C’è un po’ di Provenza persino nel centro storico di Napoli o almeno un pochino di quella tradizione che arriva direttamente dal Sud della Francia. La Chiesa di Santa Marta a Napoli è stata costruita per volontà di Margherita di Durazzo. Un legame che la regina consorte di Napoli contrae con il matrimonio con Carlo III d’Angiò-Durazzo che aveva molti possedimenti proprio nell’area Sud Orientale della Francia.
Tra le tradizioni che Margherita sente sue la fede verso Santa Marta, molto venerata in Provenza, alla quale decide di far costruire una chiesa a Napoli.
La Chiesa di Santa Marta su progetto di Andrea Ciccone
Il progetto fu affidato all’architetto Andrea Ciccone, autore, tra l’altro, del monumento funebre a Ladislao di Durazzo all’interno della Chiesa di San Giovanni a Carbonara a Napoli, cui è attribuita, secondo alcuni studi, anche la Cappella dei Pontano in Via dei Tribunali.
La Chiesa di Santa Marta fu gestita dalla Confraternita dei Disciplinati di Santa Marta, cui avevano aderito tutti i viceré e i nobili, che negli anni crearono il Codice di Santa Marta, custodito all’Archivio di Stato.
Questa piccola chiesa nel cuore del centro storico della città è stata travolta dalla secolare storia di Napoli. La Chiesa di Santa Marta, infatti, ha attraversato i moti della Repubblica napoletana di Masaniello, i cui tumulti l’hanno semidistrutta durante un incendio che divampò nella prima metà del XVII secolo, e un secondo incendio risalente al 1943 distrusse non soltanto tutta la documentazione relativa alla vita stessa di questo edificio, che venne così ricostruito solo in parte. Ma già nel XIX secolo furono operati degli interventi di restauro che cancellarono ogni traccia di decorazione barocca al suo interno.
Un edificio di origine rinascimentale
Squisitamente rinascimentale la facciata di questo edificio che si affaccia su Via San Sebastiano, che trasuda un gusto tardo-gotico di ispirazione catalana, mentre sul lato di Via Benedetto Croce ritroviamo delle monofore tipicamente tardogotiche. Di grande bellezza il portone d’ingresso ligneo con motivi floreali.
A navata unica, vede una volta a botte la cui cupola, rifatta durante un restauro del XVII secolo, vede un lucernario al centro e alcune decorazioni risalenti all’Ottocento.
Sei altari ai lati, le cui tele della scuola riconducibile a Stanzione raffigurano alcuni episodi legati alla vita della santa titolare, tra cui la Resurrezione di Lazzaro, di cui la Santa era stata testimone, realizzata da Giovanni Bernardino Azzolino intorno al 1651.
Sull’altare maggiore una bellissima opera iniziata da Andrea Vaccaro, raffigurante proprio Santa Marta, e completata dal figlio Nicola nella seconda metà del 1600.
I restauri del XVII
I lavori del XVII secolo furono eseguiti per volontà del vescovo Ascanio Filomarino. Fu in questo momento storico che la chiesa acquisisce molte delle opere che la caratterizzano e fu realizzata la cupola con un innalzamento del soffitto. In questo periodo la Chiesa di Santa Marta fu affidata alla Confraternita omonima.
Quando la Confraternita agli inizi del XIX secolo si sciolse, Ferdinando I delle Due Sicilie trasferì l’edificio all’Arciconfraternita della Natività della Vergine. Fu in questo periodo che l’immobile fu sottoposto ad ulteriori lavori di restauro che gli diedero l’aspetto che ci appare oggi.
Nella Chiesa di Santa Marta non piove mai
Le volte e le edicole votive di questo edificio sono state protagoniste del film A Napoli non piove mai.
Diretta da Sergio Assisi, la pellicola vede protagonista Sonia (interpretata da Valentina Corti), una giovane restauratrice del Nord Italia, che soffre della sindrome di Stendhal, e giunge a Napoli proprio per restaurare questo piccolo edificio di culto. Il film, visibile on-demand sulla piattaforma RaiPlay, è stato girato in questi luoghi nel 2015. Una curiosità: gli esterni della chiesetta sono stati girati invece nello slargo di Santa Maria la Nova.
La Chiesa di Santa Marta oggi rappresenta un unicum e un legame indissolubile con le tradizioni dei nostri cugini francofoni.
Bibliografia
Le chiese di Napoli, Vincenzo Regina
Napoli e dintorni, Touring
Andrea Ciccone, Treccani
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