Volendo scoprire i tesori dell’antico passato glorioso di Caserta, non si può non visitare l’eremo di San Vitaliano, che si trova poco fuori la frazione di Casola, a pochissimi chilometri di distanza dal borgo medievale di Casertavecchia.
La tradizione racconta che questo antico eremo, situato tra le verdeggianti colline dei Tifatini, sia stato costruito per volere del vescovo di Capua Vitaliano nell’VIII secolo, durante una sua sosta in queste zone, che durante l’alto medioevo erano impervie, disabitate, difficili da raggiungere e molto tranquille, ideali per poter vivere in simbiosi con la natura e con il divino.
L’eremo di San Vitaliano: una storia incerta
La data della fondazione dell’eremo di San Vitaliano è ad oggi ancora incerta, ma risulta menzionata, insieme ad altre antiche chiese casertane, nella bolla di Sennete, vescovo metropolita di Capua, scritta nel 1113.
L’eremo di San Vitaliano sorge in una posizione strategica, infatti si trova vicino a antichi sentieri che nel passato collegavano i borghi altomedievali di Caserta, Sommana, Pozzovetere e Casolla con altri borghi, tra cui quello di Valle di Maddaloni.
L’eremo di San Vitaliano è stato più volte rimaneggiato, per cui non è più possibile poter ammiare lo stile originario della sua costruzione.
Ad oggi, l’eremo di San Vitaliano presenta una struttura molto semplice. Il campanile, alto e slanciato e con il suo stile sobrio, conferisce eleganza a tutto il complesso, mentre la facciata ha un porticato con tre archi, la pianta ha una forma quadrangolare e un presbiterio molto ampio, la cappella a sinistra presenta anch’essa una pianta quadrangolare e conserva ancora oggi alcune tracce di un affresco che ritrae la Madonna con bambino.
Anche sulle pareti della navata è possibile ammirare alcune tracce di decorazioni a tema floreale, realizzate con la tecnica dell’affresco.
All’interno dell’eremo di San Vitaliano si conserva un busto-reliquiario ottocentesco in argento che rappresenta San Vitaliano.
San Vitaliano, vescovo di Capua
San Vitaliano di Capua è considerato il Santo protettore della pioggia contro la siccità e il suo culto è celebrato a maggio e a luglio con numerose feste e processioni, a cui partecipano tantissimi fedeli. Purtroppo, però, sono pochissime le notizie che riguardano la sua vita.
Si narra che San Vitaliano nacque nell’antica Capua, ovvero la moderna Santa Maria Capua Vetere, nell’VIII secolo, in seguito venne consacrato vescovo. I suoi oppositori lo accusarono di immoralità e fu costretto ad abbandonare la sua città natale, che durante la sua assenza venne colpita da numerose calamità, come siccità, malattie e carestie.
I capuani si pentirono di aver scacciato il vescovo Vitaliano, che quando ritornò a Capua fece arrivare pioggia in abbondanza.
San Vitaliano visse la maggior parte della sua vita in eremitaggio nell’eremo di San Vitaliano a Casola, per poi spostarsi a Montevergine, dove morì forse nell’800. Il suo corpo fu poi spostato nel Duomo di Catanzaro, in cui ancora oggi si trova.
L’eremo di San Vitaliano oggi
Dopo un periodo di abbandono, testimoniato anche da fonti settecentesche, l’eremo di San Vitaliano è stato restaurato a partire dal 2001, per volontà del prete di San Marco Evangelista, don Valentino Picazio.
Oggi, l’eremo di San Vitaliano ospita numerosi eventi sia religiosi che culturali. Inoltre, il 12 ottobre 2016 presso l’eremo è stato inaugurato il Santuario della Memoria, dedicato alla memoria dei numerosissimi caduti delle missioni di pace.
Il Culto di San Vitaliano a Caserta
Il culto di San Vitaliano non è presente solo nell’eremo a lui dedicato a Casola, ma è importante anche in un’altra antica frazione di Caserta, ovvero Sala. Un’antica leggenda racconta che l’asina cavalcata da San Vitaliano, durante il suo eremitaggio da Capua a Casola, ha lasciato un’impronta del suo zoccolo in un sasso che è ancora possibile vedere, alla base del campanile della chiesa di San Simeone Profeta, sulla strada che collega San Leucio a Caserta.
Bibliografia
Falcone, L., Caserta: guida alla città, Spring Edizioni, Caserta, 2021
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