Il traffico impazzito è il problema degli ultimi cent’anni di mobilità cittadina a Napoli. Arrivò quindi negli anni ’80 un’idea geniale: costruire una autostrada sopraelevata nel bel mezzo del centro della città, per collegare Via Marina . In realtà il progetto fu ridimensionato a tal punto che la sopraelevata di Corso Novara semplicemente diventò una corsia stradale al centro dei palazzi, dove diventò meta di gare illegali di notte degne dei migliori capitoli di Need for Speed.

Bisogna sempre contestualizzare: non esisteva la metropolitana negli anni ’80, Piazza Garibaldi era invasa da una gigantesca protuberanza che serviva come stazionamento dei pullman e il Centro Direzionale sarebbe stato costruito di lì a poco. Arrivare a Piazza Garibaldi era quindi un bel guaio per un automobilista. Almeno non esistevano nemmeno le ZTL!

L’idea fu realizzata grazie al flusso di denaro che arrivò a Napoli per i mondiali di Italia ’90, anche se ironicamente il tratto della strada realizzato (appena un terzo rispetto al progetto originale) fu inaugurato dopo due anni dalla fine delle competizioni.

Il ponte di Corso Novara in costruzione, anni ’80, foto da Napoli Retrò

Un’inaugurazione sfortunata

Già nel momento dell’inaugurazione della sopraelevata di Corso Novara si doveva capire che le cose sarebbero andate male. La data, il 23 dicembre 1992, era pessima: tutta Napoli era in giro per fare le ultime compere natalizie, la zona del Corso era chiusa per la cerimonia e, per non farsi mancare nulla, in quella stessa data fu cambiato il senso di marcia di Piazza Garibaldi, mandando nel caos gli automobilisti.
Il traffico del centro storico era così congestionato che il sindaco, Nello Polese, fu costretto ad abbandonare l’auto blu a Corso Umberto per fare una bella passeggiata a piedi, respirando a pieni polmoni il piombo della benzina rossa fino al luogo dell’inaugurazione: probabilmente in quel momento capì che il progetto era veramente maledetto.

Al taglio del nastro, l’assessore alle infrastrutture abbozzò con un sorriso: “nei primi momenti capitano sempre imprevisti. Vedrete che in futuro l’intera città ne beneficerà“. Non andò proprio così. Ma i 40 miliardi di lire erano già stati spesi. (circa 40 milioni di euro convertendo il potere d’acquisto della moneta negli anni ’80)

Una storia di degrado

La sopraelevata diventò un gigantesco coinquilino degli abitanti del corso e, di fatto, fu la mazzata finale che consegnò al degrado attuale la zona della ferrovia: chi la guardava dall’alto dei piani superiori era investito dai rumori delle automobili e dallo smog, chi si trovava ai piani intermedi si limitava ad una esperienza sonora davanti a pannelli in plexiglass e chi, per sua sfortuna, si trovava in basso, viveva in una camera a gas: la strada era infatti molto larga aveva creato un “effetto tappo”: lo smog prodotto dalle auto circolanti in basso rimaneva in una enorme gabbia d’aria, confinato fra i piloni dell’autostrada.

I residenti, inoltre, lamentavano continuamente i rumori assordanti delle automobili che passavano davanti ai propri balconi, ormai sbarrati e chiusi perché era impossibile affacciarsi. Questo è il caso di M. M., che mandò decine di lettere al Mattino prima di svendere casa e trasferirsi in provincia di Napoli.
Inizialmente le proteste dei residenti, che si organizzarono anche in un comitato, furono bocciate come “suggestioni” e “lamentazioni“. Poi, quando la sopraelevata fu demolita nel 2000, si scoprì che avevano ragione: i pannelli insonorizzanti erano stati montati al contrario. E non servivano proprio a un bel niente.

Calato il sole, che arrivava in minima parte nei negozi in basso, la situazione diventava assai preoccupante: la strada cominciava a popolarsi con lo strano sottobosco di facce losche che si genera sotto i piloni dei cavalcavia, degna dei peggiori film americani. E i cittadini vissero davvero un brutto decennio.

sopraelevata di corso novara
Foto di metà anni ’90

Un progetto incompleto e costoso: la sopraelevata di Corso Novara

La strada inizialmente non doveva nemmeno chiamarsi “sopraelevata di Corso Novara”, come poi fu soprannominata successivamente. Nei progetti del 1983 doveva infatti collegare addirittura Via Marina con Piazza Carlo III. Poi ci si rese conto della difficoltà di creare un ponte stradale tanto alto da camminare addirittura sopra la stazione Centrale. E fu costruito un tratto lungo 1700 metri con un ingresso troppo ripido per un errore di progettazione, che quindi era impossibile da percorrere per i camion.

L’esperienza finì quindi con i lavori nel 2000, costati altri 50 miliardi di lire, che definitivamente fecero sparire questa insolita esperienza dalle strade di Napoli ma che, purtroppo, non riuscirono ad annullare il degrado creato.

-Federico Quagliuolo

Riferimenti:
https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2000/06/13/lavori-corso-novara-debutto-con-ingorghi.html?awc=15069_1603502197_b47f5d4726186f0f650fa3d9d2737080&source=AWI_DISPLAY
https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2000/06/10/ruspe-corso-novara-va-giu-la-sopraelevata.html?awc=15069_1603502200_ed2a38cde1dde2da0f13e0b2843613b6&source=AWI_DISPLAY
https://digilander.libero.it/ilmandarino/foto/arenaccia/via_arenaccia.htm

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