Nel celebre gioco di carte i migliori giocatori sono in grado di cogliere il più piccolo indizio dal linguaggio del corpo degli avversari per ottenere un vantaggio.
C’è chi dice che il poker sia un gioco di fortuna, mentre chi lo considera un gioco d’abilità. Di sicuro per migliorare al tavolo verde affidarsi alla Dea Bendata da sola non basta, soprattutto se si vogliono ottenere dei risultati nel lungo periodo.
I giocatori professionisti, e in generale tutti quelli che prendono sul serio il gioco, affermano che le abilità da acquisire sono diverse e che riguardano diversi ambiti. Innanzitutto, è fondamentale una approfondita conoscenza delle strategie da implementare nelle varie situazioni che si possono presentare in partita.
Giocare tanto consente di apprendere in modo esaustivo il funzionamento del gioco. Per raggiungere un grande volume di giocate, ha un ruolo importante la migliore piattaforma di gioco online esistente in Italia, che consente di allenarsi su un gran numero di mani, anche in contemporanea. Fidandosi di loro e della loro competenza, è possibile apprendere rapidamente le mosse più forti che sono consentite dalle regole del poker.
Anche le abilità matematiche hanno un ruolo fondamentale. In particolare, nel poker è necessario studiare la teoria delle probabilità e imparare a calcolare in tempo reale le probabilità delle combinazioni che si presentano con più frequenza.
La gestione dello stress è altrettanto importante, perché al giocatore è richiesto di stare al tavolo per diverso tempo e di prendere decisioni che possono avere conseguenze rilevanti. È necessaria anche disciplina e pazienza, soprattutto nei tornei di poker dove si gioca per diverse ore in un contesto ad alto stress.
Il ruolo della psicologia nel Poker
Una delle abilità più sottovalutate tra quelle utili per migliorare a poker c’è sicuramente la psicologia. In effetti, non è certo la prima cosa che viene in mente pensando a questo gioco. Eppure, a conferma della sua importanza, c’è chi afferma che il poker in realtà è un gioco psicologico.
Gli aspetti della psicologia che più sono rilevanti per il gioco sono quelli legati al controllo delle emozioni e alla capacità di interpretare il linguaggio del corpo degli avversari per carpire degli indizi. Si tratta di informazioni preziose per capire se c’è in atto un bluff o per comprendere l’ipotetico valore della mano dell’avversario.
I diversi tipi di comunicazione
Prima di approfondire in dettaglio nell’analisi delle tecniche psicologiche utili al tavolo verde è utile vedere le diverse modalità con cui avviene la comunicazione. Gli studiosi distinguono gli aspetti che riguardano il nostro modo di comunicare in tre componenti:
• la comunicazione verbale: rappresenta il linguaggio, cioè quello che viene detto utilizzando le parole. In altre parole, si tratta del messaggio che si vuole comunicare.
• la comunicazione paraverbale: si tratta degli elementi espressivi della voce, l’intonazione e le pause. Rappresenta il come viene detto un determinato messaggio, un aspetto che va a sostenere il contenuto del messaggio stesso, aggiungendo informazioni relative alle effettive intenzioni del soggetto parlante.
• la comunicazione non verbale: è tutto quello che riguarda il corpo nel momento in cui avviene la comunicazione, dalla postura ai gesti, dalla mimica facciale allo sguardo, fino alla distanza dall’interlocutore.
Gli psicologi sono soliti distingue la comunicazione verbale dalle altre due. Questa, infatti, appartiene alla sfera del “cosa”, cioè all’area dei contenuti, mentre la comunicazione paraverbale e non verbale appartengono all’arena del “come” viene detto un determinato messaggio. È interessante notare che la comunicazione verbale rappresenta appena il 7% di tutta la comunicazione. Il restante 93% è costituito invece dalla comunicazione paraverbale (38%) e non verbale (55%).
I tell nel poker
Al tavolo di gioco gli aspetti che ci interessano, per quanto riguarda la comunicazione, sono principalmente due. Da una parte la capacità di riconoscere la comunicazione non verbale degli avversari, dall’altra la capacità di gestire la propria comunicazione per evitare di dare informazioni agli avversari.
