È forse una delle strade più suggestive del Vomero, camminando per via Luigia San Felice, tra la raffinatezza dei palazzi in stile Liberty e Capri all’orizzonte, non si puó di certo restare indifferenti al paesaggio da cui si è circondati.
Pare che la sua bellezza ne abbia suggerito il nome. Luisa San Felice, detta Luigia Sanfelice, era infatti una dama napoletana molto contesa. Donna affascinante e di carattere, fu corteggiata da molti uomini, circondata di attenzioni e da amori che le costarono la vita.
Il suo matrimonio fu la sua prima delusione d’amore, lei e suo cugino, sposi giovanissimi non condussero certo una vita moderata, tra sperperi e dissolutezze vennero separati e Luigia venne condotta in un monastero di rieducazione. Tornati a Napoli la Sanfelice frequentò indistintamente ambienti monarchici e repubblicani, vivendo tra salotti lussuosi e grandi feste.
Erano gli ultimi anni del ‘700 a seguito della fondazione della Repubblica Partenopea, una famiglia di banchieri, i Baccher, cospira contro il nuovo governo per la nuova ascesa della monarchia.
Tra di loro un giovane ufficiale dell’esercito regio, Gerardo Baccher, si è perdutamente innamorato della dama napoletana e, prima della congiura, le consegna un salvacondotto.
Ma il Baccher non è l’unico ad amare la donna, ne sono stati conquistati anche i rivoluzionari Ferdinando Ferri e Vincenzo Cuoco. Non è certo, ma probabilmente Luigia frequentava entrambi, fatto sta che decise di consegnare il salvacondotto al primo, forse per salvarlo dalla congiura. Ferdinando Ferri, però, non mantenne il segreto e dichiarò tutto al compagno rivoluzionario. La notizia divenne pubblica e così anche il tentativo di ribaltare la repubblica che venne salvata. Tutto per merito della Sanfelice. I Baccher, scoperti, vennero fucilati.
La triste fine di Luigia Sanfelice
Qualche anno dopo, però, l’ascesa al trono dei Borbone fu per Luigia Sanfelice una condanna: era considerata la salvatrice della Repubblica, per questo il re Ferdinando la condannò a morte. L’esecuzione fu rimandata più volte. La Sanfelice si dichiarò incinta e la gravidanza fu falsamente confermata da alcuni medici per salvarla. Ma la donna venne scoperta da una commissione di medici riunitasi a Palermo e l’esecuzione si svolse nel 1800.
–Laura d’Avossa
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