“Il viale degli oleandri” è una delle sedici novelle che compongono la raccolta “Gli amanti”, pubblicata nel 1894 e scritta da Matilde Serao (1856-1927), autrice napoletana e prima giornalista italiana donna.
“Gli amanti” è il frutto di un insieme di brevi racconti legati da uno sfondo comune: l’amore impossibile e adultero tra una donna e un uomo della società borghese ottocentesca e l’addio finale di lui alla propria amante, con conseguente disperazione di lei. L’autrice, dunque, esplora con grande sensibilità e profondità il tema dell’amore proibito e della passione consumata nel silenzio e nel tormento. Tutti i protagonisti si muovono in un’atmosfera malinconica e sospesa, dove il desiderio si scontra con le convenzioni sociali, e il sentimento si trasforma lentamente in rinuncia e dolore.
“Il viale degli oleandri” è sicuramente il più celebre dei testi inseriti dalla Serao nella sua raccolta.

“Il viale degli oleandri”
L’esordio
La novella si apre con l’ingresso della protagonista, Maria, in un vasto e fiorito parco, pronta a dirigersi in uno specifico punto, quello chiamato “viale degli oleandri”. E’ proprio quello, infatti, il posto in cui lei, donna borghese sposata e costretta a un matrimonio infelice, e il suo amante Mario sono soliti incontrarsi segretamente.
Maria è angosciata dal pensiero che il suo amante non si presenti all’incontro e che, anzi, l’abbia abbandonata definitivamente. La donna viene descritta dalla Serao come perdutamente innamorata di Mario, del quale sentimento, forse per semplice insicurezza, forse per istinto, lei non fa che dubitare.
I brevi e furtivi incontri tra Mario e Maria consistono nel passeggiare mano nella mano e silenziosamente per il viale, ammirandone i fiori e l’atmosfera mistica e surreale, fin quando lei non gli pone ogni volta la consueta domanda: “Mi vuoi bene?”.
La risposta affermativa di Mario non arriva, né in quell’appuntamento, né nei precedenti in cui le diceva di incontrarla soltanto perché non aveva nulla di meglio da fare.
Mario, così, la porta spesso a soffrire, ma a lei non importa:
Ella rialzava il capo decisa ad accettare da quell’uomo che essa adorava tutto quello che gli poteva offrirle. Freddezza, antipatia, amicizia, tenerezza, omaggio di devozione, quello che egli sentiva e che ella non sapeva, non sapeva. Purché egli si lasciasse amare.
Lo sviluppo
Dopo poco, Maria domanda all’amante se il giorno seguente si sarebbero potuti rincontrare, ma lui, sgarbatamente, la rifiuta, dicendo di avere tante cose di meglio da fare piuttosto che passare i pomeriggi a passeggio con lei. Per ferirla ancor di più, Mario le dice di non averla mai amata e che, anzi, non si è mai sentito amato da lei.
Mario Felice non aveva trovato che un mezzo solo per ferirla nell’indomito coraggio, quello di negar l’amor suo.
Maria, dall’altra parte si rende conto del motivo per cui lui non riesce ad amarla: lei è già legata ad un altro uomo dal vincolo matrimoniale ed è costretta a tenere il suo amore in segreto, lontano dalla vita mondana alla quale si abbona quotidianamente senza di lui.
“Questo amore deve morire”, le dice Mario prima di salutarla, voltarsi e andare via, concedendo di vederla soltanto poche altre volte ancora.
La conclusione
Contro la condanna implacabile, Maria difese l’amore ora per ora, giorno per giorno, con l’accanimento della madre che non vuol vedere morire l’unico suo figliolo.
I due amanti continuano a versi per altri pochi e brevi incontri, entrambi incapaci di porre un punto definitivo ad una relazione sbagliata, fin quando Mario non parte da Napoli. Maria, come ogni protagonista ottocentesco che soffre per amore, si ammala gravemente a causa della sofferenza arrecatagli dall’allontanamento di Mario.
Al ritorno di lui, comunque, le cose non cambiano: Mario non può presentarsi a casa di Maria per vedere come sta, essendo lì presente il marito di Maria. I due si limitano a scambiarsi lettere durante la il periodo di convalescenza della protagonista: lettere di amore da parte di Maria e di pietà e tenerezza da parte di Mario.
Dopo mesi, finalmente, i due riescono a rincontrarsi: stavolta Mario è pronto a dirle addio definitivamente e Maria è disposta ad accettarlo, ormai rassegnata.
Per sempre desolato era il cuore di colui che aveva vinto: e le lagrime della suprema tristezza piovevano dai suoi occhi, nella notte.
Analisi conclusiva
Matilde Serao costruisce una scena di tensione emotiva contenuta. Il viale degli oleandri è molto più di un’ambientazione: è il palcoscenico simbolico in cui l’amore si rivela attraverso il suo silenzio, attraverso la distanza.
Il viale degli oleandri è lo scenario dell’incontro: un luogo pubblico, raffinato, silenzioso, attraversato da figure eleganti e carrozze. Rappresenta il mondo ordinato della buona società, un mondo che non tollera scandali e dove i sentimenti devono essere tenuti a freno: qui i due non si scambiano parole di passione, ma frasi convenzionali e fredde.
Lo stile di Matilde Serao, asciutto e raffinato, trasforma questa scena in una coreografia di sguardi, gesti minimi, e silenzi carichi di significato.
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