un rispetto e di un amore che a volte tendiamo a dimenticare.
Il resto è tutta storia da dover ancora scrivere.
Bibliografia
Napoli, 7 anni nella storia; A. Del Piano; edizione a cura di Maurizio Di Pietro-Ascoli Piceno, 2001.
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