Ci troviamo nella chiesa di San Nicola alla Carità per parlare del compatrono di Napoli: Babbo Natale, raffigurato in un busto d’oro con lo sguardo serio e severo.
Lo sapete, infatti, che Babbo Natale esiste?
No, non scherziamo. Si tratta di San Nicola di Bari, personaggio legato a Napoli in un modo insolito.
Tra il Medio-Oriente, Venezia e Bari
Barbuto, vestito di rosso o di giallo, protettore dei bambini (leggende dicono che abbia resuscitato tre bambini uccisi da un oste e, soprattutto, che si intrufolava di notte nei camini delle case per lasciare soldi e cose da mangiare nelle case dei più poveri), protettore della casa, delle donne single, dei marinai, degli avvocati e, addirittura, anche delle vittime degli errori giudiziari!
Ci troviamo nell’anno 1000, tempo in cui le città italiane provavano ad accaparrarsi le spoglie dei santi per “sottrarle agli infedeli”: proprio nei primi anni del XI Secolo, Bari e Venezia si contendevano il corpo di San Nicola di Myra.
I baresi furono più furbi: nel 1068 riuscirono a trafugare in Turchia il corpo di Nicola, portandolo nel capoluogo della Puglia ed indicando il 6 Dicembre, giorno della nascita del Santo, come festa cittadina.
Potrebbe essere un titolo di un film di James Bond: “l’uomo che morì due volte”.
I Veneziani, invidiosi per la sconfitta subita da parte degli esploratori baresi, non si diedero per vinti: durante una crociata, un manipolo di soldati di Venezia si intrufolò nella tomba di San Nicola già razziata cinquant’anni prima dai baresi.
La scoperta fu sensazionale: la tomba non era stata completamente esplorata e, infatti, sotto l’altare principale c’era una cripta che nascondeva altre ossa. Convinti di aver trovato il vero San Nicola, i cavalieri portarono le (altre) spoglie del santo a Venezia nella chiesa di San Nicolò al Lido.
E i regali?
San Nicola portò con sé la tradizione della strenna natalizia, un piccolo regalo portafortuna per il nuovo anno, una tradizione di origini romane di 2600 anni fa: il 6 Dicembre, infatti, è la data in cui si festeggia la nascita del santo.
Si racconta, inoltre, che, proprio durante la notte di Natale, Nicola regalò tre mele a tre sorelle orfane. Di notte i frutti diventarono d’oro e regalarono ricchezze alle tre fortunate.
Per ragioni di culto, poi, il Cristianesimo spostò il giorno di scambio dei regali al Natale di Gesù, costringendo il buon San Nicola a lavorare a fine anno con l’aiuto di un asinello che porta i doni (…che gli inglesi hanno trasformato in una renna!).
Tanti altri paesi in Europa, invece, hanno mantenuto la tradizione di un Babbo Natale che consegna i doni il 6 Dicembre e veste ancora con i suoi antichissimi abiti vescovili.
Viaggio in Olanda e in America
Grazie agli scambi culturali permessi dal Rinascimento, San Nicola diventò anche patrono dell’Olanda, che a sua volta esportò il culto a Nuova Amsterdam, che in futuro sarà chiamata “Nuova York”. E da New York la storia è conosciuta: Babbo Natale ha conquistato il mondo assieme alla Coca Cola.
E così, partendo da Bari, l’avventura di San Nicola ha conquistato il mondo intero e a Napoli è conservato un piccolo pezzetto di questa fantastica avventura.
-Federico Quagliuolo
Lascia un commento