Situato in salita Pontecorvo 42, l’Istituto Filangieri, annesso all’antico convento di San Francesco delle Cappuccinelle, fu riconosciuto inizialmente come monastero da Papa Gregorio XV nel 1621.
Per volere di Gioacchino Murat poi fu convertito in riformatorio minorile e durante il fascismo il nome fu modificato ulteriormente in “istituto di osservazione minorile”.
Nel dopoguerra fino alla fine degli anni ’70, tornò ad essere un istituto di rieducazione sino alla prima ristrutturazione del 1985, richiesta da Eduardo de Filippo.
Sì proprio lui, senatore a vita, chiese allo Stato di “assegnare al Filangieri uno spazio in una località ridente su cui costruire un villaggio con abitazioni e botteghe dove i giovani, già avviati a mestieri e all’artigianato antico, possono abitare e lavorare.. Recuperando la speranza e la fiducia di una vita nuova che restituisca loro quella dignità cui hanno diritto.” Tutto questo per i ragazzi rinchiusi nel carcere minorile dell’ex convento delle Cappuccinelle.
Lo chiese 33 anni fa e oggi il “villaggio” non esiste. Oggi l’Istituto Filangieri è un edificio ancora sconosciuto a molti e abbandonato dalle istituzioni che a quanto pare sono impegnate in altro. In realtà nel 2000, l’istituto è stato acquistato dall’Università Navale per adibirlo ad uso accademico ma i lavori non sono mai partiti.
Oggi l’ex carcere Filangieri è occupato dagli attivisti del collettivo Scacco Matto che autofinanziandosi per migliorare le condizioni dello stabile, vogliono restituire lo spazio al quartiere. La prima area ad essere recuperata è stata proprio quella del teatro dedicato ad Eduardo de Filippo, al primo piano. Basta salire al secondo piano però che lo scenario cambia ed ecco l’abbandono, l’oscurità e i corridoi tetri che ci aspettavamo. Porte aperte su spazi angusti ma con viste mozzafiato come quella che si ammira dal tetto dello stabile.
Volete trasformarvi in esploratori della città? L’ex carcere Filangieri è il posto che fa per voi!
-Mariagiovanna Guillaro
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