Nel Museo di Capodimonte a Napoli è esposta una Crocifissione di Masaccio in cui Cristo è senza collo.
Si tratta di un grave errore tecnico o di un sapiente espediente artistico? Scopriamolo insieme!
Tommaso, detto Masaccio
Tommaso di Ser Giovanni di Mone Cassai venne soprannominato “Masaccio” per la sua trascuratezza.
Figlio di un notaio, nasce nel 1401 vicino ad Arezzo per poi spostarsi fin dalla tenera età a Firenze.
La sua prima produzione artistica avviene a contatto con il più anziano Masolino da Panicale con il quale realizzerà importanti opere “a quattro mani”. Tra queste rientra il celebre ciclo di affresci della Cappella Brancacci nella chiesa di Santa Maria del Carmine a Firenze.
Masaccio si affrancherà presto da Masolino, mostrando un linguaggio pittorico più moderno ed aggiornato. Opere come la Crocifissione, infatti, mostrano una maggior adesione alle regole e al modo di dipingere proprio del primo Rinascimento.
Non è un caso, infatti, che Masaccio venga considerato tra i primi pittori rinascimentali oltre che uno dei padri fondativi della pittura italiana di tutti i tempi.
La Crocifissione di Masaccio a Capodimonte
Analizziamo ora la Crocifissione di Masaccio conservata al Museo di Capodimonte di Napoli.
Si tratta di un’iconografia classica per quanto riguarda i soggetti della scena, ma innovativa nella composizione. Il protagonista è ovviamente Cristo, al centro della scena.
Alla sua destra la Madonna, a sinistra San Giovannino: entrambi hanno pose ed espressioni di sofferenza e compassione. Ai piedi, invece, una Maria Maddalena di spalle con il suo gesto esasperato funge da raccordo tra la scena sacra e lo spettatore. Invita tutti alla sofferenza del momento.
Osservando la Crocifissione di Masaccio un particolare emerge più di ogni altro: Cristo è senza collo!
Quello che pare un errore grossolano del buon Masaccio è in realtà una scelta ponderata, ma per comprenderla bisogna prima fare una premessa sull’origine dell’opera.
La Crocifissione di Masaccio non è un’opera a sé. Essa infatti faceva parte del grande Polittico di Pisa. Realizzato nel 1426 per la chiesa del Carmine di Pisa, era in origine composto da numerosi pannelli di forma e dimensione differenti.
Come è avvenuto per molti altri, il Polittico di Pisa fu smembrato. Alcuni pannelli sono andati persi mentre i restanti hanno preso strade differenti, finendo in vari musei sparsi per il mondo.
Di seguito è possibile osservare un’ipotesi di ricostruzione del polittico.
La Crocifissione di Masaccio si trovava dunque nella parte alta del polittico, chiamata “cimasa“. Questo è il motivo principale che spiega la difformità anatomica del Cristo.
Masaccio infatti utilizza l’espediente della “prospettiva scorciata“. Immaginando una lettura dell’opera dal basso verso l’alto, il pittore utilizza una serie di modifiche che permettano di vedere Cristo in maniera equilibrata, senza alterazioni dovute dalla differenza d’altezza.
In pratica, se il dipinto oggi risulta “disturbante” è perchè Masaccio non lo immaginò per una visione frontale, come siamo abituati a vederlo ora.
Se anche noi potessimo osservarlo da sottinsù potremmo apprezzarlo in tutta la sua potenza comunicativa, così come avveniva nel ‘400.
La Crocifissione di Masaccio non è l’unica opera in cui viene utilizzata la “prospettiva scorciata”. Nella storia dell’arte sono molti altri gli esempi. Uno tra tutti, il soffitto della Camera degli Sposi nel Castello di San Giorgio a Mantova, realizzato da Andrea Mantegna.
Ecco dunque svelato il mistero del Cristo “senza collo” di Masaccio, uno dei capolavori conservati al Museo di Capodimonte di Napoli.
Fonti
- Corriere della Sera, I capolavori dell’arte – Musei del mondo. Museo di Capodimonte, 2016.
- Corriere della Sera, I capolavori dell’arte. Masaccio. La cacciata di Adamo ed Eva dal Paradiso, 2014.
- G. Bora – G. Fiaccadori – A. Negri, I luoghi dell’arte. Dal Quattrocento all’Età della Maniera, Electa 2010.
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