Tradizione vuole che il Giovedì Santo, sulle tavole partenopee compaia l’immancabile “zuppa di cozze“. E’ una delle ricette più diffuse per la preparazione delle cozze, insieme alla altrettanto nota “impepata”.
Ma quale è la sua origine?
Si racconta che Ferdinando I di Borbone fosse tremendamente goloso di frutti di mare, e in particolare di cozze, che volentieri egli stesso pescava nelle acque sotto Posillipo e soleva preparare secondo una particolare ricetta da lui inventata.
Ma dopo banchetti, leccornie di ogni tipo e una fase di riflessione, decise di dare ascolto agli ammonimenti che da tempo il padre domenicano Gregorio Maria Rocco gli ripeteva.
Decise così, sotto suo suggerimento, almeno la settimana santa, di non eccedere con peccati di gola.
Rinunciò alle più buone prelibatezze della sua tavola, ma c’era un qualcosa di cui non poteva fare a meno: le sue adorate cozze.
E così, il Giovedì Santo, prima di recarsi a via Toledo per il rito dello struscio, il sovrano chiese ai cuochi di corte di fargli trovare al suo ritorno una zuppa di pomodoro, cozze e salsa forte di peperoni.
La notizia e con essa la ricetta, viaggiò in lungo e in largo per la città fino a che anche i più poveri, che volevano eguagliare il grande re, cercarono di riproporla sulle loro tavole, talvolta sostituendo le cozze con un cibo più povero e reperibile, come le lumache.
Tutt’oggi, il Giovedì Santo le pescherie napoletane vendono veri e propri kit per la preparazione della zuppa di cozze, con tanto di freselle.
–Lidia Vitale
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