Eleonora Baroni e sua madre Adriana sono le due voci femminili e napoletane che hanno incantato le corti italiane del Seicento.
Oggi, quando pronunciamo il cognome Basile a Napoli, a tutti viene subito in mente lo straordinario Giovan Battista Basile, scrittore di favole e racconti, autore del celebre Lo cunto de li cunti. Secoli fa, però, non era così. La fama dell’autore fu oscurata prima dallo straordinario talento canoro di sua sorella Adriana Basile, detta Adriana la bella, o la sirena di Posillipo, e poi da sua nipote, la figlia di Adriana, Eleonora Baroni, detta l’Adrianetta.
La vita di Adriana Basile, madre di Eleonora Baroni, tra le corti d’Italia
Adriana nacque a Napoli verso il 1580. Non si sa molto dei primi anni della vita della Basile, se non dalle rievocazioni letterarie del fratello Giovan Battista. Certo è che la famiglia doveva essere estremamente votata alle arti, come dimostra la passione e la vitalità artistica dei fratelli (anche Lelio Basile, infatti, terzo fratello Basile, era noto come compositore e poeta).
Da Napoli, dove la giovane Adriana aveva conseguito i primi successi artistici, la sua fama si espanse in tutta Italia. Era nota ai più come la sirena di Posillipo, in quanto univa all’incredibile talento artistico, di cantante e provetta suonatrice di strumenti vari, una bellezza straordinaria. Sposò un gentiluomo calabrese, Muzio Baroni, al servizio di Luigi Carafa, principe di Stigliano.
In quegli anni Adriana Basile fu anche ospite onorata e ammirata della corte dei Gonzaga a Mantova. Il duca Vincenzo Gonzaga infatti si era circondato delle più eminenti personalità artistiche del tempo e non poteva non desiderare ai suoi servigi la bella e talentuosa Adriana, suggeritagli da Monteverdi, che la considerava nettamente superiore rispetto alle altre donne “virtuose” del tempo.
A Mantova divenne famosissima, ottenne notevoli onori come riconoscimento della sua arte: ebbe il titolo di baronessa di Piancerreto e un feudo.
Non terminava mai il coro di elogi sulla sua persona innalzato da mecenati, amanti della musica, nobili, compositori, letterati: nessuno riusciva a tacere della donna incredibile nota come la sirena di Posillipo.
Mentre era in viaggio per Mantova, il giovane cardinale Ferdinando Gonzaga l’ascoltò a Roma e scrisse di lei al duca suo padre:
«Ha lasciato qui fama immortale et ha fatto stupir questa città sendo veramente la prima donna del mondo, sì nel canto come ancora nella modestia et honestà».
Cardinale Ferdinando Gonzaga
A Firenze fu ospitata in casa di Giulio Caccini, dove fu ascoltata dai componenti della camerata de’ Bardi, e lo stesso conte Giovanni Bardi, confermando che ella era la migliore cantante esistente. Anche il granduca Cosimo II de’ Medici la volle a corte.
Alla corte dei Gonzaga vennero chiamati altri membri della famiglia Basile, tra cui il fratello Giovan Battista, che nel 1612 vi sarà fatto conte, e la sorella Margherita, che si aggiunsero ai fratelli Lelio e Vittoria già a Mantova.
Sua figlia, Eleonora Baroni, nacque nel 1611. In riconoscimento dei favori ricevuti alla corte mantovana, Adriana la chiamò con il nome della duchessa Eleonora, morta nel settembre di quell’anno. Eleonora, detta Leonora o l’Adrianetta, riuscì a superare la fama della madre come cantante, ottenendo apprezzamenti finanche dal papa Clemente IX. Il suo talento, nel canto e con la tiorba, superò i confini italiani. Era considerata la più grande cantante del Seicento europeo.
Nel 1624 Adriana Basile lasciò definitivamente Mantova e passò gli anni rimanenti principalmente a Napoli, dove poi morì, continuando a dare concerti con esito trionfale, viaggiando per le corti italiane insieme a sua figlia Eleonora.
La fama di Adriana Basile tra i letterati
La fama di donna straordinariamente bella e talentuosa, le procurò l’interesse di alcuni letterati, proprio come succederà anche a sua figlia Eleonora Baroni. In molti le dedicarono i loro componimenti in versi: il Teatro delle glorie della signora Adriana Basile alla virtù di lei delle cetre degli Anfioni di questo secolo fabbricato, una raccolta stampata nel 1623 e nel 1628, e L’idea della veglia, del 1640.
Francesco Rasi le rese omaggio ne La cetra di sette corde del 1619, e Giovan Battista Marino ne scrisse sia nelle Rime, II edizione del 1629, sia nell’Adone, edizione 1623, nel canto VII:
Tal forse intenerir col dolce canto
suol la bella Adriana i duri affetti
E con la voce e con la vista intanto,
Gira per due strade a saettar i petti…
Adriana stessa fu una grande appassionata di letteratura. É grazie a lei che avvenne la pubblicazione postuma dell’opera colossale, madre della letteratura napoletana, del fratello Giovan Battista Basile. Probabilmente, senza l’interesse di Adriana Basile per l’arte, non avremmo mai potuto leggere Lo cunto de li cunti.
Lo straordinario talento di Eleonora Baroni
Se non in bellezza, Eleonora Baroni, figlia di Adriana Basile e Muzio Baroni, superò sicuramente la madre come cantante.
Di lei ci parla, con toni d’elogio, Raffaele Mastriani, che la inserisce nell’elenco degli “Uomini illustri” nel suo Dizionario Geografico-storico-civile del Regno delle due Sicilie del 1839-45.
Ai talenti per la musica accoppiò un bellissimo spirito, una felice facilità per l’italiana poesia, una amena soavità di costumi, ed un irreprensibile tenor di vita. Non altrimenti che sua madre fu essa pure celebrata da una quantità de’ più illustri poeti suoi coetanei.
Nel 1639, infatti, come preannunciato dalla precedente citazione, venne pubblicata una raccolta dal titolo Applausi poetici alla gloria della signora Leonora Baroni.
Nel febbraio 1644 venne chiamata a Parigi dal cardinale Mazzarino, probabilmente dopo la critica positiva del violinista André Maugars al “nuovo stile recitativo” della Baroni.
L’importanza di Adriana Basile ed Eleonora Baroni
Abbiamo descritto le personalità di due donne dall’incredibile talento, la cui educazione alla musica e all’arte ha dato frutti dal valore inestimabile, in tempi in cui non era facile per le donne imporsi nel panorama culturale.
Con il loro stile e le loro capacità canore, partendo da Napoli, Adriana Basile ed Eleonora Baroni hanno contribuito alla diffusione del genere musicale monodico e del melodramma, riscrivendo il paradigma della musica di corte del tempo.
Bibliografia
Yvonne Carbonaro, Storia delle donne di Napoli, Kairos edizioni, 2021
Dizionario Biografico degli italiani: Basile, Andreana, detta la bella Adriana; Baroni, Leonora
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