Nel gergo pokeristico si parla di “tell”, cioè di tutte quelle azioni, verbali e non, che i giocatori compiono più o meno consapevolmente e che possono rivelare delle informazioni utili nell’impostazione di una strategia di gioco. La maggior parte dei tell sono inconsapevoli e per questo rappresentano una preziosa risorsa, ma non è tutto oro quello che luccica: i giocatori più abili ed astuti sono in grado di simulare dei falsi tell per indurre gli avversari a pensare qualcosa che non corrisponde alla realtà.
La comunicazione non verbale è così importante nel poker perché si tratta di un gioco basato sull’incompletezza delle informazioni. Il giocatore fonda il suo processo decisionale su poche informazioni certe e su molte altre informazioni incerte (tra queste i tell hanno un ruolo centrale). Si tratta in sostanza di indizi, di cui non si avrà mai la certezza matematica sulla loro veridicità.
L’importanza dello sguardo
Gli occhi sono lo specchio dell’anima. Senza scomodare la filosofia, possiamo dire che lo sguardo di una persona è molto più rivelatore di quanto si possa pensare. Gli occhi forniscono molte informazioni e quindi imparare a “leggere” lo sguardo degli avversari può essere davvero utile. Molti giocatori professionisti, consapevoli dell’importanza degli occhi, scelgono di indossare degli occhiali da sole in modo da “schermare” il loro sguardo e difendersi dagli avversari a caccia di tell.
Con la pratica si arriva ad interpretare lo sguardo altrui con una buona percentuale di successo. I pokeristi che guardano direttamente negli occhi l’avversario solitamente sono in possesso di una mano forte, mentre chi ha una mano debole tende ad avere più incertezze nel mantenere il contatto visivo con l’avversario. Lo stesso vale per chi bluffa, perché fondamentalmente è come se stesse mentendo e l’inconscio rivela questo aspetto nella comunicazione non verbale.
Le mani
Un’altra parte del corpo che può essere dare molte informazioni durante una mano di poker sono le mani. Fare delle azioni con le mani, come ad esempio giocare con le chips o con le proprie carte, può essere un segno di nervosismo che rivela una mano debole o un bluff.
Ma c’è un segno ancora più rivelatore: il tremore delle mani. Si tratta di un atteggiamento molto comune nei giocatori inesperti ma abbastanza raro tra i professionisti più “scafati”. Di solito le mani che tremano si manifestano quando c’è un piatto molto grande e il giocatore ha una mano forte: l’emozione di essere ad un passo da una vincita importante prende il sopravvento e porta questo leggero tremolio. Tra l’altro è un atteggiamento piuttosto difficile da fingere in modo realistico; pertanto, è un tell considerato attendibile quando si riconosce in un avversario.
Anche il modo con cui un giocatore maneggia le chips può essere estremamente rivelatore. I player con delle mani forti hanno la tendenza a prendere le chips in modo più rapido e solitamente prima che l’azione li raggiunga. Inconsciamente è come se non vedessero l’ora di mettere le chips nel piatto, vista la loro posizione di vantaggio. Ovviamente vale anche al contrario: quando il giocatore prende le chips lentamente o in ritardo, questo potrebbe rivelare una mano debole.
Bisogna comunque sempre tenere in considerazione l’idea che l’avversario stia fingendo un tell per fuorviare l’avversario. In questo caso, può essere importante studiare le competenze dell’avversario: se si tratta di un giocatore molto esperto, l’ipotesi di un falso tell è probabile, mentre se è alle prime armi è difficile che sia fingendo.
Il tempo conta
Rientra nell’ambito della comunicazione non verbale anche il tempo che un giocatore impiega prima di agire. La maggiore o minore rapidità è un’informazione che i giocatori esperti sono in grado di interpretare a loro vantaggio.
Utilizzare più tempo per fare check potrebbe voler dire che il giocatore ha dovuto prendere una decisione effettiva e quindi che potrebbe avere una mano giocabile, mentre un check rapido potrebbe indicare la presenza di una mano debole, perché non serve molto tempo per capire che la mano non è giocabile. I giocatori più esperti fanno attenzione ad utilizzare all’incirca la stessa quantità di tempo per fare check o per una call o ancora per rilanciare, per evitare di dare indizi.
Conclusione
Comprendere la comunicazione non verbale è un processo fondamentale per migliorare a poker, sia per evitare di regalare informazioni agli avversari, sia per ottenere più informazioni possibili dal loro linguaggio del corpo. Ma questa abilità sarà sicuramente utile anche nella vita quotidiana.
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