Il bosco di Capodimonte e la sua Reggia, costituiscono uno degli innumerevoli gioielli con cui la dinastia dei Borbone ha impreziosito il Regno di Napoli. Una folata di cultura, nonchè di ricchezza, ha spinto Carlo di Borbone nel 1738 a commissionare questo magnifico palazzo, che fu realizzato da Giovanni Antonio Medrano e Antonio Canevari, che un po’ come cane e gatto non si volevano proprio un gran bene.
Sulla scia delle residenze regali che si stavano diffondendo sempre più velocemente in tutta Europa, si scelse uno stile neoclassico, reso maestoso dal grigio piperno e dal rosso napoletano, che ancora tuttora svolgono il ruolo che un tempo fu assegnato loro: quello di ricordare la maestosità della dinastia borbonica.
Ma c’è un dettaglio che fa trapelare il vero motivo che ha portato alla nascita di questo palazzo: l’utilizzo dello stile vagamente dorico, utilizzato all’epoca per edifici culturali come teatri e musei, ci fa capire che Carlo aveva ben altre idee in mente. Ebbene, egli non voleva solamente realizzare una nuova villa in cui starsene in panciolle e andare a caccia, ma bensì voleva fare della Reggia di Capodimonte un vero e proprio museo!
Innanzitutto dovete sapere che la madre di Carlo di Borbone, era nientepopodimenoche Elisabetta Farnese, nipote di Antonio Farnese, che possedeva la famosissima collezione Farnese. Morto questo tale Antonio, la madre di Carlo ricevette in eredità questo enorme patrimonio, che il figlio pensò bene di portare a Napoli e di costruirci un museo.
Ma cos’è la collezione Farnese? Cosa comprende? La collezione, nasce tra Roma, Parma e Piacenza comprende all’incirca 329 dipinti tra quelli più famosi al mondo tra cui opere di Tiziano, Michelangelo, Raffaello e altri che hanno segnato la storia dell’arte italiana e non solo. E fu proprio la collezione a definire la disposizione degli interni della Reggia. Infatti si decise di realizzare le sale destinate all’esposizione rivolte verso il mare, mentre i lati interni che affacciano sul cortile, furono destinati alla biblioteca e alla raccolta di altri oggetti importanti facenti parte sempre della collezione.
Nel corso degli anni la Reggia ha visto numerosi cambiamenti, riguardanti il bosco che la avvolge, gli inquilini, le opere in mostra, le strade che la collegano.
Partiamo dal 1738: quando fu posta la prima pietra, la strada per arrivare sulla collina di Capodimonte era impervia e ripida, a causa del vallone della Sanità, nel 1742 incominciò la sistemazione dell’immenso parco, di 124 ettari, a cura di Ferdinando Sanfelice, e degli edifici preesistenti. E’ proprio da uno di questi edifici che nel 1743 nacque la fabbrica di porcellana. Nel 1758 furono trasferite le prime opere nel museo ancora in costruzione. Con la salita al trono di Ferdinando I, i lavori procedettero a rilento, il sovrano aveva lo sguardo rivolto a Caserta e trascurò Capodimonte, ma nonostante ciò si riuscirono ad ottenere ottimi risultati, se non fosse stato per il saccheggio datato 1799, che vide diminuire drasticamente il numero delle opere della collezione.
Passiamo al 1806, arrivo dei francesi, che trasformano quasi completamente la Reggia in una residenza reale. E, mica a casa tua ci vuoi arrivare facendo un’enorme salita? Partirono così, numerose opere di urbanizzazione tra cui la realizzazione di Corso Napoleone, oggi Via Santa Teresa degli Scalzi, che sovrasta la Sanità. Fu proprio la costruzione di questa strada a dimezzare il chiostro di Santa Maria alla Sanità, ma questa.. è un’altra storia.
Ritorniamo a noi, ci troviamo nel 1816, ritorno dei Borbone, Ferdinando I decise anch’egli di sfruttare la Reggia come residenza: numerose opere vengono smantellate e portate a quello che oggi è conosciuto come Museo Nazionale, e si diede all’organizzazione di feste e banchetti.
Invece nel 1830, sale al trono Ferdinando II, che deciso a completare il palazzo assoldò Niccolini e Giordano. Inoltre prese provvedimenti anche per la risistemazione del parco affidandosi a Friedrich Dehnhardt.
Nel corso degli anni altri nobili soggiornarono nella Reggia, tra cui i Savoia, e fu solo dopo la seconda guerra mondiale che il palazzo ritornò alle origini, ritrovando la sua vera natura e il motivo per cui era stato creato, fu così che nel 1957 fu finalmente inaugurato il Museo Nazionale di Capodimonte.
-Roberta Montesano
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