Napoli è maggiormente conosciuta per i suoi vicoli stretti e misteriosi, per le chiese dall’aura magica e per i panorami mozzafiato.
Ma anche Napoli nel periodo a cavallo tra l’800 e il 900 visse la sua belle epoque.
Abbiamo già parlato della storia del Caffè Gambrinus, raccontando di come Napoli all’epoca si ispirasse a Parigi, creando luoghi di incontro per gli intellettuali dell’epoca. Ma proprio in quegli anni, nella capitale francese, si diffuse una particolare tipologia di spettacolo, uno spettacolo che si svolgeva prevalentemente nei caffè, dove tra un sorso e l’altro si assisteva ad esibizioni di vario genere.
Lo spettacolo prende il nome di café-concert, o più comunemente café-chantant, si diffuse in tutta la Francia, varcando i confini e arrivando fino a Napoli.
Presentava vari numeri, ed è proprio questa la tipologia che fa da mamma all’odierno spettacolo di varietà, ampiamente criticato dal mondo artistico e dalle persone più sensibili per la presenza di numerose donnine nude.
Ed anche nel café-chantant, c’era una figura maliziosa, la star della serata potremmo dire.
Era la chanteuse, la cantante, che i napoletani presero a chiamare “la sciantosa”.
La sciantosa, figura sensuale, saliva sul piccolo palco del bar e incantava tutti gli uomini, nessuno poteva salvarsi. Per aumentare l’effetto, le sciantose si costruivano passati fasulli dal sapore esotico e avventuriero e parlavano con accento straniero, erano bellissime e talmente provocatrici che da alcuni furono definite anche “sfascia famiglie”.
Queste dive dei piccoli teatri dall’aroma di caffè erano solite avere dei complici tra il pubblico, che incitassero le persone ad applaudire e ad emozionarsi per lo spettacolo, un po’ come all’esibizioni di Nerone dove la maggior parte del pubblico era composto da schiavi, pagati per applaudire.
Col passare del tempo alle doti artistiche si preferirono sempre più la presenza scenica e le doti fisiche, elementi che portarono al significato che diamo oggi al termine sciantosa, usato per indicare una bella donna, una femme fatale, tutta napoletana.
-Roberta Montesano
Foto di Federico Quagliuolo
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