Cippo a Forcella
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S’arricorda ‘o Cippo a Furcella”, ovvero “si ricorda il cippo a Forcella”. Quante volte abbiamo esclamato questa frase per indicare qualcosa di trito e ritrito o particolarmente vecchio?

I napoletani, senza averne consapevolezza, citano ancor oggi ogni giorno un pezzo di storia antica della città attraverso uno dei modi di dire più noti e diffusi. Ma che cos’era esattamente il cosiddetto “Cippo a Forcella”?

Il nomignolo, “cippo”, erroneamente attribuito, rimanderebbe ad un monumento funerario o un segno di confine che serviva a segnare la strada.

Ma dove si trova il “Cippo” a Forcella?

Ci troviamo in Piazza Calenda, a pochi passi dal Teatro Trianon Viviani. Qui sorgeva in origine il centro antico della Neapolis greco-romana, e il primo impianto urbanistico della città dove si articolava la vita politica e religiosa. Ma già verso il V secolo a.C. Neapolis raggiunse 3000 abitanti, spostando via via l’agorà verso l’odierna Piazza San Gaetano, dove sorgeva il tempio dei Dioscuri, oggi Chiesa di San Paolo Maggiore.

Situato tra il quartiere Pendino e quello di San Lorenzo, Forcella si incunea tra Via Duomo e il Corso Umberto I.

“Cippo a Forcella”, Piazza Calenda, Napoli – fine XIX sec.

Di cosa si trattava in realtà?

Il Cippo a Forcella, oggi un cumulo di massi squadrati protetti da un recinto tondeggiante, doveva originariamente far parte non soltanto dell’antica cinta muraria di Neapolis, ma probabilmente era anche una delle porte che davano accesso alla città: Porta Herculanensis, definita in seguito proprio Porta Furcilla o Furcillensis per la particolare forma del bivio stradale che vi dava accesso. Lo stesso toponimo del quartiere, Forcella, di non chiara definizione, avrebbe origine dal bivio che caratterizza quest’area.

La porta fu successivamente spostata, in epoca aragonese, verso l’esterno, indice dell’espansione della città che continuava a crescere sotto il profilo demografico e quello commerciale, giungendo verso l’esterno prendendo il nome di Porta Nolana.

Di questi importanti rinvenimenti se n’erano perse le tracce fino al cosiddetto Risanamento di Napoli, straordinario intervento urbanistico che interessò la città dopo il 1884 dopo la grave epidemia di colera.

I lavori, che interessarono lo stesso Corso Umberto, ma anche Piazza Nicola Amore e Piazza Giovanni Bovio (attuale Piazza Borsa), portarono ad un vero e proprio sventramento della parte bassa di Forcella, tra il nuovo asse stradale e l’antica Via Egiziaca a Forcella.

Qui venne a crearsi Via Pietro Colletta unitamente ad una piazza che, per la presenza di importanti evidenze archeologiche, fu detta inizialmente piazza delle Mura Greche, forse risalenti addirittura al III secolo a.C., facendo di quest’area la zona archeologica più antica di Napoli. Solo a partire dalla fine XIX secolo fu dedicata a Vincenzo Calenda, Procuratore generale presso la Corte di Cassazione di Napoli e di Torino, nonché ministro di Grazie e Giustizia del governo Crispi.

Stemma del Seggio di Forcella

A due passi dal Trianon Viviani

Testimonianza di questo antichissimo nucleo cittadino si trova all’interno dello stesso Teatro Trianon, alle spalle del “Cippo a Forcella”. Inaugurato nel 1912 con la commedia Miseria e Nobiltà di Eduardo Scarpetta, la programmazione di questo antico teatro è da sempre dedicata alla tradizione musicale napoletana. Durante gli ultimi lavori di ristrutturazione negli anni 2000, è stata rinvenuta la cosiddetta “Torre della Sirena”, unico esempio di torre in elevato esistente in Campania, risalente al IV – III secolo a.C. e quindi coevo del “Cippo”.

Nel 2001, nel corso dei lavori di ristrutturazione del Trianon, sono state rimosse alcune tompagnature, mura di tamponamento che ne ostruivano la vista, che hanno portato alla scoperta di altri due lati della torre, intitolata alla Sirena Partenope, in onore della fondatrice che, come lo stesso teatro, ammaliava la città con il suo canto.

Questo rinvenimento, visibile all’interno del Teatro oggi diretto da Marisa Laurito, confermerebbe non soltanto la presenza della cinta muraria che sorgeva a Forcella, ma anche quella di una torre di vedetta che monitorava gli accessi attraverso questo importante varco della città.

Bibliografia:

Bartolommeo Capasso, Napoli graeco-romana

Marco Perillo, Le incredibili curiosità su Napoli

Piano di Risanamento per NapoliLINK

La Porta Ventosa di Napoli Antica. Studio topograficoLINK

Sito web TrianonLINK (ho incluso quest’ultimo perché ha un intervento della Giampaola che, come saprai, è una archeologa, oltre che Soprintendente di Napoli, il che credo accrediti un po’ la fonte rispetto ad altro trovato on-line).

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