Cosa vuol dire parlare ggiargianese? Il nome di questa lingua, o meglio dialetto, è traducibile dal napoletano in “viggianese”, aggettivo derivante dal nome di città di Viggiano, in provincia di Potenza.
L’espressione “parlà ggiargianese”, in uso a Napoli verso la fine del XIX secolo, era utilizzata inizialmente per indicare la lingua di quei commercianti e suonatori ambulanti provenienti da Viggiano, i quali venivano in Campania per i propri affari.
Chi sono i giaggianesi?
A fine ‘800 i giaggianesi (ovvero coloro che, secondo i Napoletani, parlavano il giargianese) non erano unicamente gli abitanti di Viggiano. Tutti i commercianti che non fossero campani, specialmente quelli del Nord, parlavano dialetti al tempo non affatto distinguibili o comprensibili alle orecchie dei partenopei. Si dà il caso, quindi, che a Napoli si diceva che a parlare giargianese fossero tutti coloro che si esprimevano non nel loro dialetto, ma in uno sconosciuto.

Nel parlato comune, per transizione, l’espressione “parlà ggiargianese” assunse il significato di “parlare in modo oscuro e strano appositamente per confondere”. Nella concezione del popolo del tempo, chi si esprimeva in modo non chiaro, lo faceva per ingannare l’uditore, per estorcergli qualcosa senza che ne fosse consapevole: un comportamento da tipico imbroglione. Il giaggianese, dunque, divenne non più l’abitante di Potenza, bensì l’esperto ingannatore.
Il ggiargianese nel XX secolo
Intorno agli anni ’40 del ‘900, quando gli americani occuparono Napoli, il popolo li considerò dei “ggiaggianesi”, ovvero dei parlanti di un idioma incomprensibile. Ricordiamo, inoltre, che il termine napoletano “ggiargianese” era caduto in disuso nei decenni precedenti, e solo in questa situazione rifiorì.
Ad oggi, l’espressione “parlà ggiargianese” e, quindi, parlare in maniera incomprensibile, non è più frequentemente utilizzato.
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