Da Via Correra ai trinceramenti del Piave: la straordinaria storia dell’uomo che risollevò le sorti dell’esercito italiano dopo Caporetto

Immaginate di dover prendere in mano un esercito demoralizzato, in fuga dopo una delle peggiori disfatte militari della storia italiana. È il novembre 1917, e l’Italia sembra sull’orlo del collasso dopo la débâcle di Caporetto. Chi altri se non un napoletano poteva risollevare le sorti della patria con la giusta dose di astuzia, determinazione e teatralità?

Armando Diaz

Dalle Strade di Napoli alle Accademie Militari

Armando Vittorio Antonio Giovanni Nicola Diaz nasce il 5 dicembre 1861 a Napoli, in un palazzo al numero 22 di strada Cavone a Sant’Eframo nuovo, oggi via Francesco Saverio Correra, nel cuore pulsante della città partenopea. Il nome completo già la dice lunga sulla grandiosità che lo accompagnerà per tutta la vita – quattro nomi che suonano come una sinfonia di ambizioni.

Di lontane origini spagnole da parte di padre, figlio dell’ufficiale di Marina ingegnere del Genio Navale Don Ludovico, nativo di Gaeta e di Donna Irene dei baroni Cecconi, Armando cresce in un ambiente dove il senso dell’onore e il rigore militare si respirano fin dall’infanzia. Non è un caso che venga avviato giovanissimo alla carriera delle armi, prima alla prestigiosa Scuola Militare Nunziatella di Napoli – quella fucina di ufficiali che ha sfornato alcuni dei più grandi generali della storia italiana – e poi all’Accademia militare d’artiglieria di Torino.

Ma cosa rende speciale questo ragazzo napoletano rispetto ai tanti altri figli di ufficiali dell’epoca? Forse è quella capacità tutta partenopea di unire l’intuito alla strategia, il cuore alla mente, che lo contraddistinguerà per tutta la carriera.

L’Ascesa di un Generale “Borghese”

Prese servizio nel 1884 e venne confermato segretario del Capo di Stato Maggiore anche nel 1914 quando Luigi Cadorna prese il posto di Pollio. Diaz non è il classico generale di stirpe aristocratica che dominava l’esercito dell’epoca. È quello che oggi definiremmo un “self-made man” militare, uno che si è fatto strada con il merito più che con i natali.

La sua carriera procede con costanza: partecipa alla guerra italo-turca del 1911, dimostrando già quelle doti di organizzazione e leadership che lo renderanno famoso. Ma è durante la Grande Guerra che il destino bussa alla sua porta con il fragore delle cannonate.

Chiese ed ottenne di partecipare attivamente alle operazioni belliche guidando inizialmente una divisione della Terza Armata. Qui emerge un primo tratto distintivo del carattere di Diaz: mentre molti generali preferivano rimanere negli stati maggiori, lontani dal fango delle trincee, lui vuole sporcarsi le mani, condividere i rischi con i suoi soldati.

Il Momento della Verità: Dopo Caporetto

L’8 novembre 1917 è una data che cambia per sempre la storia d’Italia e la vita di Armando Diaz. Dopo il disastro di Caporetto, quando l’esercito italiano sembra dissolversi come sale nell’acqua, qualcuno deve raccogliere i cocci di una nazione in ginocchio. Viene nominato Capo di Stato Maggiore dell’Esercito italiano, sostituendo Luigi Cadorna in quella che molti consideravano una missione suicida.

Ma Diaz non è un uomo che si arrende. Con quella determinazione tutta napoletana – la stessa che spinge i commercianti del Vomero a non mollare mai di fronte alle difficoltà – inizia un’opera di ricostruzione che ha del miracoloso. Con sagace opera di organizzazione e con avveduta efficace condotta di comando, sempre altamente ispirato agli interessi del Paese, seppe ottenere tale grado di preparazione morale e bellica delle truppe da superare vittoriosamente l’ardua prova.

Il segreto del successo di Diaz non sta solo nelle competenze tattiche, ma nella sua capacità di ridare speranza e fiducia a un esercito demoralizzato. Sa parlare ai suoi uomini, sa motivarli. In fondo, chi meglio di un napoletano sa come toccare le corde giuste del cuore umano?

La Battaglia del Piave: Il Riscatto

Riuscì a fermare l’avanzata austro-ungarica lungo il fiume Piave nella prima battaglia del Monte Grappa. Ma è qui che entra in gioco il genio strategico di Diaz. Invece di cercare subito la rivincita, sa aspettare. Sa che un esercito non si ricostruisce in un giorno, e che la fretta è spesso nemica della vittoria.

