Gennaro Aspreno Rocco

Nel cuore di Afragola c’è un casale rovinato e in pessime condizioni, con qualche pezzo di intonaco giallo che ricorda i tempi belli in cui la cittadina era il principale centro abitato fra le campagne di Napoli e Caserta.

Quella casa ospitava Gennaro Aspreno Rocco, uno dei più importanti letterati della provincia di Napoli, che oggi è ancora ricordato proprio lì, con una targa che riporta il suo faccione sorridente e che ricorda la sua data di morte, nel 1922.
Il Comune di Afragola gli ha anche dedicato un busto.
Fu un personaggio tanto importante da essere soprannominato “il Virgilio cristiano” dallo storico Gaetano Capasso e, in un concorso di poesia internazionale, fu vincitore arrivando a pari merito con Giovanni Pascoli.

Era molto allegro e gentile, amava studiare la storia antica e l’archeologia e aveva origini poverissime, che non rinnegò mai. La sua personalità esplosiva e appassionata, per giunta, attirò numerose invidie che gli costarono una carriera di studioso.

Targa di Gennaro Aspreno Rocco
La targa di Gennaro Aspreno Rocco sulla casa del Comune di Afragola

Scappò di casa per continuare a studiare

Il giovanissimo Gennaro, che portava il nome pesantissimo del santo protettore di Napoli, veniva da una famiglia molto povera. Nonostante il cognome altisonante, infatti, era il figlio di due contadini che di certo non immaginavano per lui un futuro da intellettuale.

Dopo l’Unità d’Italia, a circa 8 anni, fu iscritto alla scuola dell’obbligo. Era il 1863 e il ragazzo si distinse per la curiosità con cui interrogava il maestro in ogni materia. Una volta finiti i quattro anni della scuola elementare, però, i genitori non potevano permettersi il pagamento degli studi.

Così, secondo alcune fonti, a soli dodici anni Gennaro decise di lasciare casa per andare a Napoli, per poter continuare gli studi e sfuggire al destino che gli poneva davanti una vita di semine e raccolti fra i campi della provincia di Napoli.

Pare che allora abbia incontrato il potentissimo cardinale Sisto Riario Sforza e, con un discorso appassionato, cercò di convincerlo ad ammetterlo in seminario. L’uomo di chiesa era ormai anziano, ma non aveva dimenticato il fuoco che brucia dentro quando si è adolescenti: si commosse davanti alla passione del giovane e decise di introdurlo in seminario (probabilmente a spese della Curia di Napoli), dove conobbe maestri come Gennaro Aspreno Galante e Giovanni Scherillo.

Il cardinale Sisto Riario Sforza, che fu in continua lotta contro il governo italiano, non volendo riconoscere l’Unità d’Italia

L’invidia che stronca una carriera

La scelta di Sforza si rivelò giusta: a soli trent’anni Gennaro Aspreno Rocco era considerato fra i migliori latinisti e archeologi cristiani d’Italia, aveva pubblicato numerosi studi e scrisse numerose poesie in latino.

E, per questa ragione, cominciarono le invidie verso un giovane di tante belle speranze che, oltre ad essere figlio di nessuno, in poco tempo aveva occupato il palco dei grandi studiosi del panorama culturale di Napoli.

Cominciarono a diffondersi voci negative su Rocco che gettavano fango sui suoi studi e sul suo modo di porsi come studioso, definito troppo “licenzioso” e poco adatto ad un uomo di chiesa.

Per punizione, il giovane sacerdote fu mandato a Casarea, una piccola frazione di Casalnuovo, che sul finire del XIX secolo era famosa per essere una zona pericolosissima, frequentata da ladri e briganti. Rimase in esilio per quasi tutta la vita, ma continuò a studiare e pubblicare libri in latino e poemi epici: uno di questi, candidato nel 1908 a un premio internazionale, arrivò primo a pari merito con Giovanni Pascoli. Poi, nel 1912, decise di ribellarsi tornare ad Afragola perché non ne poteva più di stare in esilio: era ormai caduto in depressione.

Si stabilì così nella casa che ancora oggi lo ricorda. E lì morì 10 anni dopo, dopo essere stato finalmente riabilitato dalla calunnia che gli aveva stroncato la carriera. La Chiesa non punì mai la sua ribellione, ma non gli affidò più nessuna parrocchia dopo il suo ritorno ad Afragola.

La vita, invece, gli sorrise: fu nominato socio dell’accademia di Scienze e Lettere di Napoli, così come fu chiamato nell‘accademia dell’Arcadia di Roma fra i membri illustri: finalmente, negli ultimi anni della sua esistenza terrena, trovò il giusto riconoscimento per la sua immensa opera letteraria.

Le origini umili di Gennaro Aspreno Rocco

Gennaro Aspreno Rocco non dimenticò mai le sue origini poverissime e non le rinnegò nemmeno nei suoi scritti. C’è una sua opera, “i pediculi“, in cui racconta l’ingratitudine di un figlio che, una volta diventato ricco grazie agli studi pagati con i sacrifici di famiglia, si dimenticò dei genitori e li lasciò morire fra povertà e pidocchi.
Proprio questa vicenda è raccontata con tanti episodi e battute di paese, con personaggi che Rocco conosceva fin troppo bene, avendo vissuto in prima persona gli ambienti poverissimi della provincia agricola napoletana.

E oggi la sua targa è in una strada di Afragola intitolata a lui, che conserva la memoria di un uomo geniale che, per l’invidia di qualcuno, vide la sua carriera stroncata. Ma che, allo stesso tempo, non rinnegò le sue origini e non perse la passione nello studio e la voglia di giustizia, che ottenne solo ad età avanzatissima. Una storia più attuale che mai.

-Federico Quagliuolo

Riferimenti:
Gennaro Aspreno Rocco, il Virgilio cristiano, Gaetano Capasso, Napoli, 1956

Per approfondire il discorso, questo articolo è estremamente completo, documentato e dettagliato:
http://www.salvisjuribus.it/gennaro-aspreno-rocco-biografia-vita-afragola-poesie/#:~:text=Biografia%20e%20Opere%20di%20Gennaro,poeta%20di%20Afragola%20%7C%20Salvis%20Juribus

Altre letture:
https://books.google.it/books?id=PYBHmCL1kkEC&pg=PT60&lpg=PT60&dq=gennaro+aspreno+rocco+chi+era&source=bl&ots=XNPJIj27KH&sig=ACfU3U2PTfDgoViRnx6PowkbJEj_MCeI-A&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwjmzIG1sbzqAhXnxIsKHeVhAjYQ6AEwFHoECAoQAQ#v=onepage&q=gennaro%20aspreno%20rocco%20chi%20era&f=false
http://www.giovannipanzera.it/dati/pubblicazioni/di_Virgilio_Catalano/pubblicazioni/Testo_asprenorocco.pdf

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