Ci troviamo a Largo Corpo di Napoli.
Vi lancio una sfida: avete mai notato la colonna millenaria di Spaccanapoli che si trova alla sinistra, all’interno della foto?
Probabilmente, se l’avete vista già prima, avrete anche esclamato un “che schifo!”.
Quella strana colonna rigata all’interno del muro, infatti, è sempre stata utilizzata come luogo per spegnere le sigarette ed attaccare le gomme da masticare durante il sabato sera al Centro Storico, solo recentemente è stata ripulita dalla sporcizia che l’aveva ricoperta di una melma nera, putrida ed appiccicosa.
Eppure, sappiate che avete umiliato un muro che ha quasi due millenni, risalente probabilmente al IV Secolo Dopo Cristo.
Come la colonna sia finita incastrata nel muro di un edificio ed a cosa sia servita quella colonna in precedenza è un bel mistero. Secondo la teoria di un archeologo, probabilmente, quella colonna fu “riciclata” da qualche struttura romana per ornare il porticato interno del palazzo del Seggio del Nilo.
La verità, però, è solo una: quella colonna conosce le storie dei passanti sin dai tempi in cui la città era provincia dell’Impero Romano.
In due millenni ha resistito a rivoluzioni, guerre, bombardamenti, conquiste, ricostruzioni, risanamenti, palazzinari, dominazioni ed incendi. Facciamo sì che sopravviva anche al nemico più infido: l’incuria degli stessi cittadini.
Quando passerete di nuovo dinanzi alla colonna, salutatela esclamando “Kaire”, il saluto nella lingua degli antichi greci, i padri fondatori della città di Napoli.
La pietra non risponderà, ma sappiate che avrà apprezzato il vostro affetto.
-Federico Quagliuolo
Ringrazio Francesco Paolo Cusano per avermi aiutato a correggere la versione originale della storia, scorretta nelle datazioni sull’origine della colonna.
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