Piedimonte di Casolla attualmente è una delle 23 frazioni del comune di Caserta. E’ un borgo di origine altomedievale, in passato abitato da braccianti agricoli ed è situato sull’antica mulattiera che dalla pianura portava a Casertavecchia, sul Monte Virgo, ed è ricchissimo di edifici e chiese di un passato lontano.
Il nome stesso Piedimonte di Casolla è dovuto al fatto che il borgo si trova ai piedi del Monte Virgo, uno dei monti Tifatini, sulla cui vetta sorge Casertavecchia. Casolla invece è un’altra frazione del comune di Caserta che confina con Piedimonte di Casola.
Ancora oggi, camminando per Piedimonte di Casolla, possiamo notare l’antica struttura viaria medievale, caratterizzata da stradine strette e tortuose.
L’abbazia di San Pietro ad Montes a Piedimonte di Casolla
Sulla strada che da Caserta porta al borgo medievale di Casertavecchia, si erge una chiesa abbazziale benedettina in stile romanico. È la chiesa di San Pietro ad Montes, costruita nel territorio di Piedimonte di Casolla nel XI-XII secolo.
La pianta dell’abbazia è di tipo basilicale, ha tre navate con absidi caratterizzate da colonne e capitelli di spoglio, come il Duomo di Casertavecchia.
Le pareti della chiesa di San Pietro ad Montes sono state affrescate da maestranze di scuola campano-bizantina. E’ ancora possibile ammirare una Madonna con Bambino, una Crocifissione e una scena del Giudizio universale. Questi affreschi sono stati influenzati da quelli della non lontana abbazia benedettina di Sant’Angelo in Formis, vicino Capua.
La facciata è stata realizzata su modelli di stile benedettino-cassinese, si trova su una corte di forma quadrangolare ed è caratterizzata da un porticato con tre archi a tutto sesto, con volte a crociera. La stessa abbazia di Cassino è un monastero benedettino e fino agli inizi del secolo scorso faceva parte dell’antica provincia di Terra di Lavoro.
Per entare nella basilica bisogna entrare per l’unico portale della facciata, che è caratterizzato da un’iscrizione in cui si chiede la protezione di San Pietro per tutti coloro che entrano. L’interno dell’abbazia di San Pietro ad Montes è definito armonicamente dai colonnati delle navate e dai gradini di accesso al presbiterio.
Il campanile, a pianta quadrata, è separato dalla chiesa ed è decorato con bifore e cornici ad archetti pensili. La sua struttura possente ci ricorda le torri difensive.
L’abbazia di San Pietro ad Montes ha subito varie vicissitudini nel corso dei secoli.
Dal Quattrocento, la chiesa di San Pietro ad Montes fu affidata a un dignitario laico, mentre nel 1732 fu ceduta ai Padri della Congregazione della Dottrina Cristiana e dal 1795 fu donata, insieme ai suoi terreni, dal re Ferdinando IV di Borbone alla Real Colonia di San Leucio per garantire rendite all’ospedale degli artisti serici. Nei primi anni del secolo scorso fu acquistata dalla Società antitubercolare di Terra di Lavoro e per alcuni anni è stata usata dalle Suore Oblate.
Oggi è la sede di una comunità terapeutica.
Un nobile palazzo per il set di Pasolini
A Piedimonte di Casolla troviamo anche un palazzo nobiliare di un’antica famiglia aristocratica napoletana. Si tratta del Palazzo Cocozza di Montanara, che è stato costruito nel Quattrocento. La sua facciata si sviluppa su tre livelli ed è caratterizzata da una torre angolare di forma circolare. Alcune delle finestre del pian terreno e del primo piano sono decorate con cornici in piperno e in stile catalano, stile architettonico che si diffuse in Campania nel XV secolo e che è ancora visibile in alcuni borghi della provincia di Caserta.
Entrando nel maestoso palazzo, notiamo che la corte interna ha una scala del Settecento in piperno che conduce all’appartamento nobiliare e alla loggia. Superando un cancello si entra invece nel giardino all’italiana, che nel XIX secolo è stato modificato seguendo lo stile eclettico. Il giardino è stato poi restaurato agli inizi del nostro secolo dal paesaggista inglese Peter Curzon, che attualmente ne è anche il curatore.
Il giardino si sviluppa su un terrapieno, sfrutta la pendenza del Monte Virgo ed è composto da diversi settori, come le aiule in stile barocco, il viale degli aranci, il boschetto e il tempietto circolare. Il giardino di Palazzo Cocozza di Montanara è arredato da resti archeologici, dolie, ovvero antichi recipienti in terracotta d’origine romana, ed elementi architettonici sia del Settecento che di epoca più recente.
Nel settembre del 1970 Pier Paolo Pasolini si trovava a Casertavecchia a girare alcune scene del suo film “Il Decameron” e scelse il palazzo Cocozza di Montanara per ambientarvi la quarta novella della quinta giornata Ricciardo e Caterina.
San Rufo, la chiesa panoramica di Piedimonte di Casolla
A Piedimonte di Casolla c’è anche un’altra chiesa molto antica, si trova a pochi passi dal Palazzo Cocozza ed è la chiesa di San Rufo Vescovo e Martire, risalente all’XI secolo e che viene anche citata nella bolla di Sennete. Per accedervi, si salgono delle scale che conducono al sagrato sito su una terrazza panoramica davanti alla chiesa.
Il portale della chiesa di San Rufo è in legno intagliato, l’interno è a navata unica con cappelle laterali e presenta resti di affreschi che vanno dal XII al XVIII secolo. Nell’abside possiamo ancora ammirare un Cristo pantocratore realizzato da artisti di scuola campano-bizantina. Sulle pareti delle navate invece troviamo affreschi di santi anch’essi decorati, come il Cristo pantocratore, da cornici ovali in stucco Settecentesco.
Il pavimento maiolicato del XVIII secolo, realizzato da una bottega di Maddaloni, si è conservato quasi intatto.
Attualmente, Piedimonte di Casolla è visitabile solo dall’esterno, i suoi tre edifici principali sono aperti solo in rare occasioni,
Bibliografia
Laracca-Longhi, E., Vademecum di Caserta e delle sue Reali Delizie, Iaselli, 1888
Vecce, C., Il Decameron di Pasolini: storia di un sogno, Eurolit, Roma, 2022
Falcone, L., Caserta, guida alla città, Spring Edizioni srl, Caserta, 2021
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