Passeggiando per San Giovanni a Carbonara, in un percorso ricco di monumenti come l’omonima chiesa e il palazzo Caracciolo, fino ad arrivare a piazza Enrico De Nicola, si potrà osservare un piccolo gioiello del rinascimento napoletano: la chiesa di Santa Caterina a Formiello.
Sul suo sagrato si innalza una delle edicole votive più importanti dedicate a San Gennaro, realizzata nel XVIII secolo dagli artisti Lorenzo e Domenico Antonio Vaccaro e Ferdinando Sanfelice.
Il busto di San Gennaro, realizzato in marmo di Carrara, è rivolto verso il Vesuvio a protezione dalla sua furia del 1631. È una delle chiese monumentali della città di Partenope, realizzata dall’ architetto settignanese Romolo Balsimelli, una dei pochi esempi del Rinascimento napoletano e della Controriforma, situata nelle vicinanze di Porta Capuana.
Al suo interno sono custodite opere d’arte, realizzate dal Cinquecento al Settecento, di artisti di grande importanza come il pittore pistoiese Luigi Garzi, Paolo De Matteis, Giacomo Colombo e Matteo Bottiglieri.
La committenza del Cappellone di San Domenico di Guzmán
Si trova nel braccio sinistro del transetto di Santa Caterina a Formiello, un’opera gigantesca: il Cappellone di San Domenico di Guzmán.
L’opera fu voluta dai frati domenicani per la celebrazione del fondatore dell’ordine omonimo e realizzata tra il 1715 e il 1719 da una squadra particolare: Ferdinando Sanfelice, Giacomo Colombo, Matteo Bottiglieri, Giovanni e Filippo Raguzzini, Lorenzo Fontana e il pittore Giacomo del Po.
Ferdinando Sanfelice, architetto, realizzò il disegno preparatorio del Cappellone, con il suo stile tipico del barocco napoletano. Uno degli scultori della scuola di Lorenzo Vaccaro, Matteo Bottiglieri, ebbe l’incarico di realizzare alcune sculture di marmo nel Cappellone dedicato al fondatore dell’ordine Domenico di Guzmán.
Bottiglieri realizzò cinque puttini, due fame e tre teste di cherubini. Bottiglieri fu attivo tra il XVII e il XVIII secolo al Sud Italia, soprattutto a Napoli e Salerno, collaboratore di Domenico Antonio Vaccaro, maestro dello scultore Giuseppe Sammartino si guadagnò la fama di uno dei migliori scultori dei suoi tempi. Una star della scultura, noto specialmente per il Cristo Deposto nel Duomo di Capua, per alcune sculture realizzate della Guglia dell’Immacolata del Gesù a piazza del Gesù Nuovo. Con il suo stile realistico, trasportò il barocco napoletano al rococò europeo.
Giacomo Colombo, scultore versatile di sculture in legno colorato, conosciuto non solo al Sud Italia ma anche in Spagna, noto soprattutto per la Pietà di Eboli, eseguì le due allegorie ai lati del Cappellone, il padre eterno e i quattro capitelli dell’enorme apparato decorativo.
Filippo e Giovanni Raguzzini, insieme a Lorenzo Fontana, maestri marmorai, produssero l’intera parte marmorea del Cappellone di San Domenico. Giacomo del Po dipinse una pala d’altare, posta al centro del Cappellone, firmata e datata 1717, raffigurante San Domenico che sconfigge gli Albigesi.
Un apparato decorativo molto costoso che occupò per anni questi artisti, come testimoniano anche le scritture bancarie del Banco dei Poveri e del Banco di Sant’Eligio, due degli otto banchi pubblici napoletani, custoditi nelle 330 stanze del palazzo Ricca, in via dei Tribunali poco distante da Castel Capuano. I frati domenicani pagarono centinaia di ducati (monete di argento e oro in uso a quei tempi n.d.r.), più volte gli artisti che lavorarono all’opera.
Un’opera, quella dedicata a San Domenico di Guzmán, imponente e che a distanza di tre secoli suscita emozioni forti tra i visitatori e turisti i quali rimangono sbalorditi del patrimonio artistico e culturale della città di Napoli.
Bibliografia
De Seta Cesare, Napoli,Arte’m, 2016
Della Ragione Achille, Giacomo del Po: opera completa, Napoli Arte, 2011
Pinto Aldo, Raccolta Notizie, per la Storia, Arte, Architettura di Napoli e dintorni”, 2023
Petreschi Marco, La chiesa di S. Caterina a Formiello a Napoli. Ediz. illustrata, 1991
Rizzo Vincenzo, Lorenzo e Domenico Antonio Vaccaro: apoteosi di un binomio, Edizioni Altrastampa, 2001
Rizzo Vincenzo, Ferdinandus Sanfelicius architectus neapolitanus, Luciano editore, 1999
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