La spada da cerimonia di Federico II è uno dei prodotti più illustri e opulenti della corte palermitana, nonché uno dei pochissimi tesori del periodo federiciano giunto fino a noi in condizioni così eccelse. Questo simbolo del periodo svevo è oggi conservata presso il museo Kaiserliche Schatzkammer di Vienna (assieme a molti altri apparati regali della corte siciliana normanno-sveva), dove vi è pervenuto dopo una serie di peripezie non del tutto chiare, tuttavia legate alle necessità cerimoniali del Sacro Romano Impero Germanico.
Vicende storiche legate alla spada cerimoniale di Federico II
Il suo utilizzo fu conforme alle sue qualità estetiche: fu infatti parte del corredo imperiale dell‘incoronazione di Federico II celebrata a Roma nel 1220. I trascorsi della lama successivi all’incoronazione del 1220 sono alquanto misteriosi: a quanto pare rimase nel corredo imperiale del sacro romano impero, dove venne utilizzata nel rituale di incoronazione dei “re di Roma” (carica imperiale non legata ad un effettivo governo sull’Urbe) sin dai tempi di Carlo IV di Lussemburgo.
E’ a questo periodo storico che si deve l’aggiunta, sull’elsa della spada, di un pomello d’argento dorato decorato con l’aquila imperiale ed il leone di Boemia. In seguito la spada finì nel tesoro degli Asburgo, per poi esser esposta nel museo ad esso dedicato, dove può essere ammirata ancora oggi.
Fattezze estetiche e tecniche produttive
La spada risulta di foggia molto compatta e leggera: la lama è in acciaio, il manico in legno e il fodero di lino e pergamena. Questi ultimi sono a loro volta rivestiti di placche d’oro, filigrane vermeil, pietre preziose e perle. La composizione appare di grande valenza tanto estetica quanto pratica: le tecniche utilizzate erano atte a creare un oggetto prezioso e raffinato, tuttavia leggero e comodo, perfetto per le necessità di una cerimonia d’incoronazione.
Soffermandoci sul manico possiamo osservare l’impiego di placche in oro smaltate e filigrane. Il fodero risulta la parte della spada dall’impatto estetico maggiore: rivestito di pietre preziose, perle e placche d’oro decorate con smalti cloisonné e filigrane vermeil che formano motivi geometrici.
Queste lavorazioni erano tipiche del meridione dei tempi di Federico II (ma anche dei dinasti a lui succeduti), dove diverse tradizioni artigianali andavano ad incontrarsi in un regno che ormai era divenuto il crogiolo della cultura mediterranea ed Europea. Innanzi tutto l’utilizzo delle filigrane e delle perline ricamate è riscontrabile in molte altre lavorazioni compiute nel sud Italia medievale (si veda, ad esempio, la mitra di Amalfi o quella di Scala).
Anche l’utilizzo di smalti cloisonné non era desueto, utilizzato per lo più (almeno per quanto riguarda i manufatti giunti fino i giorni nostri) in reliquie e corredi sacri. Questa tecnica, tipica del nord Europa, risulta largamente impiegata anche in periodo angioino.
Di grande interesse risulta inoltre l’utilizzo di placche in oro per rivestire il fodero in lino della lama. L’impiego di placche in oro o altri metalli su capi di vestiario, per aumentarne la pregevolezza e l’opulenza, risulta un retaggio bizantino, conosciuto nel meridione probabilmente sin dal periodo tardoantico.
Questo fenomeno fu tanto radicato da essere ampiamente rappresentato anche in moltissime rappresentazioni iconografiche di periodo medievale, non solo nel meridione ma in tutto il mediterraneo (si vedano, ad esempio, gli affreschi di Minuta di Scala), tanto da spingere alcuni studiosi a pensare che esistessero veri e propri centri di produzione di queste placchette nate per essere applicate su capi di vestiario o ornamenti.
–Silvio Sannino
Bibliografia e sitografia
Stefania Mola, la Spada da cerimonia di Federico II, scheda presente sul sito stupormundi.it
Rudolf Distelberger e Manfred Leithe Jasper, Il Kunsthistorisches Museum di Vienna, C. H. Beck/Scala editore, 2009
HHermann Fillitz su Enciclopedia digitale Treccani, Tesoro imperiale, 2005
Dario Cantarella, Aspetti stilistici, iconografici e di cultura materiale negli affreschi della Santissima Annunziata di Minuta di Scala, Atti del convegno “Le Diocesi dell’Italia meridionale nel medioevo. Ricerche di archeologia, storia, storia dell’arte”, 2018
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