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Quando si parla di castelli napoletani ci si rivolge subito al Maschio Angioino o a Castel dell’Ovo, che dominano il mare da secoli e servirono numerosi padroni.
Ma c’è un castello chiamato Villa Ebe, poco più in alto, che è possibile scorgere venendo dal mare, grazie soprattutto al particolare stile neo-gotico.

I sogni di un visionario

Ebbene, lungo il fianco occidentale del Monte Echia, sulle rampe di Pizzofalcone, proprio dove sorsero i primi insediamenti dell’antica Partenope, sorge Villa Ebe, anche nota come Castello di Pizzofalcone. Questo piccolo gioiello fu ideato e costruito nel 1922 da Lamont Young: un uomo che diede molto alla città di Napoli. Difatti, questo architetto, nonché esperto urbanista, vide nella città partenopea una fonte di ispirazione. Il suo contributo eclettico, lo si riconosce in molti edifici della Napoli bene. Ma il suo genio si liberò soprattutto nei numerosi progetti che pensò appositamente per la città. Tra questi troviamo le bozze della prima linea metropolitana, che a quei tempi sembrò quasi un’utopia. E ancor più straordinario fu il progetto del Rione Venezia: un intero quartiere fatto di canali navigabili che avrebbero unito il quartiere di Santa Lucia e Bagnoli, passando sotto la collina di Posillipo.

Villa Ebe
Disegno della nostra bravissima Eleonora Bossa

Visibile solo uno scheletro

Come numerose delle sue idee oggi sono andate perdute negli anni, così il castello di Pizzofalcone si è sbriciolato tra i vari incidenti e le varie promesse di restauro. Di fatti ciò che risulta visibile oggi è solo un piccolo pezzo di ciò che Lamont aveva realizzato. L’intera struttura, nel 1922, fu costruita su due compartimenti distinti che fungevano uno, il lato di villa Ebe, come residenza personale dell’architetto napoletano, l’altro, invece, fungeva da residenza per la famiglia Astarita, che venne distrutto dalle bombe nella seconda guerra mondiale. Rimasta sola Villa Ebe, vide il suo futuro glorioso sfumare: da quel bombardamento fino ad oggi, l’edificio ha avuto numerosi padroni, proprio come i grandi castelli napoletani, solo che nessuno di loro prese davvero provvedimenti per il restauro. Fino al 2000 numerosi artisti combatterono per la piccola villa che a tre giorni dalla delibera dei lavori di restauro, fu incendiata. E’ così che, sotto gli occhi del Castel dell’Ovo, suo dirimpettaio, Villa Ebe prese fuoco. Tutte le rifiniture interne andarono perdute, così come la sala elicoidale in legno. Il castello trovò  un po’ di pace solo nel 2014, quando fu inaugurato il giardino: rimesso a nuovo da un’associazione.

Villa Ebe rimasta abbandonata

Nonostante la sua bellezza unica e la sua innovazione Villa Ebe giace oggi ancora in stato di abbandono. Leggende metropolitane raccontano che in determinate notti si può scorgere un’ombra sulla torre quadrata. I più romantici sostengono che si tratti del suo creatore: Lamount Young, morto suicida nel 1929. Gesto estremo, motivato forse dal suo genio incompreso. Difatti egli fu un innovatore, ma troppo all’avanguardia per i suoi tempi, forse dopo aver realizzato il suo ultimo capolavoro, Villa Ebe, non riuscì più a sostenere le critiche che numerose bussavano alla sua porta. Quello che rimane oggi è spiacevole, ma deve diventare motivo di crescita: guardare Napoli con gli occhi di Lamount Young e lavorare per renderla un posto migliore.

-Roberta Montesano
Disegno di Eleonora Bossa

La storia è dedicata a Gaia Mancini per la sua generosa donazione. Supporta anche tu Storie di Napoli: è solo grazie a te se possiamo continuare le nostre attività!

Come si raggiunge:

Metropolitana Linea 1, fermata Toledo oppure Funicolare centrale, fermata Augusteo. Arrivare a Piazza del Plebiscito e imboccare Via Monte di Dio e procedere sulle Rampe di Pizzofalcone.

Un approfondimento di Derive Suburbane, che ha esplorato la villa con scatti meravigliosi: https://derivesuburbane.it/edifici-fantasma/ville-residenze/villa-ebe/

Altri esploratori: http://www.paesifantasma.it/Luoghi/villa-ebe–castello-di-pizzofalcone-.html

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