Si sogna di migliorare il volto un quartiere, si progetta il modo per farlo, i cittadini si autotassano realizzare il sogno. Si potrebbe riassumere così la storia della targa delle Birrerie Meridionali di Corso Amedeo dedicata alla storia dell’ex stabilimento più noto come Birreria Peroni.
Un evento straordinario in cui i residenti della zona, dopo aver letto la nostra storia dello stabilimento di Capodimonte della Birreria Partenopea, hanno deciso di organizzarsi spontaneament autotassandosi per poter raccogliere i fondi sufficienti per finanziare la targa. Un’operazione iniziata e realizzata in tempi da record senza politica e propaganda.
Persone straordinarie dietro la targa di Corso Amedeo
Il merito di aver coordinato i lavori va a Carlo Restaino, un giovanissimo attivista che vive, nemmeno a farlo apposta, nel complesso residenziale nato al posto dell’antica fabbrica di birra nata nel 1851, una delle prime d’Italia e sicuramente il primo birrificio industriale in Campania. Fu poi acquistato nel 1927 da Birra Peroni, che trasferì lo stabilimento produttivo a Miano nel 1955.
“Mi sveglio la mattina e penso che sto calpestando un pezzo di storia della città – spiega Carlo Restaino – oggi molti residenti sono figli di anziani ex operai della Birreria Peroni di Corso Amedeo che ricordano con nostalgia i tempi in cui Capodimonte era considerato un piccolo polo industriale cittadino. Quando queste persone se ne andranno, sparirà questa memoria viva. Senza una targa che ricordi la storia di quello che era il nostro quartiere, perderemmo un altro pezzo di Napoli”.
Birrerie Meridionali: un modello d’ispirazione
La valorizzazione della storia industriale di Napoli non è meno importante della riscoperta di personaggi storici che hanno vissuto in questo o quell’edificio del Centro Storico: ricorda un passato fatto di dignità, sacrifici, lavoro in una terra che oggi più che mai cerca il suo riscatto. Ecco perché la targa delle Birrerie Meridionali è importante anche come modello d’ispirazione per chi, a volte, si fa prendere dallo scoramento per le tante brutte notizie su Napoli, dalla fuga dei giovani alla crisi del lavoro. Ricordare un passato orgoglioso ci aiuta a costruire un futuro migliore.
Una gara di solidarietà, giovani professionisti napoletani
Per raccogliere fondi necessari per realizzare la targa sono serviti esattamente 4 giorni e due post su Facebook: uno sul gruppo dei residenti di Capodimonte e un altro su Storie di Napoli. La gara di generosità è diventata virale, tanto da raccogliere quasi 100 euro in più oltre la cifra prescelta: i soldi sono stati destinati all’acquisto di beni di prima necessità per i senzatetto e le persone bisognose del quartiere.
Per la realizzazione della targa sono stati pagati giovani professionisti napoletani: Federico Quagliuolo per la ricerca e i testi, Lidia Vitale per la grafica, Fiorella Formicola per la traduzione e Laura Capuano per il disegno. Tutti under-30 che sognano di rimanere in città.
Anche l’amministratore del parco, subito dopo aver avuto la notizia della targa della birreria, ha rilasciato immediatamente il permesso per l’affissione. Non dimentichiamo anche Eprint di Carlo Caruso, lo stampatore della targa, che ha realizzato il prodotto in soli due giorni: tempi rapidissimi, ancor più straordinari se si pensa allo stress natalizio. E infine il montaggio: si sono offerti due residenti, senza pretendere alcun compenso se non la gioia di vedere un piccolo pezzo di storia parlare sui muri della città.
Ed oggi, quando guarderemo questa targa, avremo la dimostrazione che la Napoli nobile, quella fatta dai tantissimi cittadini che amano questa città, ha spesso bisogno solo di trovare un canale pulito in cui riversare tutte le sue energie positive. E chissà, magari un giorno nascerà proprio a Corso Amedeo un Cesare Peroni napoletano, ispirato proprio da questa targa.