Nel giugno 1918 condusse le forze italiane a una grande vittoria nella seconda battaglia del Piave. È il momento del riscatto, quello in cui l’Italia si rialza e mostra al mondo di che pasta sono fatti i suoi soldati quando sono ben guidati.

Il Bollettino della Vittoria: Un Napoletano nella Storia

Il 4 novembre 1918 è il giorno che consacra Armando Diaz nella storia d’Italia. Con il Bollettino della Vittoria, il generale Armando Diaz, comandante supremo del Regio Esercito, annunciò la resa dell’Impero austro-ungarico e la vittoria dell’Italia nella prima guerra mondiale.

Quelle parole che iniziano con “La guerra contro l’Austria-Ungheria…” e si concludono con la celebre frase “I resti di quello che fu uno dei più potenti eserciti del mondo risalgono in disordine e senza speranza le valli che avevano disceso con orgogliosa sicurezza” diventano il simbolo della rinascita italiana.

È interessante notare che il suo autore materiale sarebbe stato, in realtà, il generale Domenico Siciliani, capo dell’Ufficio stampa del comando supremo. Ma poco importa chi abbia materialmente scritto quelle righe: è Diaz che le firma, è lui che se ne assume la responsabilità storica.

Gli Onori e la Vita Privata

Creato duca della Vittoria alla fine del conflitto, poi è stato anche ministro della guerra e maresciallo d’Italia. Ma al di là dei titoli nobiliari e delle onorificenze, chi era veramente Armando Diaz nella vita privata?

Il generale Diaz fu spesso ospite a Portici nella villa del suo amico e commilitone generale Consiglio. Un dettaglio che ci restituisce l’immagine di un uomo che, nonostante la gloria, non ha mai dimenticato le sue radici campane e l’importanza dell’amicizia.

Ricordiamo la figura di Armando Diaz

È paradossale che l’uomo che ha letteralmente salvato la patria in uno dei suoi momenti più bui, ricordato in piazze, scuole e targhe, sia ricordato poco nel parlato comune. Forse perché la sua figura non si presta ai facili stereotipi: non è il generale aristocratico e sprezzante, né il condottiero carismatico e dal pugno di ferro. È stato semplicemente un professionista serio, un napoletano che ha fatto il suo dovere con competenza e dedizione.

Tutti conoscono Armando Diaz, ma pochi conoscono la casa in cui nacque e la storia di Via Correra. Quella strada nel cuore di Napoli, oggi una tranquilla traversa alle spalle di Piazza Dante, ha dato i natali a uno dei più grandi strateghi militari italiani.

È bello pensare che in quelle strade, un tempo popolate da botteghe e fondaci, sia cresciuto un bambino destinato a cambiare le sorti d’Italia.

Conclusioni: Il Generale del Popolo

Armando Diaz muore a Roma il 29 febbraio 1928, lasciando dietro di sé un’eredità immensa. Non è stato solo un grande stratega militare, ma l’esempio di come si possa servire la patria con competenza, umiltà e quella particolare forma di intelligenza pratica che è un po’ il marchio di fabbrica napoletano.

In un’epoca in cui i social media ci abituano ai personaggi urlati e alle personalità ingombranti, la figura di Diaz ci ricorda che spesso i veri eroi sono quelli silenziosi, quelli che fanno il loro dovere senza troppi clamori.

Ogni anno, il 4 novembre, le istituzioni ricordano quella vittoria, ma forse dovremmo ricordare di più l’uomo che l’ha resa possibile: un napoletano di Via Correra che ha salvato l’Italia non con le pose da divo, ma con la serietà, la competenza e quell’umanità che solo chi viene dal popolo sa mantenere anche nei momenti di maggiore gloria.


Fonti

  1. Wikipedia – Armando Diaz (https://it.wikipedia.org/wiki/Armando_Diaz)
  2. Esercito Italiano – Armando Diaz (https://www.esercito.difesa.it/storia/grande-guerra/Pagine/armando-diaz.aspx)
  3. Il Mattino – “Armando Diaz, un napoletano dimenticato” (https://www.ilmattino.it/blog/controstorie/armandodiaz_napoletano_dimenticato-3641318.html)
  4. Storie Napoli – “Dove nacque Armando Diaz? In una casa a Via Correra” (https://storienapoli.it/2015/11/19/casa-armando-diaz-segreto-via-correra/)
  5. Lo Speakers Corner – “Armando Diaz, un napoletano che salvò l’Italia” (https://www.lospeakerscorner.eu/armando-diaz-un-napoletano-che-salvo-litalia/)
  6. Wikipedia – Bollettino della Vittoria (https://it.wikipedia.org/wiki/Bollettino_della_Vittoria)
  7. Montegrappa.org – Generale Armando Diaz (https://www.montegrappa.org/grande_guerra/diaz_armando.php)

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