È da sempre conosciuto come “Palazzo Vanvitelli”, ma Palazzo Sanseverino, sito nell’omonima città in provincia di Salerno, racconta una storia che non tutti conoscono.
Le origini di Palazzo Sanseverino
Alla sua morte avvenuta nel 1444, il Conte Giovanni Sanseverino destinò un lascito testamentario di 6.000 ducati all’ordine dei Frati Domenicani al fine di erigere un convento entro tre anni dalla sua dipartita.
La famiglia Sanseverino era da sempre legata all’Ordine dei Domenicani giacché S. Tommaso D’Aquino – anch’egli domenicano – era il fratello di Teodora, moglie di Ruggero Sanseverino.
La potente famiglia dei Sanseverino, inoltre, discendeva dal guerriero normanno Turgisio (o Troisio) che, giunto in Italia al seguito di Roberto il Guiscardo, si stabilì, intorno al 101, nell’antico oppidum Rotae.
Tuttavia la costruzione del convento durò ben venti anni, tanto che l’edificio venne inaugurato nel 1465 (1466?), ossia dopo la nomina di Roberto Sanseverino a Principe di Salerno.
La ricostruzione di Palazzo Sanseverino
Quando la città di Salerno passò sotto il controllo dei re di Spagna, i Borbone si apprestarono a cancellare ogni forma di traccia dell’intera famiglia Sanseverino al fine di non tramandarla ai posteri. Così, nel 1775, il Palazzo fu trasformato (o meglio, ricostruito) seguendo l’architettura neoclassica del periodo, presumibilmente sulla base di un disegno di Luigi Vanvitelli o della sua scuola.
I dubbi sullo stile architettonico
In effetti non ci sono documenti che attribuiscano Palazzo Sanseverino a Vanvitelli. Anzi, attraverso lo studio di atti comunali del ’400 e del ’500, si è ipotizzato che la funzione originaria del Palazzo non fosse conventuale, come i più avevano pensato, bensì che l’edificio fungesse da “Palazzo del Principe” o “Casa Regia”. Roberto Sanseverino, quindi, avrebbe fatto costruire il Palazzo tra il 1440 e il 1470 per conferirgli tale destinazione e solo successivamente lo avrebbe trasformato in convento.
Una nuova scoperta tra le mura di Palazzo Sanseverino
Annessa a Palazzo Sanseverino c’è la chiesa di S. Giovanni in Parco. Lì è possibile ammirare alcuni affreschi che adornano le mura del cappellone del SS. Rosario. Uno di questi affreschi, presumibilmente del 1400-1500, raffigura proprio Palazzo Sanseverino.
Ciò, quindi, confermerebbe le tre ipotesi: in primis che l’edificio fu costruito molto prima del 1775, poi che la struttura apparteneva al casato dei Sanseverino ed infine che il Palazzo non può essere considerato vanvitelliano.
Pertanto l’antica convinzione secondo la quale Palazzo Sanseverino sia stato opera dell’architetto Luigi Vanvitelli si baserebbe esclusivamente su di un “falso storico”.
Palazzo Sanseverino fu forse opera di Leon Battista Alberti?
Attraverso studi condotti dall’architetto Giuseppe Pizzo, si è scoperto che il Palazzo possiede tutte le caratteristiche delineate dall’artista Leon Battista Alberti (1404-1472) nel suo trattato di architettura “De re edificatoria”. Infatti, i capitelli, la trabeazione, il reticolo, la proporzione geometrica, etc. combacerebbero con le descrizioni presenti nell’opera di Alberti. Tale circostanza sarebbe avallata anche dal fatto che l’artista soggiornò nella vicina Roma intorno al 1450.
Il destino di Palazzo Sanseverino
L’edificio, inaugurato come Palazzo del Principe ed in seguito adibito a convento, fu abbandonato a seguito di un’epidemia di peste che portò alla morte di quasi tutti i confratelli. Tra il 1700 ed il 1800 il comune di M.S.Severino venne ulteriormente messo a dura prova da una serie di alluvioni che portarono all’esondazione del fiume Solofrana, il quale distrusse parte della struttura. Nel 1806, inoltre, il Palazzo fu danneggiato da un violento sisma.
Durante il dominio francese, il convento, condividendo la sorte degli altri complessi monastici, venne soppresso dalle leggi napoleoniche il 7 agosto 1809. A partire da quella data diventò sede comunale, carcere e caserma. Nel 1980 fu danneggiato gravemente dal terremoto dell’Irpinia ed una volta restaurato è stato adibito esclusivamente a Casa Comunale.
Bibliografia e sitografia
G. Pizzo, La reggia albertiana del principe Sanseverino a Mercato, Paguro, 2020. https://www.comune.mercatosanseverino.sa.it
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