La fontana del Sebeto è una delle fontane barocche monumentali realizzate a Napoli nel XVII sec., precisamente nel 1635.
Il Sebeto: dal fiume alla fontana
Il fiume Sebeto era uno dei fiumi più antichi della città, tanto che ad esso è legata un’antica leggenda che lo vede protagonista insieme al Vesuvio.
Andato perduto già nei secoli medievali, ormai del fiume non v’è più traccia geografica, ma già nei secoli scorsi sono rimaste leggende e mito.
Un mito che trova esplicazione nell’opera seicentesca realizzata da Carlo Fanzago su progetto del padre Cosimo, per ordine del Vicerè Spagnolo Avecedo che regnò sul vicereame partenopeo dal 1631 al 1637.
L’iconografia della struttura marmorea della fontana del Sebeto
Marmo e piperno. Sono questi i materiali utilizzati per la realizzazione dell’intero impianto al centro del quale, steso come una divinità dell’antica Grecia, si presenta la personificazione del fiume (ormai fantasma) di Napoli.
La divinità si presenta distesa al centro, sotto l’arcata centrale, ai lati due tritoni gli danno le spalle.
All’ordine inferiore ci sono le vasche: due laterali ed una centrale che è la più grande e nella quale confluisce l’acqua da un’apertura posta sotto il braccio destro della divinità.
A separare la divinità dalla vasca, due creature marine. Ai lati e a completamento della struttura dai canoni tradizionalmente barocchi, come la scultura coeva comandava, due grandi obelischi.
Il tutto a creare una struttura omogenea e armoniosa.
Una fontana “smontata e conservata”
Sebbene rappresenti la personificazione di un fiume con due tritoni ai lati, la fontana non era stata concepita per essere collocata nell’attuale Via Caracciolo, ma per l’attuale Via Cesario Console, posizionandola in maniera tale che “guardasse” l’area di Santa Lucia. E lì è rimasta fino al 1900 quando è stata smontata e conservata per oltre trent’anni, quando riassestata ha trovato definitiva collocazione in Via Caracciolo.
Dopo un imponente restauro, oggi si mostra in tutto il suo splendore.
Le fontane monumentali
Napoli è la città che meglio racchiude gli elementi fondamentali di aria, acqua, terra e fuoco.
L’aria che si respira a Napoli ha il profumo del mare mescolata alla durezza dei problemi che quotidianamente affronta una metropoli.
Terra e fuoco si mescolano nei suoi vulcani attivi, che da sempre l’accompagnano con l’odore dello zolfo della Solfatara e il Vesuvio che la domina.
L’acqua del suo mare, il Mar Tirreno, che la bacia e si mescola a tutti gli elementi, e del suo fiume ormai divenuto leggenda.
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