real polverificio borbonico scafati

La città di Scafati lambisce il territorio della celebre Pompei, in una posizione strategica. Collocata nella parte nord-occidentale della provincia di Salerno, confina con quella napoletana e custodisce una serie di preziose testimonianze del passato, sia di carattere sacro che profano. Una delle più importanti è senza dubbio il Real Polverificio Borbonico.

Ferdinando II. Il fautore del progetto

Ferdinando II di Borbone fu l’iniziatore di questo complesso industriale. Sotto il suo regno Napoli divenne una delle città più in vista d’Europa e il Regno delle Due Sicilie si rafforzò economicamente. Viene anche ricordato per le violente repressioni di cui fu protagonista e per essersi fermamente opposto all’unità d’Italia, comunque raggiunta dopo la sua morte improvvisa.

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Re Ferdinando II di Borbone

Era soprannominato il “Re Bomba“. Questo appellativo non era dovuto alla sua stazza (sebbene fosse considerevole, come testimoniato da alcune fotografie d’epoca!) quanto al bombardamento che organizzò nel 1848 sulla città di Messina, ribellatasi e contraria a un ridimensionamento della Sicilia in favore di Napoli.

Il progetto del Real Polverificio Borbonico

Il Real Polverificio Borbonico si trova al confine con Pompei e la sua costruzione fu iniziata nel 1851. L’idea di Ferdinando II di Borbone era quella di sostituire la Real Fabbrica di Polveri e Nitri di Torre Annunziata, fino ad allora la principale fucina di produzione di polvere da sparo.

La posizione del Real Polverificio Borbonico è di fatti molto favorevole. L’edificio era prossimo al Canale Conte di Sarno e a un suo derivato, il Canale Bottaro. Si trovava, inoltre, piuttosto lontano dal centro abitato in quegli anni, aspetto fondamentale per una costruzione di questo tipo.

Era indispensabile che nelle vicinanze del Real Polverificio Borbonico non si trovassero agglomerati urbani. Un incidente fortuito, in presenza di una così massiccia mole di materiale esplosivo, avrebbe infatti potuto causare danni inimmaginabili.

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Foto di Raffaele Grimaldi

A tal proposito re Ferdinando II emana nel 1857 un decreto per la salvaguardia del complesso. Uno degli articoli recita:

Non sarà permesso nella zona di palmi 3780 di accendersi fuoco nell’aperta campagna, di costruirsi calcare per qualsiasi uso, e bruciarsi stoppie di grano, o di qualunque altro cereale o civale”

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Un decreto di Ferdinando II del 1857 in cui si dettano alcuni divieti per evitare il rischio di incidenti esplosivi all’interno del Real Polverificio di Scafati.

Gli edifici del complesso

Il Real Polverificio Borbonico si sviluppa su un’area rettangolare con un parco piuttosto lungo sviluppato sul lato occidentale. Il complesso è suddiviso in una serie di edifici di diverse dimensioni e dalla notevole importanza storica e monumentale. Sono databili tra il 1852 e il 1880, circondati dall’antico muro di cinta.

Tra gli edifici più importanti del Real Polverificio Borbonico si distinguono il corpo principale, a carattere amministrativo, la Cappella di Santa Barbara, le officine, i laboratori chimici e l’ingresso monumentale all’area esplosiva. All’ingresso di quest’ultima si trova un’iscrizione che recita “Né ferro né fuoco“, a sottolineare la pericolosità del luogo che richiedeva l’assenza di qualsiasi materiale d’innesco.

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Foto di Raffaele Grimaldi

I fautori del progetto furono il colonnello Alessandro Nunziante, l’architetto Luigi Manzella e il chimico Filippo Di Grandis. Un’equipe di professionisti di vari ambiti che evidenzia la particolarità di questo complesso, pensato principalmente per rifornire l’esercito del regno.

Un edificio in continua trasformazione

I lavori di realizzazione del Real Polverificio Borbonico furono piuttosto rapidi. Nel 1854 la fabbrica fu resa operativa. Nel 1855 Re Ferdinando II effettuò una considerevole opera di bonifica del fiume Sarno. Ciò permise alla fabbrica d’ingrandirsi e di trasformarsi, in periodo post-unitario, in uno dei principali bacini di rifornimento delle forze armate italiane.

Il Real Polverificio Borbonico funzionò ininterrottamente fino al 1894, quando fu riconvertito in Istituto Sperimentale del Tabacco. Il terremoto del 1980 danneggiò pesantemente la struttura che fu definitivamente abbandonata.

Ciò che resta del Real Polverificio Borbonico è un complesso dal passato glorioso, importante testimonianza dell’edilizia industriale del secondo Ottocento, con strutture e decorazione originali e interessanti. Un luogo assolutamente da valorizzare, ridestandolo dallo stato di torpore e dal senso di abbandono in cui sembra versare oggi.

Fonti

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