Elvira Notari porta sulle spalle un ruolo di grande importanza, nonostane il suo nome oggi possa risultare poco noto: si tratta della prima donna ad aver intrapreso la carriera di regista in Italia, quando il mondo del cinema era ancora agli albori, oltretutto riuscendo ad ottenere successo sia a livello nazionale che internazionale.
Gli esordi e il successo
Elvira Coda nacque a Salerno, il 10 febbraio 1875, in un’Italia da poco unita e in un contesto familiare modesto. Trascorse tutta l’infanzia nella sua città natale e, terminati gli studi scolastici, decise di trasferirsi a Napoli, probabilmente sperando che, in una grande città, avrebbe trovato occasioni lavorative interessanti e remunerative.
Cominciò molto presto a lavorare nell’ambito dell’abbigliamento, che le sarebbe rimasto caro per il resto della vita. Grande appassionata di arti visive, proprio durante la sua permanenza a Napoli conobbe il fotografo Nicola Notari, che le trasmise tutte le sue conoscenze sul mondo delle pellicole, della colorazione e del loro impiego in fotografie e fotogrammi dei filmati.
I due si sposarono nel 1902. Insieme, ebbero una figlia, nata nel 1903: Dora. Seguirono anche Maria ed Eduardo.
Insieme al marito, Elvira Notari sognava in grande: si interessò all’ancora giovane mondo del cinema muto, e cominciarono a realizzare dei brevi cortometraggi, che furono presentati al pubblico con il nome della piccola casa produttrice cinematografica “Dora films”, chiamata proprio come la loro prima figlia, con sede in via Toledo. Tavolta,
Elvira assegnava delle piccole parti ai suoi bambini, primo fra tutti il piccolo Eduardo, rendendolo così tra gli attori più giovani dell’epoca. Inoltre amava includere anche amici e parenti e spesso perfino sè stessa. Gli attori a cui assegnava parti all’interno dei suoi film erano perlopiù non professionisti.
In breve tempo, i cortometraggi divennero più elaborati e la produzione si incrementò. Dopo il 1914, iniziò a produrre lungometraggi tratti da opere quali quelle di Bovio e Mastriani, girati e ambentati interamente a Napoli. Talvolta, i girati erano affiancati da famose canzoni napoletane.
Sue produzioni successive furono una serie di storie di riscatto sociale, in cui mostrava, attraverso gli ambienti più umili di Napoli ed i loro abitanti, le dure condizioni di vita delle persone di ceto sociale più basso. Girava spesso nei Quartieri spagnoli e Prediligeva rappresentazioni realistiche della realtà e spesso assumeva il doppio ruolo di regista e attrice.
Nel corso della sua carriera, realizzò circa sessanta film e cento cortometraggi ed il suo nome approdò anche oltreoceano, negli Stati Uniti: le pellicole di Elvira Notari spopolarono soprattutto nelle comunità itaolamericane, in particolar modo a New York, in cui, all’apice del sucesso, Elvira decise di aprire una succursale della Dora Films.
Il declino
Elvira Notari e la sua Dora Films ebbe una intensa produzione fino al 1930, anno in cui l’azienda fu costretta a chiudere in via definitiva, prima negli Stati Uniti, data la difficoltà nel sostenere i costi, poi anche a Napoli.
Il motivo si può ricercare nel fatto che, essendo nata come piccola casa produttrice e dato il successo prevalentemente su scala locale, non ebbe modo di stare costantemente al passo coi tempi e con tutte le innovazioni tecnologiche che stavano arrivando soprattutto dal cinema americano, a cominciare dal sonoro.
Inoltre, un altro ostacolo non indifferente fu quello della politica locale: pare che Elvira Notari non fosse ben vista dagli esponenti locali del Regime. Questo si ripercosse duramente sulla sua attività, a causa della censura, una limitazione al suo spirito creativo che portò la regista a mollare la presa.
Oggi, parte della sua eredità fotografica e cinematografica è custodita al Museo internazionale del cinema e dello spettacolo (MICS) di Roma e tra le sue pellicole più importanti ci sono: “‘A Santanotte” e E’ piccerella” del 1922 e “Napoli sirena della canzone” del 1929, la sua ultima creazione.
La Dora Films non sparì del tutto, in realtà: fu convertita in un’azienda di distribuzione da Nicola Notari, che ne assunse in prima persona la gestione.
Con la fine del suo sogno, Elvira Notari si ritirò definitivamente dal mondo del cinema e lasciò Napoli. Con la famiglia, si spostò a Cava de’Tirreni, dove morì, nel 1946. Tuttavia, Elvira trasmise la sua passione per la macchina da presa e la recitazione anche a suo figlio Eduardo, che intraprese la carriera di attore, tra l’Italia ed il Regno Unito.
-Leonardo Quagliuolo
Per approfondire:
Women Film Project, Columbia university
“Alberini ’00” di R. Lestini
“Il cinema muto italiano” di V. Martinelli
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